Vetricinque

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<Ricordati di chi stai parlando> ribattè prontamente qualcuno. A ciò il tipo che gli stava avvinghiato addosso si irrigidì d'istinto nell'udire quella voce ben nota, che vibrava di biasimo e sarcasmo.

<Togli immediatamente le tue sporche mani da lei, subito!> aggiunse.
Il ragazzo immediatamente si blocca, con ancora la mano in aria Lyndon si avvicinò con passo sicuro.
-Da quando non condividi più le bambole?- controbatte il ragazzo dai capelli scambiati, Lyndon gli fece cenno con una mano di stare zitto e così dopo poco l'unica cosa che si sentiva era il fruscio del vento.

Era sicura che se avesse tentato di farle male lei stessa lo avrebbe spezzato in due. Penso che questa era un'altra ragione per cui Lyndon avrebbe ucciso il riccio biondo, per evitare a lei di farlo altrimenti, sarebbe vissuta con quel pensiero per sempre. In quel momento senti addirittura i pensieri del suo persecutore, sentiva di essere amata e dopo tutto era la sensazione più bella che ci potesse essere. Non ci sono parole.

Erano in viaggio già da due ore esatte, ci furono i soliti battibecchi, lei con mille domande e lui con le sue non risposte.

"È stupido come ogni volta mi aspetti qualcosa da te" pensò ad alta voce, lui continuò a guardare concentrato la strada.

<Menomale che lo sai> le disse con tono beffardo.

"Tu continua a prendermi in giro ma sappi che mi deludi ogni volta.. e io continuo a non essere tua" disse scoccando a Lyndon un'occhiata di ironica sottomissione.

Lyndon si girò alla brusca risposta. Si fermò al limite della strada affiancato da un sentiero erboso. Sbircio al suo fianco e l'espressione non rivelava nulla. È strano come un ragazzo non abbia espressioni visiva, un grosso bah.

<Non osare mai più parlare ancora di questo argomento> la risposta fu gelida
Il silenzio che segui era impossibile da rompere. Dalle orecchie di Lyndon giurò di aver visto uscire il fumo. Incredibile come quel argomento lo faceva andare fuori di testa e si chiedeva il perché, insomma quello era uno dei tanti perché che si poneva.

"Non sapevo che Selly Grant fosse tua" disse, tanto per dire qualcosa.
Infine Lyndon si girò verso di lei e parlò, in tono che tradiva certa violenza <Te le cerchi> urlò per poi muovere la mano in direzione del suo volto, con ancora la mano a mezz'aria la guarda e la ritrae immediatamente. Capi che stava per mollargli uno schiaffo.

Selly deglutì quando vide la sua espressione tesa, pallida, troppo controllata allo stesso tempo. Era arrabbiato. Più arrabbiato di quando era piombato nella mensa, minacciando di uccidere Aron. Così arrabbiato che lei si preparò a combattere, non sapeva cosa però.
"Scusa" disse, confusa.
"Okay so che sei già arrabbiato di tuo...per cose tue. Ma non c'è motivo che te la prendi con me" non si sarebbe lasciata urlare addosso solo perché era stato colto da un attacco di malumore.
<Tu sei mia> Lyndon la guardò, rabbioso. Selly attese di vedere uscire il vapore dalle sue orecchie.
"Certo sei come mio nonno ripeti sempre le stesse cose" lui scosse la testa,l'idea era bizzarra.

SEI MIA CHE TU LO VOGLIA O NO (revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora