(parla Jiri)
Glielo devo dire, adesso è il momento più giusto. È felice.
<<Andre, adesso dovresti ascoltarmi un momento. Devo dirti una cosa importante, ma non agitarti è una cosa bella. – respiro profondamente e inizio a parlare - Senti qualche giorno fa mentre ci sentivamo tu come battuta mi hai piazzato lì la frase "portami via di qui". Io c'ho pensato e volevo chiederti se ti andava di venire a vivere con me a Macerata. Si insomma, te e Alice ed io sotto lo stesso tetto non occasionalmente, ma tutti i giorni. Non sai quanto mi piacerebbe trovarvi li quando la sera torno da allenamento, avervi lì agli allenamenti e alle partite e non solo dietro un cavolo di schermo di cellulare.>>
<<a te piacerebbe trovare la cena pronta, non noi. Ahahaahah>> dice scoppiando a ridere
<<anche quello.- rido anche io- quindi accetti?>>
<<se io qui non avessi proprio più nessuno e fossi sola ti avrei già detto di si, però devo parlarne sia con Alice, che tra l'altro sarà d'accordissimo sul venire a vivere con te perché ti adora, sia con i miei nonni che rimarrebbero qui da soli>>
Non era un si, ma neanche un no. Era un ni. La bacio appassionatamente e poi ci rivestiamo. Andiamo in cucina e ci prepariamo il pranzo.
Ci volevano proprio questi due giorni con lei. Lei fra poco avrà gli esami di maturità. Cercherò di starle il più vicino possibile, per quanto sarà possibile.
(parla Andrea)
Da quando me l'aveva proposto, non pensavo ad altro. Cavoli ci sarei andata anche a corse a vivere con lui. Ma non potevo non pensare. Non posso agire d'impulso, non ci sarei andata di mezzo solo io, stavolta. Alice ha approvato il trasferimento, i miei nonni anche: mi hanno detto che loro ci sarebbero stati comunque, che l'importante che tornassimo su qualche volta a trovarli. L'unica da convincere fino in fondo era la mia testa che aveva una fottuta paura di sbagliare.
I risultati degli esami erano usciti, non erano andati al meglio, sono sicura che avrei potuto dare di più, ma va bene così. Sono uscita da quelle mura che erano diventate così insopportabili.
Jiri ha assistito al mio esame orale insieme ad Alice ed era ormai un mesetto che si era "piazzato" a casa nostra.
<<Ali, a te andrebbe di andare a vivere da lui?-dico indicando lo schiacciatore>>
<<ma poi faccio l'asilo in quel paese li?>>
<<se a te sta bene andarci si, se no rimaniamo qui io e te, e lui andremmo a trovarlo come facciamo da un po' di tempo>>
<<no io voglio andare là. Io voglio andare alle sue partite e raccogliere i palloni. E poi là ci sarebbe anche Simo. Vero Jiri che posso stare anche con lui, se abito da te?>>
La richiesta della piccola non ci suonava per niente strana. Lei adora Simone, le basta anche solo nominarlo che le si illuminano gli occhi.
<<certo, poi potresti venire ad aiutarci ad allenarci, così diventi una vera campionessa anche te come Simone>>
<<sisi. Andre possiamo andare a vivere da lui allora. Così poi Simone mi insegna a giocare bene come lui>>
Tutta felice scappa in giardino a giocare.
<<effettivamente, sarebbe meglio imparasse da lui a giocare a pallavolo, perché se no mi diventa una schiappa se dovesse imparare da te>> dico scoppiando a ridere mentre mi rivolgo allo schiacciatore di fronte a me. In tutta risposta inizia a farmi il solletico, sapendo che non riesco proprio a sopportarlo.
Appena riesco a riprendere fiato mi faccio seria.
<<Jì, l'offerta è ancora disponibile?>>
<<ovvio che si, e da quello che ho capito la risposta è positiva>>
<<già, la risposta è positiva. Veniamo a vivere con te. Dovrai farci un po' di spazio, anche perché siamo due donne.>> dico facendogli una smorfia
<<tanto è grande. Ci stiamo due volte.>>
Effettivamente la sua casa era paragonabile, in grandezza, alla nostra in cui vivevamo in sei. Di conseguenza problemi di spazio non ne abbiamo per niente. Nei giorni successivi iniziamo con il trasloco, imballando tutte le cose in cartoni che piano piano portiamo giù a Macerata, svuotiamo e sistemiamo con cura. Il mio armadio è stracolmo di vestiti, perché essendo dimagrita ho ereditato anche tutti i vestiti di Alessandra, mentre Alice quelli di Asia. Quelli dei miei genitori, sono impacchettati e messi da parte in casa nostra in una stanza che, la famiglia alla quale affittiamo la casa, ci lascia utilizzare per tenere tutte le cose che momentaneamente non ci servono.
La nostra convivenza va abbastanza bene. Tra alti e bassi, ma va avanti. Alice per ora è contenta nonostante non abbia ancora visto Simone, impegnato con la nazionale. Jiri continua i suoi allenamenti per recuperare definitivamente dagli infortuni.
<<dobbiamo andare, hai allenamento adesso>>
<<già ma fatti baciare ancora>>
<<solo quando sarai completamente vestito e pronto per andare in palestra. Ed anche io lo sarò>>
Alla velocità della luce, si prepara. Io ci impiego un po' di più, ma non fa niente. Mi piace farlo aspettare. Finisco di farmi una specie di coda e mi giro verso di lui.
<<sei fantastica, come sempre>>
<<grazie, anche tu non sei male, ma preferisco quel giovanotto nuovo che mi hai presentato stamattina, come si chiama? Christenson? non era male..>>
<<non provocarmi..>> dice con gli occhi a fessura
<<vieni qui gelosone mio. Sei tu il più bello e anche il più bravo. Sei tu il mio uomo>>
<<e tu la mia donna>>
spazio autrice: buonasera a tuttiiiiiiii eccomi con un nuovo capitolo!! come promesso le cose tra Jiri e Andrea stanno andando per il verso dritto... aspetto solo dei vostri commenti eeee come sempre buona lettura e grazie mille a tutti <3
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Sogno o realtà?
FanficAndrea è una ragazza di periferia di ormai diciotto anni. Lei non è la classica bella ragazza e per questo soffre. Fortunatamente ha delle amiche vicino a lei che le vogliono bene e la aiutano con la sua autostima. Un giorno però la sua vita viene c...