CAPITOLO 28

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<<Andre>> dice riconoscendo la voce <<che ci fai ancora qui?>> e adesso che rispondo io? Utilizzerò una frase d'effetto, si quelle vanno sempre bene in queste situazioni.

<<son qui perché se mi arrendo stavolta, mi arrenderò per tutta la vita>>

Jiri rimane inebetito senza capire quello che io stia facendo, così decido di continuare a parlare, in modo da fargli capire.

<<senti kovar, io sono una ragazza difficile>> a queste mie parole lo schiacciatore fa per parlare ma io lo supplico con gli occhi di non farlo, di lasciarmi continuare <<si, sono una ragazza difficile, non sono dolce e sono acida. Accettare i miei silenzi, le mie lune storte, i miei problemi, starmi dietro e cercare di sistemare il macello che c'è dentro di me è una cosa complicata e non da tutti. È una grande responsabilità e si sa che le responsabilità fanno paura a tutti.>>

A questo punto, mi fermo per riprendere fiato e lo schiacciatore ne approfitta e parla lui.

<<sai benissimo che non è così, Andre. Ti dirò una cosa, ma, ti prego, non prendermi per pazzo. Sono ormai tre mesi che non ci vediamo né parliamo. Sai, in aeroporto non sono stato in grado neanche di rispondere alle tue parole. Ci sono rimasto male, soprattutto per il fatto che non me lo aspettassi. Col passare del tempo ho realizzato che io a te ci tenevo davvero, che il mio malumore era dettato dalla tua assenza e che non se ne sarebbe andato via in così poco tempo. Ho provato anche a contattarti, ma trovando il mio numero bloccato, ho pensato che tu non volessi sentirmi ed ho rispettato la tua volontà. Quando poi non ti ho visto in Polonia, alla partita, lì ho capito: ti avevo perso. Ed ancora una volta ho voluto fare lo stronzo, facendo credere alle tue amiche che di te non me ne fregasse più niente. Devi sapere, Andre, che non è vero.>>

A fermarsi questa volta è lui, non sa cosa dire e nemmeno cosa fare. È bloccato e mi fissa.

<<sai, io sono anche testarda, di conseguenza per capire certe cose serve che mi vengano ripetute più volte. Tipo il fatto che te a me ci tenga. Io dentro di me non ne sono certa nemmeno ora, figurati prima. Io pensavo tu mi volessi solo usare.>> respiro a fondo <<e poi, soprattutto, non sono capace di chiedere scusa. Non sono capace di elencare una serie di motivi per cui dovrei essere perdonata, però ti prego, perdonami, per tutto quello che ti ho fatto. Non pensavo e giuro se solo avessi saputo.. si insomma che ti interessavo davvero>>

<<non ti ho mai presa in giro, Andrea. Te lo giuro.>>

<<allora, ti prego, torna da me e baciami, baciami come solo tu sai fare>>

Le lacrime si erano fatte largo sulla mia faccia, non smettevano di scendere e io non riuscivo a trattenerle. Mi prendo la manica della felpa e me le asciugo per riuscire a guardare lo schiacciatore che intanto se ne sta fisso senza fare niente. Ho capito: ci sarà un'altra. Lo sapevo, la mia occasione ce l'ho avuta e l'ho sprecata, adesso è troppo tardi.

<<senti fa come se non ti avessi detto niente, scusami>>

Così mi giro per recuperare il giubbino e la borsetta che avevo lasciato appoggiati alla sedia dietro di me, per potermene andare.

(parla Jiri)

Lei era rimasta ad aspettarmi fin dopo la doccia, mi stava dicendo che le ero mancato? Non riesco a capire. Dice di essere un disastro, ma lei non lo è. Lei è perfetta così come è.

<<non ti ho mai presa in giro, Andrea. Te lo giuro.>>

<<allora, ti prego, torna da me e baciami, baciami come solo tu sai fare>>

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