Diciasette

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<Veramente desideri questo?> non sapeva neanche lei cosa desiderava, ma l'immagine di non vederlo più la trafiggeva, non riusciva neanche a immaginare la sua vita senza di lui, l'idea di lui lontano da lei, o addirittura con un altra. Infondo tutto il male che gli faceva non era nulla a confronto a quello che poteva provava senza di lui . Desiderava in quel momento più che mai di sapere cosa c'era dietro al suo essere così duro, di certo non si sarebbe fatta intimorire dai suoi punti più oscuri sarebbe rimasta al suo fianco comunque perché quello era il suo posto nel mondo. Li si sentiva al sicuro, desidera voluta e amata. Amata in modo di dire, amata in un modo introverso ma pur sempre amata.
<Aprimi> disse ancora, quasi si strozzava con la sua stessa saliva era completamente in un altra dimensione.

<Aprimi e dimmi guardandomi negli occhi che non mi vuoi> aggiunse poi Lyndon con la voce ineffabile. Fidarsi o no? Era il dilemma nella testa di Selly.
Aprì uno spiraglio di porta per poterlo guardare era appoggiato al spid della porta con le braccia contese, lo sguardo ancora su essa. Era lì beato è fiero con l'aria da snob arrabbiato. Un Dio greco.
Appena si accorse di Selly la fulminò con lo sguardo, se un sguardo avrebbe potuto uccidere sarebbe già morta.
Cercò di chiudere la porta ma lui l'anticipo mettendoci un piede davanti, in quel istante era impossibile scappare. Premeva contro il suo piede, faceva forza su esso voleva soltanto chiudere la porta nient'altro.
<Non fare resistenza sai che se voglio faccio volare te e la porta quindi cerca di non farmi arrivare a farlo!>Lyndon la afferrò stringendosela addosso e nel farlo l'uno sentì il batticuore del altro.
"No no,no!" avrebbe dovuto cedere?
<Vuoi che me ne vada?> la guardò con un sguardo dolce come per spingerla a dirgli di no. Si poteva fidare di lui. Lo aveva dimostrato con questo suo ultimo atteggiamento. Per la prima volta chiedeva a lei cosa voleva.

"Si!" affermò sicura, tanto sicura che sembrava veramente sicura ma in realtà non era affatto quella la cosa che voleva. Lui la guardò in un modo terribilmente inespressivo ma lei sapeva di averlo ucciso. Per un volta che aveva avuto il privilegio di manovrare il coltello dalla parte della manica decise di pugnalarlo, ma così facendo ferì se stessa più che lui.
Era rimasta lì ferma a fissare il vuoto davanti ai suoi occhi, lui era scomparso così dal nulla. Si era arreso veramente?

Giorno dopo giorno, lei sentiva sempre di più la sua mancanza. La sentiva così tanto che ormai ai suoi occhi si vedeva soltanto un vegetale. Non uscì per una settimana non andò a scuola, stava lì ad ascoltare le lamentele di sua madre e dei suoi cari gli domandavano del perché si fosse ridotta così, si inventò una scusa non tanto credibile ma agli occhi degli altri non era cosi. Si faceva pena da sola tanto da pensare che l'assecondavano per non farla stare peggio, ma in realtà lei desidera che facessero finta di nulla così da non aumentare il suo dolore.

In verità il dolore che sentiva al petto non gli permetteva di focalizzare nulla, di capire bene cosa gli stesse succedendo. Veramente non sarebbe riuscita a vivere senza qualcuno? Non è che forse si stava un po' lasciando trascinare da quella situazione? Forse l'idea di essere libera la rendeva debole, perché infondo amava il fatto che qualcuno era tanto pazzo da continuare a volerla al suo fianco.
Tutti possiamo vivere senza tutti, quindi perché tormentarsi? Aveva deciso di riprendere in mano la sua vita e non pensare a nulla e nessuno.
Il futuro la spaventava, insomma guardare avanti e vedere solo buio è inquietante come cosa, ma allo stesso tempo è anche sorprendente perché sta a noi scrivere le pagine del nostro futuro è cosa gli aspetterà a Selly? Veramente stravolgerà la sua vita? Veramente i due si perderanno per sempre? Veramente riuscirà a dimenticarlo? No.

SEI MIA CHE TU LO VOGLIA O NO (revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora