Trentatrè

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Salirono ancora una rampa di scale  passarono in un lungo corridoio, a metà del quale c'era una stanza grande con delle poltrone, un televisore enorme è un vecchio camino. Il corridoio era invaso di porte tutte uguali. Lyndon infilò in una porta delle chiavi che aveva preso in precedenza da una segretaria.
La stanza era composta da quattro mura azzurre, un letto, una scrivania e un paio di sedie. C'erano due porte, una era quella dell'ingresso e l'altra del bagno spiegò Lyndon.

<Quando cazzo la smetterai, con questo atteggiamento? Dio mi snervi> Lyndon visualmente arrabbiato per via del comportamento della bimba, inizio a ticchettare le dita sul muro ruvido è azzurro. Era nervoso già di suo, poi si metteva anche lei. Un misto perfetto.
"Mai quanto tu snervi me" decise di smetterla con lo sciopero della parola,altrimenti avrebbe superato il limite. È Lyndon ne aveva già abbastanza, gli si leggeva in viso. Ma se lo meritava proprio tutto. Sorrise.
<Quanta pazienza>più che un bisbiglio, sembro un sospiro di esasperazione. A chi lo dici.. alla fine le cose venivano sempre raggirate.
"Signorino non vorrei disturbarla sa..ma mi dica che posto eh? È cosa ci faccio io qui? Dai la prego" lo prese in giro, e questo non fece altro che aumentare la sua rabbia.
"Oh vedo uscire del vapore" continuò con voce sottile, Lyndon le lancio un occhiataccia è poi uscì dalla stanza sbattendo rumorosamente la porta.
Selly ne approfittò per fare un giro della struttura, supero il lungo corridoio fatto in precedenza, è ancora una volta non riuscì a capire che posto era quello, di certo non era una banca manco una posta, e quindi cos'era, una specie di albergo?  Strano.
La struttura era immensa. Camminò lentamente più di un'ora, facendo un giro circolare di quello strano palazzo.
Più in là, c'era un ruscello che si perdeva in un fitto bosco. Camminava da molto, ma Selly non dava segni di stanchezza, quel posto la rilassava.
Si sedette sul prato verde immenso di margherite ondeggiavano al venticello quasi caldo, il tempo era afoso, e gli venne voglia di mare, di sole e si anche ragazzi in costume da poter ammirare.
-Ti va se mi siedo un po'?- chiese a un tratto qualcuno, dalla voce sembrò un ragazzo. Selly sussulto.
-Scusami non volevo spaventarti- il ragazzo si avvicinò, e osservo il panorama.
"Fa niente" rispose lei. Si appoggiò  sui gomiti, reclinando la testa e osservo il tizio, aveva dei capelli colorati di bianco. Un viso familiare.
"Per caso ci siamo già visti?" Chiese sorridendo, per non sembrare troppo inopportuna.
-La maggior parte della gente mi conosce, quindi tu sei una delle tante, eh no io non ti ho mai vista-che presuntuoso del cazzo.
"Quante arie, manco te lo puoi permettere" mentì, nonostante i suoi capelli ridicoli era un vero playboy, di quelli fighi.
-Sono sicuro che non la pensi così-
Tutti a me! Che nervi!

Selly raccolse una margherita e si alzò, penso di dover rientrare per non far spaventare Lyndon. Salutò il tizio è si avviò all'entrata del palazzo. Si girò verso di esso, raddrizzo le spalle e entrò,chiudendo ad agio la porta dietro di lei. La colpi senza preavviso.Le prese il polso sinistro le torse dietro la schiena,la spinse violentemente contro la porta, mandandola sbattere contro la maniglia <Ti ho chiamato e non mi hai risposto> Sibilo Lyndon, con la faccia a pochi centimetri da lei.
<Con chi eri?>
"Fermati"dolorante riuscirà a sussurrare. Lyndon le tolse di più il polso, di nuovo, sorrise quando lei urlò dal dolore <Dimmelo> urlò.
"Sono andata a fare un giro, niente di più"disse lei, saltando il tipo conosciuto poco fa. Lui ci pensò un po', poi la lascio andare con sorriso <Mi sono preoccupato> Bel modo di preoccuparsi. Sempre più triste.
"Sai avresti solo dovuto chiedere, senza il bisogno di sbattermi contro una dannata porta cazzo" sbottò, il suo ghigno divenne più ampio <Vedo che non hai intenzione di prenderti cura di me> mentre parlava, si sedette a tavola
e cominciò a mangiare. È stupido o cosa? Lo fa apposta! Idiota! Imbecille! Stronzo! Affogati.
Selly non rispose e si diresse verso il letto, e ci volle poco a cadere nelle braccia di Morfeo.

SEI MIA CHE TU LO VOGLIA O NO (revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora