<<lei è Andrea, giusto?>>
<<si è lei>> non riesco a parlare e quindi Jessica lo fa per me
<<vede signorina si sieda. La sua famiglia ha fatto un incidente molto grave e purtroppo non tutti ce l'hanno fatta>>
A questa notizia scoppio in un pianto ancora più grande. Sento le mani di Jessica che mi stringono.
<<chi? Chi ce l'ha fatta?>> emetto dei suoni piuttosto flebili
<<una delle due piccole perché sua madre è riuscita a salvarla e suo padre è in coma, purtroppo però le condizioni non sono favorevoli. Adesso vado a chiamarle il dottore così potrà chiarirle meglio la situazione. Condoglianze signorina Andrea>>
Sono seduta su questa maledetta sedia d'ospedale che tremo e piango a dirotto. I tentativi di Je di calmarmi sono vani. L'unico mio pensiero attuale è che almeno metà della mia famiglia non c'è più.
Mentre continuo a piangere sento in lontananza il cellulare che squilla, lo porgo automaticamente a Jessica per farla rispondere senza neanche guardare il mittente: sapevo benissimo chi potesse essere.
Sento Jessica che cerca di parlare con quello che dovrebbe essere Kovar, che gli ordina di farsi passare Simone. A lui, invece, chiede gentilmente di mantenere la calma e di guidare lui per raggiungerci, cercando di far calmare Jiri.
Mentre Jessica è ancora al telefono a dare indicazioni al suo fidanzato, arriva il medico.
<<lei è la signorina Tedeschi?>>
<<si, ma mi chiami pure Andrea e mi dia del tu, per favore>>
<<ok Andrea. Innanzitutto condoglianze. Come ti hanno già detto, tua madre, tua sorella più grande e una delle piccole non ce l'hanno fatta e sono morte sul colpo. Tua madre, non si sa bene in che modo, è riuscita a salvare la vita ad una delle due piccole, Alice. Mentre tuo papà è in coma e non siamo sicuri riesca a passare la notte. L'unica cosa che posso aggiungere, non parlando da medico è che tu adesso devi essere forte.>>
<<sembra sempre facile quando lo si dice agli altri, poi quando capita a se stessi non si è in grado quasi neanche di stare in piedi.>> dico più a me stessa che al dottore <<posso vederli?>>
<<adesso ti porto da Alice, anche perché è un po' che piange e che chiede di te e di un certo Jiri, poi ti mostro dove puoi andare a trovare tuo papà. Per le altre tre ti sconsiglio di vederle>>
<<apprezzo i consigli, ma voglio vederle. Forse fra un momento ma lo voglio fare. Adesso mi porti da alice, per favore>>
Ci fermiamo fuori dalla stanza 157 e il dottore mi comunica che posso entrare. Nel frattempo Jessica era andata ad aspettare Simone e Jiri. Mi asciugo le lacrime meglio che posso e poi entro. Quando la vedo lì, così piccola in quel letto immenso mi rimetto a piangere e mi avvicino lentamente a lei. In quel tragitto che, nonostante fosse di pochi metri, sembrava interminabile noto che anche dai suoi occhioni escono lacrime. Sta piangendo anche lei. Saprà già tutto? O sta piangendo perché gli fanno male i graffi?
La raggiungo e le lascio un bacio sulla fronte.
<<Andre, dov'è Jiri?>>
<<ehi, piccola peste. Come stai?>>
<<mi sono fatta tante bue e fanno male. Voglio Jiri, lui le sa far passare, dov'è?>>
<<adesso ci sono qua io, ci posso provare anche io intanto che arriva lui? Lui stava giocando e appena ha finito si è fatto la doccia e si è messo sulla macchina per raggiungerci>>
<<ok, allora lo aspettiamo. Però tu puoi sdraiarti qui con me, che sono tanto stanca così mi fai addormentare come facciamo a casa?>>
<<certo, tesoro. Adesso mi tolgo la giacca e mi sdraio con te. Però adesso basta lacrime, ok?>>
<<solo se smetti anche te con me..>>
<<va bene, promettiamo?>> le porgo il mio mignolo al quale lei incrocia il suo.
Dopo neanche dieci minuti si addormenta. Io rimango lì accanto a lei per una buona oretta, poi sento l'estremo bisogno di farmi una camminata e di sentire qualche voce famigliare che non mi dia altre brutte notizie.
Mentre esco dalla stanza per andare a prendermi una bottiglietta d'acqua, vedo arrivare a corse Jiri e poco dietro di lui, tutta la squadra. Inspiegabilmente mi blocco e non riesco più a fare niente. Lascio che lo schiacciatore mi raggiunga e mi prenda tra le sue braccia e mi lascio andare. Riinizio nuovamente a piangere per l'ennesima volta.
<<ti cercava, adesso dorme>> sono le uniche parole che riesco a dire.
<<adesso stai un attimo qui con Jessica e gli altri, io vado a prenderti un po' di acqua da bere e poi sto io un po' con Alice. Ok?>>
<<no, no Jiri. Ti prego non lasciarmi, tienimi con te. Non ce la faccio da sola>>
<<va bene, Andre sto io con te. Vieni adesso andiamo a sederci un momentino lì>>
<<e Alice? Non posso lasciarla da sola.. e poi c'è mio papà, non l'ho ancora visto..>>
<<da Alice adesso ci sono Jessica e Giulio>>
<<mi porti a vedere papà?>>
<<ok, adesso però bevi un po' di acqua e stai qui con loro intanto io vado a sentire dove l'hanno messo di stanza>>
Spazio autrice: devo ringraziarvi davvero immensamente per tutte le visualizzazioni, i like e i messaggi che mi mandate, mi fanno davvero piacere e i aiutano a crescere.
Buona lettura, ancora grazie <3
STAI LEGGENDO
Sogno o realtà?
FanfictionAndrea è una ragazza di periferia di ormai diciotto anni. Lei non è la classica bella ragazza e per questo soffre. Fortunatamente ha delle amiche vicino a lei che le vogliono bene e la aiutano con la sua autostima. Un giorno però la sua vita viene c...