Dicianove

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Il mattino successivo si sveglio con una terribile emicrania che la torturò per l'intera  giornata e la costrinse  a inghiottire diversi analgesici. 
Lyndon tornò a scuola il suo  l'atteggiamento era più tosto freddo e distante, la esasperò  di certo lui la sua notte non doveva certo essere stata tormentosa mentre lei..ma penso che   lui non aveva colpe,non le aveva mai chiesto di amarlo.

Alla sera continuava a occuparsi dei preparativi per il weekend. Valentina l'aveva obbligata ad andare a Pretoria nella città natale di suo padre e l'idea gli era sembrata interessante, almeno avrebbe spezzato quel aria soffocante.

Aveva sciolto i capelli e portava una semplice collana di perle e orecchini assorditi. Quella sera aveva deciso di farsi bella per Valentina. Se lo meritava, cercava in continuazione di farla stare meglio.Un'amica d'oro.
Mentre posava sulla sedia il cappotto da sera è una borsa d'argento udì suonare alla porta e Valentina gridò
-Selly, ti dispiace andare ad aprire?-
"Aspetti qualcuno?"chiese lei dirigendosi verso la porta.
-C'è sempre qualcuno che passa di qui all'ora di cena. C'è il solito vicino, digli che non c'è niente da mangiare e mandalo via-.
Lei attraverso il salotto sorridendo e nel frattempo poi il campanello suonò di nuovo, impaziente. Selly spalancò la porta e il sorriso le svanì immediatamente.
"Tu!" Esclamò incredula.
Davanti a lei c'era Lyndon indossava uno smoking grigio scuro e una camicia bianca che metteva in risalto il corpo scolpito. Non riuscì a star calma.
"Che cosa ci fai qui?"
<Sei molto gentile per invitarmi ad entrare >ironizzo lui.
"Non sapevo avevi intenzione di venire a Pretoria per il weekend" osservò, lasciandolo entrare e rabbrividendo di disgusto quando lui la sfiorò. Ma in cuor suo sapeva di essere felice di rivederlo dopo tanto. Doveva solo ammetterlo.
<Non c'è stato modo di dirtelo>ribattè lui senza guardarla.
<Ciao Valentina hai riservato i posti come ti avevo detto?>
-Si- rispose Valentina guardando Selly con la coda del occhio. Tese due biglietti a Lyndon che gli disse sorridendo <Grazie> .
Si mise i biglietti in tasca e si volse verso Selly che incuriosita stava guardando entrambi.
<Sei pronta?>
"Pronta?" Rispose senza capire.
<Al cinema danno il Lope de Vega> la informo con un segno d'impazienza.
"E cosa vuoi che m'importi?" Chiese lei.
<Andremo insieme> ribattè in tono deciso.
"Ti ho chiesto più volte di starmi lontano perché non lo fai eh? Tanto ora hai avuto quello che volevi no?" Urlo lei gli prudevano le mani,avrebbe avuto tanto piacere a staccargli gli occhi.
<Selly io non posso starti lontano, noi siamo legati da sempre> non voleva sentire altro, ne aveva fin su i capelli di lui e di tutti i suoi sporchi  giochetti.
Lanciò un occhiataccia a Valentina che arrossì evidentemente pensava di aver fatto la cosa giusta.
Selly sorpasso entrambi e andò via sbattendo bruscamente la porta dicendo "La prossima volta dovete avere chiaro che le persone non si muovono come burattini" i burattini si muovono grazie al movimento di chi lo manovra e lei di certo non voleva essere manovrata o per lo meno non più.

Imbocca una strada deserta senza luci, e dovunque guardi c'era soltanto erba altissima. Letteralmente si gela ma lei continuava a camminare, fiera.

SEI MIA CHE TU LO VOGLIA O NO (revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora