CAPITOLO 18

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(parla Andrea)

Ero arrivata in ritardo, mi ero precipitata a posare la borsa da allenamento e le stavo pure sentendo su perché non avevo notato che accanto a Matt c'era un altro ragazzo. Fortunatamente il nostro battibecco finisce in fretta perché ci pensa il ragazzo misterioso a presentarsi.

<<piacere, sono Gian. Gioco a pallavolo con lui dalla fine dell'anno scorso.>>

<<piacere Andrea, la sua compagna di banco>>

Matteo si intromette subito, richiamandoci per iniziare l'allenamento. Iniziamo a correre per tutto il paese. Il tragitto non è lo stesso di sempre, sembra come se Matteo lo voglia accorciare. Infatti, dopo solo un'oretta anche scarsa, siamo di ritorno in palestra. Ci rifocilliamo e ci cambiamo le scarpe. Matteo mi da anche un paio di ginocchiere e mi dice di portarle con me dentro in palestra che più tardi le avrei dovute usare. Appena entro in palestra vedo che Gian sta sistemando degli attrezzi e cose varie che dovrò utilizzare per i lavori di oggi.

<<quindi non è un caso se tu sei qui, sei venuto ad allenarmi anche te?>> mi rivolgo al ragazzo "nuovo", ma a rispondermi è Matteo.

<<ascolta Andre, io oggi ho un impegno e non volevo che tu perdessi l'allenamento, così ho spiegato la situazione a Gian e lui, gentilmente, si è offerto di sostituirmi e chissà, dopo la tua vacanza, ad affiancarmi. Sai tu non lo hai ancora visto giocare, ma è veramente bravo. Lui è un libero e quindi gli ho chiesto di farti lavorare sui movimenti della ricezione/difesa. Mi dispiace, ma non posso non andarci>>

<<ehi, Matt tranquillo. Io mi fido di te e quindi se mi affidi a lui, sono sicura che farà bene almeno quanto te. Poi , magari è più buono.>> mentre gli dico l'ultima frase gli faccio la linguaccia e mi metto a ridere. Di tutta risposta il mio compagno di banco mi abbraccia e mi fa un po' di raccomandazioni per l'allenamento che stavo per continuare e per quello che avrei dovuto fare da sola in vacanza.

<<si, capo. Mi comporto bene e giuro che in vacanza almeno un'oretta la corro ogni mattina, magari anche qualcosa in più>>

<<brava, e buon allenamento>> e dopo avermi augurato un buon allenamento mi lascia sola con Gian. Questo riesce quasi a farmi rimpiange Matteo dal tanto che è severo e che pretende. Nonostante la fatica immensa, posso dire che l'allenamento, soprattutto perché diverso dal solito, mi è piaciuto davvero molto. Verso sette e mezza ci infiliamo sotto le docce nei rispettivi spogliatoi e, appena uscita dalla doccia sento una voce, che non riconosco.

<<Andrea, posso entrare così, mentre finisci di prepararti, chiacchieriamo un po'?>>

<<scusa, ma non riconosco la tua voce, sei Gian, vero?>>

<<sisi certo, sono io. Allora? Entro?>>

<<sisi entra pure, se non ti scandalizzi a vedere una ragazza piuttosto in carne in mutande e reggiseno, entra pure>>

A queste parole non mi viene data risposta, ma sento il cigolio della porta dato sicuramente da un suo movimento. Da questo ne deduco che Gian è entrato. Mi giro verso di lui e lo trovo seduto su una delle panchine dello spogliatoio.

<<quindi, te saresti un libero?>> chiedo istintivamente, senza neanche pensarci.

<<gia, te invece?>>

<<alzatrice, ma mi piacerebbe molto difendere e attaccare>> rispondo mentre mi metto la maglietta

<<e perché non ci hai mai provato?>> si incuriosisce

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