Ovviamente anche al ritorno prendiamo l'aereo. Io sono ancora seduta tra Jiri e Giulio con i quali parlo per poco, dopodiché mi perdo nei miei pensieri.
<<senti Kovar, alla fine per il biglietto che ti avevo chiesto per il regalo a Giulia?>> mi ricordo di chiedergli
<<ah, ecco me ne stavo anche dimenticando. Allora ti ho preso un biglietto particolare che fa in modo che lei possa vedere tutte le partite del nostro girone della prima fase. >>
<< bene, quanto ti devo?>>
<<sarebbero 150 euro, ma me ne devi solo 130 perché di comune accordo io e gli altri ragazzi che sono qui con noi, abbiamo deciso di pagare a tutte e tre un'entrata a vedere una nostra partita>>
<<davvero? Che carini che siete stati. Giuro non so cosa dire oltre che "grazie mille">>
Cavolo, ci hanno anche offerto un biglietto per andare a vederli. E adesso, come faccio a dirlo allo schiacciatore seduto qui in parte a me? Dopo tutto quello che è successo tra noi, soprattutto in questa vacanza e l'altra notte, come faccio a dirglielo? Come faccio a dirgli che non me la sento di sostenere quel qualcosa che si è creato tra noi, perché i km che ci separano sono troppi? Dovrò farcela, in qualche modo glielo dirò, non appena scenderemo dall'aereo.
"si pregano i gentili passeggeri di allacciarsi le cinture e di prepararsi all'atterraggio"
La voce meccanica mi fa tornare alla realtà e mi fa rendere conto che l'ora di parlare con lo schiacciatore è arrivata. Scendiamo dall'aereo poco dopo.
Mentre percorriamo il tragitto tra la pista e la struttura, cerco di allontanarmi il più possibile insieme a Jiri dal gruppo.
<<senti Jiri, dobbiamo parlare>>
<<mi devo preoccupare, Andre? È per stanotte?>>
<<si, ma non nel senso che intendi tu!>>
<<non capisco Andre, mi avevi detto di non essertene pentita..>>
<<ed infatti non mi sono pentita di quello che ho fatto, cioè abbiamo fatto. La cosa è un po' più complessa e se mi lasci ti spiego>>
<<va bene, spiega che forse capisco>>
<<è che per me è troppo. Tutto è troppo. Tu sei troppo per me. Io non me la sento di coltivare quel qualcosa che oggettivamente tra noi è nato. Saremmo distanti e poi, diciamocelo sinceramente, io non sono bella, come vuoi farmi credere te. Io ho le smagliature, ho la cellulite, ho i fianchi larghi e le gambe che lo sono ancora di più, il naso a patata, sono bassa e piena di brufoli, ho un carattere di merda e creo soltanto problemi. Sono un disastro e tu sei troppo per me. Scusa>>
Con molta fatica trattengo le lacrime e mi allontano volontariamente dallo schiacciatore che, visibilmente turbato, non riesce nemmeno ad aprire bocca. Raggiungo le mie amiche ed insieme a loro usciamo dall'aeroporto. Ad aspettarci troviamo mia sorella, che inizia a prendere le nostre valigie per caricarle mentre noi salutiamo gli altri. Li abbracciamo tutti, uno ad uno. Relativamente in disparte c'è anche Jiri, che saluto in modo abbastanza distaccato, sussurrandogli nuovamente le mie scuse.
Saliamo in macchina e ce ne torniamo a casa. Come avevamo già organizzato avremmo dormito tutte insieme a casa di Giu, in modo da raccontarci tutto ciò che era successo in assenza di almeno una delle tre.
La serata si sarebbe protratta per molte ore, soprattutto nel momento in cui avrei raccontato la mia parte di vacanza che va dall'ultima sera fino a quello stesso pomeriggio.
Ci sistemiamo nei nostri soliti posti in camera di Giu in modo da vederci tutte e tre in faccia a vicenda. Come al solito partiamo spontaneamente e raccontiamo tutto ciò che c'è da raccontare in modo da non tralasciare via niente a causa di domande sbagliate. Sasso, carta e forbice. Esce Elisa, tocca a lei raccontare.
<<allora, come avrete visto ho passato più tempo, rispetto agli altri, con Pippo. È veramente un ragazzo d'oro. Si sembra sempre un po' uno di quelli che se la tira tantissimo, ma parlandoci insieme ho capito che è un caro ragazzo e niente, diciamo che ho intuito che non gli dispiaccio neanche io. Si insomma, ci ha provato ed io, non mi sono tirata indietro e ho lasciato che lui mi baciasse, ricambiando anche.>> l'ultima frase la dice ridendo e invitando me e Giulia a parlare. Sasso, carta e forbice. Esce Giulia.
<<niente, io ho conosciuto meglio tutti i pallavolisti, ma in modo particolare il 'bello e tenebroso' come lo chiami te, Andre. Si dai, lui mi piace e sarebbe inutile nascondervelo perché tanto l'avrete già capito da tanto tempo. E non è successo niente tra di noi: sapete tra due timidi è dura eh!>> e così facendo lascia la parola a me.
<<come sapete, già da prima della vacanza, io e Kovar avevamo un rapporto diverso da quello che ho con gli altri pallavolisti. Tralasciando i primi 6 giorni, la parte di vacanza da raccontarvi si concentra tra la notte scorsa e oggi pomeriggio. Allora l'altra notte siete andati tutti a dormire dopo Jiri, ed io sono rimasta ad aspettare di sotto ancora un quarto d'ora prima di risalire in camera, in modo che lo schiacciatore fosse addormentato: non avevo voglia di parlargli, a cena mi aveva praticamente evitato. Una volta entrata in camera, lui era tutt'altro che addormentato, era piuttosto sveglio e diciamo che mi ha fatto un po' di complimenti, ci siamo scambiati alcuni baci e poi diciamo un bacio tira l'altro e si sa come vanno le cose..>> cerco di lasciar intendere la cosa senza dirlo proprio esplicitamente.
<<aspetta, cosa?>> esclama prontamente Giulia
<<si insomma, ragazze abbiamo scopato>> dico ridendo
<<ammazza, che finezza!>> dice Elisa, ridendo anche lei
<<e dai, cosa dovevo dire? E comunque non è finita qui, perché appena abbiamo finito va a fumare una sigaretta, del tipo 'bad boys do it better', e si interessa sul fatto se me ne ero pentita. Domanda alla quale io rispondo di no. Poi, stamattina, diciamo che mi sentivo un po' strana. Non perché me ne fossi pentita a scoppio ritardato, ma per il semplice fatto che tra me e lui non c'era niente e che non ci sarà mai niente. Non me la sentivo di creare qualcosa con lui, così lontano e perfetto, mentre io sono un disastro. Così oggi, appena sono scesa dall'aereo gli ho detto tutto. Penso sia meglio così, anche perché il sentimento non era ancora nato e quindi sarà più facile da lasciare alle spalle.>>
Dopo qualche decina di secondi di silenzio, parla Giulia.
<<avevamo notato il vostro saluto. Troppo distaccato per voi due, per il rapporto che avevate creato ed eravamo sicure fosse successo qualcosa, ma non pensavamo tutto ciò. E sinceramente, parlando per me stessa adesso, hai fatto una cazzata Andre. Lui ti piace. Non puoi negarlo.>> a continuare, sempre con tono gentile, come quello utilizzato da Giu, è Elisa.
<<e Andre, un'altra cosa che non puoi negare è il fatto che lui sia interessato a te. Cavoli, hai mai guardato i suoi occhi mentre ti parla, mentre fa qualsiasi cosa con te? Brillano di una luce diversa dal solito e invece oggi quando ce ne andavamo quella luce non c'era più anzi, non sembravano proprio i suoi di occhi.>>
<<e anche se vuoi convincerti, che d'ora in poi non te ne fregherà più niente, lui ti interesserà sempre, che tu lo voglia o no>> aggiunge Giulia
<<sentite, sarà stata paura, non so però ho fatto quel che mi sentivo, ma adesso non pensiamoci e dormiamo dai. Buonanotte ragazze>>
<<notte>>
<<notte>>
Spazio autrice: ciao a tutti! Ecco anche questo capitolo, si lo so adesso stanno arrivando capitoli un po' tristi e complicati, ma si sa dopo la tempesta c'è il sole... quindi basta pazientare un po'...
bacioni a tutti e sempre grazie per il sostegno che mi mostrate quotidianamente ;)
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Sogno o realtà?
أدب الهواةAndrea è una ragazza di periferia di ormai diciotto anni. Lei non è la classica bella ragazza e per questo soffre. Fortunatamente ha delle amiche vicino a lei che le vogliono bene e la aiutano con la sua autostima. Un giorno però la sua vita viene c...