Quattordici

33.4K 783 47
                                    

Era passata anche un'altra giornata scolastica e con lei anche un'altro giorno, di Lyndon non ebbe più notizie dal mattino. Ancora stava lì a pensarci del perché di quella frase, di come l'avrebbe punita.

Nel frattempo che gli venisse sonno, se ne stava lì tra le coperte morbide con il suo gatto di nome Zeus, un nome buffo ma lo aveva scelto al età di cinque anni quindi era comprensibile.

Il giorno seguente venne svegliata in modo diverso, qualcuno le pizzicava il braccio "Ma cosa cazzo vuoi? Chiunque tu sia vattene" urlò assonata.
-Come a solito bella accoglienza cuginetta le buone maniere te le hanno insegnate?- gli tolse il cuscino da sotto alla testa e, questo la portò a un grido isterico, ma cosa volevano tutti?
-Dai che oggi ti accompagno io a scuola- aggiunge allontanandosi dalla stanza.
"Questa si che è una bella notizia" era super ironica,ma lui non lo capì, infatti di tutta risposta, le disse, di essere contento con tanto di sorriso.
Ma ti pare che una possa essere contenta di andare a scuola? Se la svegli e gli dici puoi continuare a dormire , quella si che era una bella notizia non credete anche voi? Anzi facciamo che non la svegli proprio.

Si guardò un attimo allo specchio prima di scendere, aveva indossato dei pantaloni bianchi stretti strappati con una camicia a quadretti rossa e bianca, i capelli raccolti in una coda; è il solito leggero trucco sugli occhi nocciola.

Propose a suo cugino, Leonardo , di essere lasciata, un po' prima dall'ingresso scuola, ma lui non sentì ragione. Scese subito dalla moto guardandosi in giro, sperando che Lyndon non ci fosse non voleva altri guai, ancora non era a conoscenza di questa vicenda, è sicuramente non le avrebbe lasciato il tempo di spiegare.
Per fortuna non c'era, ma sentiva come se la sua presenza c'era è come, respirava nel aria il suo profumo. Strano come l'inconscio, giochi a brutti scherzi. 
Si guardò alle spalle e vide il suo fidatissimo amico Zac, immaginava che glielo avrebbe riferito e questo piccolo particolare, le portava agitazione.

Andò in classe seguita da Valentina e da tutto il resto, oggi era stranamente puntuale. Il momento della ricreazione arrivo quasi subito, quello era il momento che più preferiva, della giornata scolastica insieme a quello del pranzo dove si riunivano tutti nella grande mensa.

Venne abbracciata di spalle, da qualcuno con possenti braccia, respirava quel profumo deciso e intenso, sapeva perfettamente chi era non aveva bisogno che parlasse.
"Non mi fai respirare" a ciò diminuì di poco la presa, ne fu costretto, lei si agitava in continuazione.
<E lasciati abbracciare un po',  quando la smetterai di fare la snob> il tono era decisamente seccato, ma lasciava un pizzico di ironia. Di risposta gli diede uno leggero schiaffo sul braccio, e poi rise, lui la giro un po' bruscamente per permettersi di guardarsi negli occhi, aveva qualcosa che non andava assolutamente. I suoi occhi azzurri erano invasi dalle pupille nere, e questo di solito non prometteva niente di buono. Deglutì.
<Hai qualcosa da nascondere? Ti vedo strana> sapeva a cosa si riferiva, la sua voce così calda e roca la fece rabbrividire non aveva voglia di litigare. Più tosto di un bel bacio.
"Beh... ci sarebbe una cosa" al fianco del ragazzo passò una ragazza dai capelli rossi lunghi, che gli lasciò un sguardo provocatorio, si guardarono e lei gli sorrise. Gatta morta. Ovviamente questa cosa non sfuggi agli occhi di Selly che era al quanto infastidita, non tanto per la tipa ma per il comportamento di lui. Sempre il solito non si smentisce mai.
<Ti ascolto> disse grattandosi contemporaneamente abbassando il capo in direzione della ragazza gli stava guardando il didietro. Era più importante quello che ascoltarla?
"Quando sei interessato veramente ad ascoltare cosa ho da dirti mi chiami ok?" Lui la guardò, era confuso.
Ma veramente? Ora fa anche il finto tonto?
<Dove vai? Vieni qua> ordinò ma lei non gli diede ascolto si diresse in bagno.

Appena uscì lui era lì davanti alla porta che la guardava con improvvisa contrarietà , la scaravento al muro,davanti a quella reazione lei vacillo e chiuse gli occhi, certa che l'avrebbe picchiata. Ma non la colpi. L'afferro invece con forza per le spalle e la trasse a se, baciandole il collo. Aveva bisogno di lei come lei di lui.
<Devi stare tranquilla> riuscì a dire mezzo soffocato tra un bacio e l'altro.
Si stava immergendo in quel mondo di dolcezza, quando il suo sguardo cadde sulla ragazza rossa, con un po' di dispiacere appoggio le mani sul torace di lui per allontanarlo.
Era inquietante quella rossa ossigenata ,era di un rosso palesemente finto come i suoi capelli lunghi,ma la domanda più importante che trafilava nella testa di Selly è cosa voleva dal suo perseguitore? È cosa c'entrava quella tipa con lui? Era una scopa amica?
<Cosa c'è ora che non va?> ansimò  lui, in oscuro di tutta la situazione.
"Mi sta facendo gelare il sangue" disse, puntando un dito accusatore contro la rossa "Esigo che mi dici subito chi è. Subito!" si giro per capire di chi stesse parlando.
<Non dovrebbe essere qui>osservo lui con freddezza.
"Ebbene, ora mi dici chi.."
<Non è nessuno di importante>la interruppe Lyndon.
<Be', Selly vai in classe poi ti spiego>aveva aggiunto <Sabato sera usciremo.> quella frase la fece agitare, tutto quello non aveva un filo logico.

SEI MIA CHE TU LO VOGLIA O NO (revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora