È strano come in alcune situazioni si rimanga a non fare niente, fissando il vuoto e sperando che tutti i problemi spariscano nel nulla senza lasciare tracce.Questo è quello che successe per svariati minuti. Non so quanti. Quello che so e di cui sono certo è che ho fatto una grandissima cazzata.
E ora sono qui, a terra sul pavimento. Nudo, con solo un lenzuolo a coprirmi.
Con un ragazzino di sedici anni tra le braccia, indifeso, anch'egli nelle mie stesse condizioni.La mia mente, completamente persa nel vuoto, si risveglia quando il canto di un uccellino interrompere il silenzio.
Decido di alzarmi, facendo molta attenzione a non svegliare il ragazzo, adagiandolo sul letto.
Mi occupo prima di lui, rimettendogli i boxer e la maglietta che avevo buttato sul pavimento in preda alla foga della sera prima.
Poi mi vesto io il più velocemente possibile in modo da potermi occupare completamente del ragazzo, ora bisognoso di attenzioni e di cure.
Dovevo curargli la febbre, in fondo era il minimo che potessi fare per lui.
Sicuramente si sarà ammalato quando è rimasto fuori sotto la pioggia e al freddo.
Apro l'armadio e prendo un plaid, che distendo sul corpo caldo del castano.
Poi vado in bagno per riempire una bacinella piena di acqua fresca, prendendo anche una pezza.
Ritorno dal ragazzo, che continua ad ansimare lievemente a causa della febbre alta, gli poggio delicatamente la pezza bagnata sulla fronte calda, mentre alcune goccioline d'acqua scivolano dalla sua fronte bagnando un pò i capelli castani.
Cambio la pezza varie volte quando si riscalda a contatto con la pelle calda del giovane.
Gli scocco un leggero bacio sulla fronte per controllare se la febbre sia scesa.
Per fortuna sembra essersi abbassata, anche se di poco.Gli asciugo la fronte con il lenzuolo, prima di gettarlo tra i panni sporchi.
Lo copro per bene con il plaid per farlo stare al caldo, poi decido di farmi una doccia.
[…]
Il getto d'acqua calda che s'infrange sul mio corpo, lo scroscio rilassante, capace di far dimenticare e ricordare.
Ecco quello che volevo.
Ricordare quegli ansiti, quelle urla di dolore, quei "ti prego, basta" , per poi dimenticarli e pregare che non fossero mai accaduti.Io non volevo, davvero.
Non avrei mai voluto fargli del male.
Sò perfettamente cosa si prova, ma in quel momento la mia mente non mi apparteneva.
Sarà stata colpa della droga, di essere sempre sfruttato, della rabbia repressa e dal desiderio di smettere con quella vita a farmi agire in quel modo così deplorevole.
Ma queste non sono di certo scuse valide per aver violato un ragazzino.
"Sono proprio un idiota"
EREN'S POV
La testa pulsa e fa male. Sento come se una pressa mi stia schiacciando il cervello, provicandomi un forte dolore.
Cerco di aprire gli occhi, ritrovandomi poi ancora disteso sul letto del moro.
Stranamente sono vestito e coperto.
Che Levi si sia occupato di me? No...perché avrebbe dovuto dopo quello che mi ha fatto?
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BEST MISTAKE- Levi x Eren ( Ereri/Riren)~yaoi
FanfictionEren è un semplice ragazzo come altri, scampato ad una situazione familiare difficile, e trasferito in un appartamento di una delle più grandi città:Los Angeles. Lì troverà un lavoro, degli amici ed una persona speciale. Ma non tutti sono sempre gen...