CAPITOLO 25

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(parla Jiri)

I mondiali sono iniziati ormai da qualche giorno e io non sto giocando al massimo, come del resto tutta la squadra. Oggi c'è la partita con gli USA, partita in cui dovrebbe venire anche Andrea. Nonostante tutto spero vivamente nella sua presenza perché sono sicuro che vedendola, troverò quella forza e quella voglia in più che solo lei sa darmi.

Ormai sono le cinque e iniziamo a scaldarci nella palestra del campo da gioco. Io mi sistemo per bene il ginocchio e anche la mano con, rispettivamente, il tutore e lo scotch. Verso le cinque e venti entriamo nel palazzetto per completare il riscaldamento e iniziare ad usare i palloni. Istintivamente guardo verso la postazione che nelle gare precedenti aveva occupato Giulia, perché lì accanto si sarebbero sedute anche Andrea e Elisa. Appena metto a fuoco Giulia che, come sempre ci saluta, noto che affianco a lei c'è già seduta Elisa, ma che Andrea non c'è. Al suo posto c'è un ragazzo e guardando come lo trattano le due ragazze è con loro. ciò significa solo una cosa: Andrea non ci sarebbe stata.

Dentro a me inizia a formarsi un vuoto incolmabile, una sensazione davvero strana, come se mi avesse abbattuto di colpo. A quanto pare la mia faccia e i miei occhi parlavano da soli perché Drago mi inizia subito a tranquillizzare, avendo già intuito quello che era successo.

<<Jiri, senti devi stare tranquillo ci sarà sicuramente un motivo valido, che lei saprà spiegarti, per cui non è venuta>>

<<no Dra, lei non è venuta perché qui ci sono io, non mi vuole neanche più vedere, come se fossi un mostro>>

<<dai Jiri, davvero adesso giochiamo, poi andiamo a chiedere direttamente a loro. ok?>>

<<va bene>>

<<adesso però su quel broncio e riaccendi quegli occhi, che ho notato che appena hai realizzato il fatto che lei non ci sarebbe stata, ti si sono spenti>>

<<non ce la faccio a non tenere il broncio, ma nella testa c'è solo concentrazione adesso.>>

<<ok, vai adesso iniziamo a palleggiare eh, se no il coach ci sgrida.>>

Purtroppo nonostante il mio sforzo di svuotare la mente e di rimanere concentrato sulla partita, non ci sono riuscito così, per due set e mezzo sono stato sostituito da Pippo, che per fortuna ha limitato i danni, nonostante abbiamo perso nettamente per 3-0.

Finita la partita, andiamo a lavarci e nell'uscire notiamo che ad aspettarci sono rimaste Elisa, Giulia e il loro amico. Così mi fermo a parlarci con Dragan, Luca, Pippo e Giulio. In realtà io non parlo per niente, ho lo sguardo perso nel vuoto. Penso solo a lei: quanto avrei voluto che lei fosse stata qui a vedermi e poi a sfottermi per come avevo giocato, ma purtroppo lei aveva deciso di non venire, di rimanersene a casa.

<<Jiri, jiri, Jiri?>>

<<ah, si scusate. Dicevate?>>

<<ho chiesto alle ragazze di Andrea>> mi risponde Dragan

<<ah, ok>> faccio un po' lo strafottente fingendo che non me ne freghi proprio niente

<<dicono che ti ha sicuramente guardato giocare da casa>>

<<bene per lei, poteva essere qui>> continuo a farmi vedere come lo stronzo

<<Jiri, senti, io non so bene nei dettagli tutto quello che è successo tra di voi, ma dico solo che dovresti vederla quando parla di te, ha un sorriso che fa paura. Ha il sorriso di chi è disposto a morire pur di abbracciarti anche solo una volta, ma quel suo stupido orgoglio..>> interviene prontamente Elisa

<<è stata lei a buttare via quello che era nato tra noi due, è colpa sua e adesso deve assumersi le conseguenze. Adesso vado, fate buon viaggio di ritorno, ciao.>> e me ne vado sul pullman che ci avrebbe riportato all'albergo.

Appena mi siedo ad uno dei posti liberi, mi infilo le cuffiette dell'i-pod nelle orecchie e mi abbandono ai pensieri. 'cazzo, Ji, sei stato una testa di cazzo sta volta. Fottuto orgoglio. Dovevi fare lo stronzo anche stavolta? Per una volta, non potevi ammettere anche agli altri che ti piace, che sei cotto? E soprattutto potevi risparmiartela la frase sulla colpa, cazzo' e nel finire il pensiero tiro anche un pugno al sedile davanti, facendomi anche male.

<<Jiri>>

<<Drà, sto bene. E si, sono una testa di cazzo, ma non so perché io abbia fatto così, è stato spontaneo.>>

<<adesso dimentica tutto e rilassati, che poi, quando tornerai in Italia, ci parlerai e chiarirai tutto. Adesso ci servi qui.>> a queste parole non rispondo niente e torno ad ascoltare la musica.

Purtroppo per noi, quella non fu la sola sconfitta, anzi, fu un susseguirsi di sconfitte: una dopo l'altra. Eravamo riusciti a passare alla seconda fase per miracolo, ma alla terza, avendo perso anche l'opposto titolare, non ci siamo neanche lontanamente avvicinati. Più si andava avanti con le partite, più giocavamo peggio. Non ci si parlava neanche quasi più fra di noi, il clima era diventato insopportabile. Io in primis, ero diventato insopportabile e completamente apatico fuori dal campo, dentro ad esso mi salvavo leggermente (escludendo la partita Italia-USA). L'assenza di Andrea mi aveva buttato completamente a terra, dovevo riprendermi e tornare in me, lasciandomi alle spalle il tutto, nonostante ero del tutto cosciente del fatto che non sarebbe stata cosa da poco, anzi.

Tornati in Italia con il morale sotto zero, ci siamo riuniti subito ai rispettivi club che avevano già iniziato la preparazione in vista del campionato. La prima di campionato sarebbe stata il 18 ottobre a Verona, squadra ostica, con molti campioni.

Ci siamo preparati al meglio per affrontare questa squadra e ci sentiamo pronti e super carichi. La delusione del mondiale, c'è è lì impressa, ma la utilizziamo solo come bagaglio per non ripetere l'esperienza una seconda volta. Eravamo pronti e impazienti a scendere in campo.

(parla Andrea)

Ne è passato di tempo da quel 7 settembre, da quelle partite che ho guardato, una per una. È anche iniziata la scuola: ultimo anno, cioè quinta superiore e maturità.

<<Andrea, sabato andiamo a vedere la partita di pallavolo a Verona, che gioca contro Latina mi sembra e stiamo là a dormire fino a lunedì così passo per la segreteria dell'università a ritirare gli ultimi documenti del trasferimento.>> mi dice Alessandra, mentre sto studiando. Lei aveva frequentato il primo anno di università a Verona e poi ha richiesto il trasferimento a Brescia, di conseguenza deve ritirare i documenti e firmare le ultime cose per concludere lo spostamento.

<<ok, tanto non ho da studiare e né lunedì né martedì ho nessuna verifica. Ma solo io e te?>>
<<no, ho prenotato i biglietti anche per Asia e Alice, tanto per loro è gratis essendo così piccole>>

<<ah ok, e andiamo in macchina vero? Niente treno..>>
<<sisi macchina>>

<<buona, adesso torno a studiare perché domani ho l'interrogazione di diritto>>

<<buono studio allora>> in tutta risposta si becca un bel dito medio.

Spazio autrice: come vi avevo promesso per farmi perdonareecco a voi un altro capitolooooooo :) leggete e condividete la storia che stiamo arrivando alla parte centrale del raccontoo..

buona lettura e buona serata a tutti voi, un bacione grande dalla vostra autriceeeee ;)

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