32. Irresistibile desiderio...

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Si svegliò con l'odore pungente di lui sulla pelle... Si stiracchiò, ancora sentendo il suo corpo sormontarla... Si stropicciò gli occhi, cercandolo al suo fianco... ma non c'era... Al suo posto trovò un biglietto...
"Scusami, Carley. È stato fantastico, ma ora devo tornare a lavorare in giardino, prima che mia nonna si insospettisca. Ti amo, fammi sapere quando ti sei svegliata. Grazie di tutto.", le parole, nonostante fossero abbastanza fredde, lasciavano intravedere quanto prendesse fuoco il suo cuore per lei. Sorrise leggendolo e alla fine si morse il labbro inferiore, ripensando ai suoi addominali scolpiti e quel suo sensuale ammiccamento mentre le lanciava sorrisi.
Si alzò dal divano pigra e svogliata. Voleva altre coccole, le piacevano... Non lo avrebbe mai detto... Credeva fossero solo una perdita di tempo, ma sentire i suoi baci sul collo, le sue mani stringerle i fianchi e accarezzarle la schiena, i suoi morsi sulle spalle era fantastico. Non riusciva a smettere di sorridere, non le era mai successo. Si vestì con l'immagine di loro due insieme in testa. Non ne aveva mai abbastanza di lui. Salì verso la sua camera... ancora le lenzuola erano tutte scomposte e stropicciate... Una canzone romantica le suonò in testa, pensando alle parole scambiate e ai baci rubati. Lo vedeva ancora senza vestiti che la guardava intensamente e la invitava ad essere sua.
Si pettinò i capelli per almeno un quarto d'ora, immersa nei più dolci pensieri. Non aveva alcuna voglia di andare a lavoro... L'unico capriccio che le passava per la testa era di stare ancora e ancora tra le braccia possenti di Jeffrey e goderselo fino all'ultimo giorno della sua vita, perché anche se era difficile ammetterlo, era proprio lui il ragazzo che aveva da sempre cercato... Se prima era abbastanza un qualcosa di confuso, ora era limpido come il cielo quanto valesse per lei... Era lo sconvolgimento più bello e opportuno che potesse mai riscontrare nella sua vita. Quella falla nel sistema, ma che in qualche modo incomprensibile, dava senso a tutto il complesso. Quell'imprevisto che si era sempre augurata di incontrare, perché ne sarebbe valsa la pena. Lo aveva sempre avuto accanto a sé, ma non lo aveva mai considerato e se sì, lo aveva voluto tenere a distanza. Si stava solo rendendo infelice.
Si truccò velocemente senza accorgersi che si stava guardando allo specchio o che il mascara le si fosse sbavato sulla palpebra inferiore. Prese la borsa che tra tutte non intonava affatto con i suoi vestiti, ci buttò dentro tutto quello che le capitava sotto tiro e che la minima parte attiva del suo cervello riscontrava fosse utile. Scese nuovamente le scale. Entrò nel bagno, dove ancora non aveva buttato le bende insanguinate e non aveva messo a posto il disinfettante. Cercò di rassettare alla bene e meglio tutto, poi uscì a salutare Max e dargli la colazione già preparata. Nulla sembrava più lo stesso dopo che lui era subentrato così, divampando come un fuoco alimentato, nella sua solita e noiosa vita. Vedeva tutto con altri occhi... una realtà incredibilmente stupenda sotto ogni sfaccettatura. Il Sole era innalzato nel cielo terso, come una bandiera luminosa... I passerotti tessevano melodie, cinguettando all'unisono... Il prato era così verde e costellato dalla rugiada... Solo lui mancava... Lì, sulla soglia del cancello che correva verso di lei e la portava lontano da quella monotonia, da quelle imponenti responsabilità... E se fosse andata da lui, prendendosi un altro giorno di malattia? Mmm... Non ci pensò più di tanto. Chiuse le porte e andò frettolosamente verso la macchina. Aprì il cancello col telecomando ed uscì senza alcun pensiero in testa... Voleva solo lui adesso... Non sarebbe riuscita a fare altro, d'altronde... Sarebbe stata tutta la mattina a chiedersi come stesse o cosa stesse facendo o come avrebbe voluto fare certe cose con lui...

Il corso della fenice...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora