Otto

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I giorni seguenti furono tutti uguali, veramente non ci fu distinzione tra uno e altro. Lyndon da quella sera non si fece più sentire, si incrociavano parecchie volte nei corridoi ma lui sembrava non la vedesse neanche.

Un giorno lo sorprese nel bagno della scuola a fare cose sconce con una ragazza mai vista prima, appena si accorse della sua presenza la guardò inespressivo e andò via.

Perché era distante? Si era già scocciato della piccola e ingenua Selly?

Una novità positiva c'era aveva legato con una ragazza italiana di nome Valentina, erano uscite parecchie volte insieme. Sembravano si conoscessero da un vita. Una gioia anche a lei ogni tanto.

Nella pausa pranzo, si diresse in bagno ma si trovò davanti il ragazzo tanto carino dagli occhi smeraldo.

-Dove credi di andare preda di Lyndon-  cosa? Non si e resto conto che è una persona e non un animale?

"Simpatico ma non sono la preda di nessuno, sono libera" rispose con noia.

-Ah finalmente ti sei liberata di quel omino?-si certo adesso lo chiama omino ma scommetto che ha ancora paura di lui.

"Tranquillo non gli importa più di me" sussurrò, più a se stessa che a lui.

Forse Non sopportava  il fatto che non gli importasse più nulla.

-Menomale, allora che ne dici se pranziamo insieme?-

"Certo però ora levati davanti che devo andare in bagno se non ti dispiace"

-Hai ragione, scusami-

Si sciacquò il viso, e guardandosi allo specchio si accorse di avere ancora un po' viola al occhio, aveva ancora macchie di lui sul suo viso e purtroppo non sono lì, anche nel anima ormai non faceva altro che pensarlo e odiava con tutta se stessa questi pensieri, avrebbe voluti tanto soffocarli con il cuscino come si fa con un urlo isterico, ma purtroppo con i pensieri non funziona così.

Non si comanda la testa. Non si comandata a cosa pensare.

Un volta uscita, c'era occhi smeraldo che l'aspettava con una cicca tra le labbra secche, appena la vide il suo volto venne invaso da un sorriso a 32 denti e ricambio inevitabilmente, era impossibile resistere a uno così.

Si incamminarono lungo il corridoio per arrivare alla mensa, lui si avvicinò troppo per i suoi gusti appoggio una mano sulla sua spalla ma non gliela tolse.

Raggiunsero gli altri è così iniziarono a mangiare, finalmente un pranzo in santa pace.

La prima mezz'ora passo tra chiacchiere e risate all'improvviso una voce alle sue spalle disse "-Uh qui abbiamo una nuova coppia-"  una voce a lei sconosciuta, si girò per guardare chi fosse, ed era Zac l'amico del suo ex persecutore.

"Siamo amici" si affrettò a rispondere, non voleva guai.

Ed ecco, qui che apparve anche Lyndon che si accigliò  nel guardare la scena.

In quel momento si pentì amaramente di aver accettato l'invito.

Come era possibile che ogni volta diceva pranzo tranquillo succedeva sempre il contrario?

-cosa cazzo non ti è stato chiaro di quello che ti ho detto l'altra volta? Vuoi che te lo ricorda idiota?- urlo  Lyndon in prenda ad un rabbia che se lo avesse  visto il diavolo per sino lui avrebbe avuto paura.

Tutta la mensa stava guardando lo spettacolo incuriosito.

Lyndon era, irreconozcibile, aveva i pugni stretti lungo il dorso. Gli occhi puntati sul ragazzo, sembrava in preda a atto di vera e propria ira.

"Lyndon io sono libera di frequentare chi cazzo voglio e ora va dove sei stato fin adesso"  Selly interruppe così il contatto viso che Lyndon aveva sul ragazzo, il tono di voce era lo stesso  del cretino che aveva appena messo in atto un teatrino ridicolo.

I suoi occhi si puntatoro su quelli di Selly, che sorpresa li trovo rossi di fuoco.

Era Lucifero in quel momento.

-zitta  tu- la  prese con un braccio e la sposto da dov'era,ci mise così tanta cattiveria e forza che la fece cadere a terra.

In un baleno, si gettò contro il ragazzo dagli occhi smeraldo, che pensandoci manco conosceva il nome.

Come si fa ad essere gelosi di uno di cui non si conosce neanche il nome?

  questo però  non lo sapeva.

Il pavimento freddo era pieno di gocce di sangue, provo ad alzarsi  di scatto da terra, le gambe gli tremavano non riusciva a reggersi in piedi.

Per coloa sua un ragazzo, era finito nei guai. Pestato a sangue.

Cadde delusa a terra, perché restano tutti a guardare senza far nulla?

Sempre i soliti codardi di merda.

"Basta basta ti prego" riuscì a dire senza che le parole gli morivano in gola, tra un singhiozzo e l'altro.

Lyndon era troppo preso, non gli diede retta. Non l'aveva neanche sentita.

Zac la prese in braccio, è la porto in macchina, lei senza forze non obietto.

Forse era la cosa migliore da fare,
assistere a quella scena la faceva solo stare male ulteriormente .

Dopo un po' arrivo anche Lyndon con le mani sanguinante, la guardò in cagnesco.

Era così confusa, un attimo prima sembrava che non gli importasse, e che quasi si era dimenticato della sua esistenza e poi..

La testa gli scoppiava, era piena di domende senza risposta.

"Dove andiamo?"  era sfinita, era così stanca.

-Credi sia il momento di fare domande stupida?- di risposta ebbe un  Urlò, e lo vide stringere di più il volante.

"Tu sei malato" mormorò con un pizzico di malizia aveva voglia di farlo arrabbiare di più, avrebbe voluto fargli del male più di quanto lui ne avesse fatto a lei in tutto quel periodo.

SEI MIA CHE TU LO VOGLIA O NO (revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora