CAPITOLO 4

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CAPITOLO 4

Mia sorella, dopo un po' di spiegazioni, capisce tutto e fa per avviarsi verso la macchina.

<<Scusa se mi prendo confidenze, però mi servirebbe che te nel frattempo mi tenga Asia>> Ale si rivolge a Vettori, che sorridente prende in braccio uno dei due scriccioli, mentre l'altro rimane in braccio a me.

<<Senti Ale, noi ci avviamo verso la macchina così inizio a mettere i due mostri sui loro seggiolini e magari si addormentano anche visto che è piuttosto tardi.>> Ale non risponde, ma come conferma mi lancia le chiavi della macchina, che io fatico a prendere avendo in braccio Alice. L'unica raccomandazione che Alessandra mi fa è di non perdermi chiedendo al pallavolista di stare attento anche lui.

Mentre ci rincamminiamo verso la macchina, mi tocca anche spiegare al bel pallavolista il perché di quelle parole da parte di mia sorella. Arriviamo alla macchina in poco tempo e il Vettori mi aiuta a sistemare nei loro seggiolini le due pesti e poi, per paura di essere riconosciuto mi chiede di salire in macchina.

Inizialmente il tempo sembra non passare mai, in quanto siamo riusciti a ricreare l'imbarazzo che poco prima ci eravamo lasciati alle spalle.

Tocca nuovamente a lui rompere il ghiaccio, ma stavolta forse peggiora la situazione invece che migliorarla:

<<Vedo che sei una ragazza piuttosto timida dal momento che non hai il coraggio di rompere il ghiaccio>>

<<È così evidente?>> chiedo io nel più completo imbarazzo diventando piuttosto rossa in viso

<<Un pochino, ma non preoccuparti, stai parlando con il re dei timidi>>

<<Ah, allora è vero quello che dicono?>>

<<Cioè?>>

<<Che sei un ragazzo timido e di quelli che ormai non se ne vedono molti in giro>> ops, ma perché cavolo non penso prima di parlare, iniziamo con le prime gaffe << si insomma, si dice che sei un ragazzo timido>> cerco di rimediare diventando ovviamente bordeaux in faccia. Fortunatamente se ne accorge e cerca di cambiare discorso:

<<Oh cielo, mi sono dimenticato pure di presentarmi. Io sono Luca Vettori, anche se forse lo saprai già>>

<<Mi dispiace rovinare questo tentativo di cambiamento del discorso, ma si lo sapevo già, però possiamo fare finta di niente. Piacere io sono Andrea Tedeschi e loro sono le mie sorelline Asia e Alice.>>

<<Piacere>> un'altra volta silenzio, ma stavolta ci provo io a interromperlo, prendo coraggio e gli chiedo:

<<Così, per parlare un po', avresti voglia di raccontarmi di te?>> forse è un po' esagerato, ma noto sul suo viso una certa serenità e soprattutto noto che non aspetta troppo a rispondere.

<<Bè, non c'è molto da dire su di me. Sono un ragazzo di 23 anni, sono emiliano, più precisamente di Parma. Ho iniziato a giocare ad alti livelli a 16 anni e adesso, dopo tanti sforzi ho appena concluso un anno fantastico a Piacenza e sto iniziando la mia estate in azzurro. Ah, per la cronaca, non ho la fidanzata.>>

Perché me lo dice? Mi sento arrossire, ma non voglio, è involontario. << Adesso, raccontami un po' di te, Andrea>> continua lui.

<<Eh, penso proprio ci sia molto meno da dire. Mi chiamo Andrea, ho quasi 18 anni e sono nata in un paesino piccolissimo che si trova in Valcamonica, provincia di Brescia. Insomma diciamo che vivo sui monti. Poi boh, basta.>>

Pian piano nella nostra conversazione abbassiamo il volume della voce in quanto Asia e Alice si sono addormentate. Appena prima che arrivi Alessandra, Luca mi chiede di rimanere in contatto in qualche modo e ci accordiamo sul fatto che ci saremmo sentiti su whatsapp, a causa delle sue trasferte all'estero e anche perché mi confessa di non utilizzare molto facebook e quindi l'unica soluzione era quella. Quindi, nel momento in cui Ale apre la portiera, finiamo di salvare i numeri reciproci e lo aiuto a spostare la borsa ed il trolley sulla sua macchina.

Ale, nonostante non sapesse niente, ci lascia da soli e va a prepararsi alla guida.

Una volta caricato il trolley, gli passo la borsa che carica con molta facilità nel baule della macchina. Ormai era arrivata l'ora di salutarci e, inaspettatamente, mi lascia un bacio sulla guancia e mi sussurra:

<<Aspetto un tuo messaggio, anche con scritta la cagata più grande del mondo, ma lo aspetto. Grazie per la chiacchierata.>>

<<Grazie a te>> solo questo riesco a dirgli e salgo in macchina.

Spazio autrice: ciao a tutti! scusate per il ritardo ma sto studiando parecchio in questo periodo :(
 comunque cercherò di pubblicare più spesso d'ora in poi..

come sempre buona lettura  e, mi raccomando, consigliate la storia se vi piace e magari commentate, anche con qualche consiglio.. sono sempre be accetti ;)

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