-Sta zitta per favore. - disse Lyndon per la millesima volta, Selly era come una cascata di parole. Non smetteva di parlare.
Gli domandava, dove era stato. Cosa aveva fatto. Perché aveva reagito in quel modo. Perché non la smettava e basta di essere così.. Così Lyndon.
-Devo essere violento eh?- esasperato più che mai, la sua mano si punto sui capelli della bionda e li tirò,
la spinse in una spinta brutale e così facendo si piegò in avanti andando a sbattere contro il parabrezza."Non conosci niente altro, che queste maniere? Se sarai così non ti vorrò mai" non urla, non ha forze, semplicemente parla.
-Ancora?Ancora? Non capisci quando devi stare zitta?- sbraita furioso. Ancora più forte di prima,la sua voce era quasi capace di rompere i timpani.
Le lacrime, sul volto della piccola rigavano, veloci e calde.
guardò fuori dal finestrino, per scappare dalla realtà in cui era costretta a essere.
Il passeggio le sembrò lineare prati curati ovunque, avrebbe preferito non vederlo mai più altroché che punirlo per non esserci stato, lo avrebbe benedetto.
Aveva dimenticato cosa si provasse stando al suo fianco, cioè inferno puro.
Pregava che se ne andasse ma questa volta per sempre.
Dopo un ora di cammino in auto, in una direzione a lei sconosciuta si addormentò ma poi subito si risvegliò aveva un mal di testa incredibile.
-Ti piace?- ruppe il silenzio Lyndon in modo brusco, tanto da farla sobbalzare aveva timore di cosa poteva succedere.
"C-chi?"
-Sai benissimo chi, non farmi innervosire- sbuffò, stringendo ancora una volta il volante. Le mani erano bianche,talemte che premeva i polpastrelli sul volante in pelle nera.
"Sono cavoli miei" affermò veloce.
Lyndon scese dall'auto, sbattendo la portiera tanto forte da far ballare l'Audi.
Apri la portiera posteriore, lei lo guardò con aria interrogativa che intenzione aveva?
La prese per un braccio e la fece scendere, la sbatte con irruenza contro l'auto.
-Cosa c'è stato tra di voi?- Il suo sguardo era più penetrante di un cortelo allo stomaco,era impaurita ma aveva promesso a se stessa che sarebbe stata dura, che gli avrebbe reso il tutto più difficile. Voleva la guerra? Bene.
"Mi sembra di averti, già risposto. " sputa fuori, a denti stretti. Fiera e coraggiosa.
Lo osservava mentre, contrae la mascella e, assume uno sguardo irato.
Accade tutto molto velocemte, carica un pugno che gli rombe il labbro inferiore, si avvicina cauto per leccarglielo e succhiarlo, lei di risposta chiude gli occhi schifata.
Come poteva picchiarla e poi fare quello? era malato per davvero.
- Non voglio farti del male, quindi rispondi alle mie cazzo di domande- era così.. Così calmo.
"No non ti devo nulla" rispose.
Chiudendosi a riccio per difendersi, dal ennesimo schiaffo che non tardò ad arrivare, è questa volta gli tirò i capelli per sbatterle la testa al vetro, si sentiva mancare il respiro le gambe,tutto il corpo.
Delle lacrime amare e calde gli scesero fin giù al collo, non ce la faceva. "Por-ta-mi a casa" tra un respiro e altro disse con estrema difficolta.
-Tu non vai da nessuna parte se non rispondi non l'hai capito?- urla soltanto.
Il parcheggio, dove sono e compeltamente zeppo di macchina, ma nessun uomo o donna è in giro.
"Niente" si era arresa, non poteva continuare a fare la dura con uno, che aveva una pietra al posto del cuore.
<Cosa niente?> urlò con gli occhi lucidi,sembrava come se fosse posseduto, come se sapere, cosa c'era tra di loro era cosa necessaria per vivere.
"N-non c'è stato niente" era in mille pezzi. Che dico, milioni.
<Lo sai che se dici le bugie, ti si legge in faccia?> era una frase normale, ma il tono era minaccioso, la guardava, le scruto tutto il viso per poi fermarsi al labbro sanguinante.
<Ti fa male?> sussurro, con occhi lucidi. Accarezzandogli la guancia, lei annui piano.
Era calmo ,avrebbe potuto azzardare.
"Perché ti fai vivo solo ora?" sapere, dove era stato, perché era sparito.
Voleva saperlo, più ogni altra cosa.
Provo a non interessarsi di quell essere spregevole, ma era quasi impossibile.
< non mi andava> disse semplicemente.
Senti il cuore rompersi in tanti pezzi, mentre un groppo in gola la avverti di star per scoppiare in lacrime.
"Se per questo neanche a me, va di stare con uno, che dopo avermi picchiata mi domanda come sto.
Come cazzo vuoi che sia eh? Quando mi picchi pensi di farmi bene?" La voce si è alzata di parecchio, lui sembra che non gli faccia ne caldo e né freddo. Niente, silenzio."Tu" lo indica con l'indice "Pensi che con la violenza risolvi qualcosa?" Okay stava urlando decisamente.
"Lo sai che per essere completamente di qualcuno lo deve essere anche la sua anima eh?" Si affetto ad aggiungere prima che lui potesse ribattere.
<Non urlare> si sta innervosendo.
E sti cazzi
"Non me ne frega un cazzo, mi sono stancata di te e dei tuoi giochi prima dici che sono tua e poi manco esisto, io non sono uno stupido gioco quando lo capirai?Quando?" La voce gli sta andando per via del tono di voce troppo alto. L'avrebbero sentita anche in Alaska.
<Ho detto non urlare > dice a lei di calmarsi quando poi è il primo a prendere, la calma molto coerente ha rotto i coglioni.
STAI LEGGENDO
SEI MIA CHE TU LO VOGLIA O NO (revisione)
Romance"CHI AMA VUOLE SOLO L'AMORE, ANCHE A COSTO DEL DOLORE." -Scordatelo, non sarò mai tua- urlò Selly. -Oh si che sei mia, sei mia più di quanto pensi, più di quanto la tua anima voglia accettare- rispose quasi in sussurro per poi baciarla. Selly una c...