Capitolo 53

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Okay Alessia. Fai un bel respiro.
Inspiro tutta l'aria che i miei polmoni possono contenere e subito dopo la butto fuori con un lungo sospiro.

«Ale, che fai lì?» Liam mi si avvicina avendo notato che sono sola impalata al centro del salone circondata da fogli per terra.

Non rispondo perché non riesco a trovare le parole per spiegargli il casino che ho nella testa, non riesco a spiegarlo neanche a me stessa.

«Hey...» il moro raccoglie il foglio in cui ho letto quelle cose orribili e mi guarda «vuoi dirmi che ti succede? Sembra che tu abbia visto un fantasma.»

«Sarebbe stato meno spaventoso vedere un fantasma.» riesco a dire.

Liam mi guarda confuso e legge il foglio che ha raccolto. Vedo in fretta l'espressione sul suo viso cambiare e probabilmente inizia a capire il mio comportamento.

Appena finisce di leggere mi guarda e scuote la testa. «Non vorrai credere a questa buffonata, vero? Alessia, tu dubiti ancora?» mi appoggia le mani sulle spalle e mi scuote leggermente per farmi reagire.

Inizio a piangere come una bambina. «Io-Io non lo so...ti giuro che vorrei essere certa di essere tua sorella e fino a cinque minuti fa lo ero, ma adesso che ho letto questo non so cosa pensare.» gli spiego soffocando nelle mie stesse lacrime.

Appena finisco di parlare si sente un rumore di pantofole scendere velocemente le scale.
«Alessia! Santo cielo, che succede adesso?» dice mamma appena mi raggiunge seguita da papà.

Liam mi fa da portavoce e fa leggere loro quel foglio.
«Questa è chiaramente una bufala, tesoro. Guarda, non c'è neanche il timbro dell'ospedale che dev'esserci in ogni lettera o documento che esce da lì. Fidati» mi rassicura papà facendomi notare che la lettera non ha niente che la faccia assomigliare ad una comunicazione autentica.

Ha ragione.
E io che mi faccio strane idee tutte in un colpo.
Ci abbracciamo tutti e quattro e dopo che chiudiamo il discorso ognuno torna alle sue attività.

Liam si chiude in camera sua mentre io mi infilo nella mia con l'intenzione di passare una nottata tra serie tv e pop corn.

Shameless in questo periodo mi sta divorando il cervello, sto diventando pericolosamente dipendente.

Appoggio il pc sul letto e aspetto che si carichi il tutto, impaziente di vedere i miei Gallavich.
Apro la busta dei pop corn e ne prendo un mucchietto in mano per poi mangiarne uno alla volta con l'altra.

D'un tratto delle mani fredde mi si appoggiano sulle spalle e io faccio un balzo per lo spavento.

«Scusa scusa non volevo farti spaventare!!»

Lo guardo con respiro affannato. «Niall, sei impazzito! Stavo per avere un infarto, sei davvero immaturo, mamma ti ha insegnato a bussare ma non lo fai mai, io davvero non ti sopp-»

Niall mi mette una mano sulla bocca.
«Ti prego, anche se amo la tua voce e starei ad ascoltarti per ore, ora stai zitta un secondo e ascolta me. Quando vogliamo iniziare a pensare a noi? Insomma, siamo così lontani l'un dall'altro e sinceramente non ho capito cosa siamo io e te.» detto ciò mi accarezza il viso.

Sospiro e prendo fiato. «Tu cosa vorresti che fossimo?» so cosa vuole ma voglio sentirglielo dire.

Niall fa una faccia dolce e gli scappa anche una piccola risata silenziosa. «Per favore, tu lo sai benissimo ma vuoi sentirtelo dire, vero? Lo sai che ti conosco come le mie tasche. Conosco ogni singola minuscola parte del tuo corpo e ogni minimo dettaglio della tua mente contorta.» i suoi occhi blu sono fissi sui miei mettendomi una certa inquietudine ma non riesco proprio a distogliere lo sguardo da tanta bellezza.

My brother {N.H.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora