(parla Jiri)
Cavoli, sembra strano. Di solito sono io che rifiuto le ragazze e quindi non sono neanche abituato a ricevere dei no. Ma con lei è tutto diverso, ci sono rimasto male perché ci tengo davvero, mi piace, è speciale. Questo suo no , mi ha buttato totalmente giù, mi ha demoralizzato. Non l'ho neanche salutata come avrei voluto, solo un 'ciao' accompagnato dalle sue scuse. Ho provato anche a contattarla ma, mi ha bloccato il numero, come se le avessi fatto del male. Ma io non mi capacito: dice di non essersene pentita, ma mi rifiuta, dicendo oltretutto che io sono troppo per lei, quando forse è il contrario. Nel tornare a Cavalese, parlo con Dragan, che anche lui ha notato la situazione.
<<ehi, Jiri. Ma che è successo? Sembra ti sia passato sopra un camion e oltretutto l'ho notato il saluto a basse temperature tra te e Andrea eh. Mi devi dire qualcosa?>>
<<sai Drago, come ti ho già detto, lei mi piace, mi intriga e ieri sera era troppo bella tanto che per resisterle mi sono dovuto rinchiudere in camera>><<si, me l'aveva detto Andrea che te ne eri già andato in camera e che lei sarebbe salita più tardi.>>
<<ecco, quando lei è salita io non dormivo, anzi ero parecchio sveglio e insomma, l'abbiamo fatto. E fin qui tutto bene. Come sempre sono andato a fumarmi una sigaretta e le ho anche chiesto se per caso se ne fosse pentita, ma la sua risposta è stata no! così sono tornato nel letto e abbiamo dormito abbracciati. Stamattina, sembrava tutto apposto, rideva e scherzava e poi quando siamo scesi dall'aereo ha voluto parlarmi. Ho ancora impresse le sue parole: 'per me è troppo. Tutto è troppo. Tu sei troppo per me. Io non me la sento di coltivare quel qualcosa che oggettivamente tra noi è nato. Saremmo distanti e poi, diciamocelo sinceramente, io non sono bella, come vuoi farmi credere te. Io ho le smagliature, ho la cellulite, ho i fianchi larghi e le gambe che lo sono ancora di più, il naso a patata, sono bassa e piena di brufoli, ho un carattere di merda e creo soltanto problemi. Sono un disastro e tu sei troppo per me. Scusa'. Cazzo Dra, mi ha detto che io per lei sono troppo.>>
<<azzo, caratterino la ragazza però. Jiri, mi dispiace davvero, per qualsiasi cosa, se vuoi sfogarti sappi che io ci sono, davvero>>
<<grazie, ma tranquillo. È già passato tutto, sono solo un po' incazzato, ma domani mattina sarà già tutto passato e lei rimarrà un bel ricordo, ma niente di più>>
Stavo mentendo, spudoratamente. Non mentivo solo al mio amico, mentivo anche a me stesso per autoconvincermi che di lei me ne sarei dimenticato ben presto, che era solo una parentesi. Tutto questo però non funzionava, perché la mia maledetta testa continuava a pensare a lei e a rifarmi vivere i momenti belli della vacanza per poi concludere ogni volta con quelle parole stampate nella mia mente: TU SEI TROPPO! Ma troppo cosa? Ne ho anche io di difetti e tanti.
(parla Andrea)
Passano i giorni e finalmente arriva il 15 agosto, giorno del compleanno di Giulia. La festa è puro divertimento e passo tutto il tempo a ballare e a far casino con la mia compagnia. Verso le undici arriva il momento regali: quello dei suoi genitori, che avevano lasciato a me in custodia da darle, quello della compagnia, quello di altri amici presenti e quello dei pallavolisti, purtroppo o per fortuna, assenti ma che avevano già impacchettato con cura. I regali consistevano, rispettivamente, in un biglietto aereo andata-ritorno per la Polonia, nelle carte di un soggiorno in un albergo i Polonia insieme ad un pass, due vestitini ed infine un biglietto singolo per una partita. Senza lasciarle il tempo di collegare i regali, visto che non era neanche troppo lucida, li porto al sicuro in camera sua e torniamo tutti a ballare. Ad un certo punto mi siedo, sfinita dal dolore ai piedi, e decido di togliermi i mini-tacchi che mi avevano obbligato a mettere e decido di andare in camera di Giulia, dove avevo lasciato le mie ballerine per poter togliere questi maledetti tacchi. Mentre sono seduta sul letto per cambiare le scarpe mi accorgo di una decina di foto che fino all'ultima volta che sono entrata in camera sua non c'erano. Mi avvicino incuriosita e mi blocco a fissarle. Un senso di malinconia mista a tristezza mi assale. Le foto erano quelle della nostra vacanza. Due mi piacevano in particolare: una eravamo tutti insieme che facevamo facce buffissime e l'altra eravamo io e Kovar che ci rincorrevamo per la spiaggia. Rimango immobile a fissare la seconda e gli occhi si fanno leggermente lucidi.
<<ti manca vero?>> sento una voce dietro di me, mi giro e mi trovo dietro le due mie amiche, le uniche che sanno per filo e per segno tutto quello che è successo in vacanza. A parlare era Elisa, supportata da Giulia.
<<chi?>> rispondo cercando di fare la finta tonta
<<lo sai chi! Parliamo di Jiri>> risponde sempre Elisa
<<ah, Kovar? No non mi manca, mi piacevano le foto>>
<<ma smettila, dai guardati cavoli, ci dici 'no, non mi manca, sono andata avanti'. Ma pensi che siano tutti rincoglioniti? Noi ce ne siamo accorte che te sei innamorata di lui fino a dentro le ossa. Ce ne siamo accorte da tempo ed è inutile che fingi con noi>> mi risponde un po' più decisa Giulia, aiutata anche da tutto l'alcool bevuto, e a continuare è ancora Elisa
<<cavolo Andre, non puoi dire che non ti manca se ti giri quando urlano il suo nome, come se ti appartenesse, se in qualcuno trovi il suo stesso modo di vestire, se ogni canzone parla di lui, se su ogni pullman speri ci sia lui, se ti manca il suo sorriso, la sua faccia, i suoi occhi, i suoi capelli, le sue mani e la sua bocca, se ti manca la sua voce, il suo profumo e addirittura il suo modo di camminare. Andre non puoi dire che non ti manca>> le lacrime a questo punto scendono senza che io riesca più a controllarle
<< cazzo si mi manca, mi manca da morire. È una mancanza assurda, una di quelle mancanze che ti porta un vuoto incolmabile dentro allo stomaco e non basta proprio niente a riempirlo. Mi manca e basta, ma nessuno può farci niente, nessuno tranne lui. La mia possibilità me la sono giocata e lui starà già pensando ad un'altra e quindi io devo solo dimenticare.>>
<<ma perché non lo cerchi, scusa? Perché lasci che vada tutto a pezzi? Provaci almeno. >>
<<non posso, mi farei ancora più del male. La mia possibilità l'ho avuta e l'ho buttata, quindi adesso devo solo andare avanti. Io vado a sistemarmi la faccia e vi raggiungo giù.>> prima che se ne vadano le abbraccio e gli dico che gli voglio un mondo di bene.
Il giorno dopo la festa, nell'aiutare Giulia a riordinare casa, le avevamo dovuto anche spiegare che i regali erano collegati: sarebbe andata in Polonia a vedere i pallavolisti giocare tutta la prima fase ed Elisa ed io l'avremmo raggiunta per la partita con gli USA del 7 settembre.
Giulia era già partita da due giorni ed esattamente fra due saremmo dovute partire anche io ed Eli, ma io non me la sentivo. Non mi sentivo pronta a vederlo senza provare dolore, senza riuscire a trattenere le lacrime. Così ho deciso di regalare il biglietto a Matteo in segno di riconoscimento per tutto ciò che ha fatto e sta facendo per me. Si perché gli allenamenti li ho ripresi subito dopo esser tornata dalla vacanza e ho iniziato anche a lavorare con la palla, sulla ricezione/difesa all'inizio e su mia richiesta mi ha anche insegnato a schiacciare. In totale, dall'inizio di questi allenamenti con Matteo, sono riuscita a perdere, in due mesi, ben 20 chili andando anche a tonificare un pochino il mio corpo grazie agli addominali, dorsali, flessioni e pesi che mi ha fatto fare.
<<Andre, secondo noi stai facendo una cavolata. Dai, quando mai ti ricapiterà l'occasione di vedere una partita di un mondiale?>> parla Elisa a nome suo e anche di Matteo.
<<non so, ma giuro non ce la faccio. Scusa>> è tutto qui quello che riesco a dire, niente di più.
Il giorno della partenza era arrivato: saluto i due e vado a correre da sola per il paese per liberare la mia mente dai pensieri.
Oggi pomeriggio mi toccherà veder lo stesso la partita, come del resto tutte le altre, perché Alice e Asia vogliono vedere Luca, visto che lo avevano conosciuto, e Alice vuole vedere i miei amici con cui sono andata 'a prendere il sole' come dice lei.
Arrivate le 18 circa ci sediamo sul divano ed accendiamo la tele per vedere la partita. Un unico commento alla partita: orribile. Non li ho proprio riconosciuti, è da qualche partita a questa parte che non giocano benissimo. Inizialmente almeno alcuni tra cui Jiri, Ivan e Dragan si erano salvati, ma in questa partita veramente hanno giocato tutti malissimo, arrivando a perdere 3-0.
SPAZIO AUTRICE: scusate scusate e scusate ancora, davvero mi dispiace per questa assenza prolungata, prometto di aggiornare nuovamente nel giro di pochi giorni...
scusate davvero ancora e buona lettura a tutti :)
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Sogno o realtà?
FanfictionAndrea è una ragazza di periferia di ormai diciotto anni. Lei non è la classica bella ragazza e per questo soffre. Fortunatamente ha delle amiche vicino a lei che le vogliono bene e la aiutano con la sua autostima. Un giorno però la sua vita viene c...