"Ma che ore sono?" Selly piagnucolo sentendo Lyndon fischiettare allegro, mentre si dirigeva avanti e indietro per la stanza.
<Le undici e mezza> mazza mica presto.
"Cosa faremo oggi?" Gli domandò, sedendosi osservando Lyndon appoggiato al battente della porta, stringeva in ogni mano lattine di coca cola e sorrideva. Nel suo sguardo c'era un misto di invidia e tenerezza, per quel suo modo di buttarsi nelle cose. Ogni minimo gesto fatto con delicatezza tale da riuscirlo a rendere la cosa più importante. Erano così diversi, tra di loro, a lei, importava di tutto anche delle cose più insignificanti è lui.. beh a lui non importava niente.
<Usciamo!>
Appena fu pronta, uscì procedendo Lyndon che recuperava la sua giacchetta di pelle, dopodiché chiuse la porta alle sue spalle, facendo più mandate con la chiave.Nel frattempo anche il loro vicino dai capelli bianchi si fece vivo,si stupì di trovarlo lì; tra loro c'era il suo perseguitare per fortuna.
-Buongiorno -ammiccò lui verso Selly mentre Lyndon si girò a guardarlo spingendogli la schiena per farla camminare.
Lyndon raddrizzo sulla schiena, ispirò l'aria a gonfiare le spalle, e gli afferrò con finta delicatezza il polso, e insieme si incamminarono nel garage sotterraneo.
<Cos'era?> gli domandò, mentre con la coda del occhio guardò al suo fianco, il loro vicino incamminarsi verso la sua auto.
"Cos'era cosa?"sapeva a cosa si riferiva, ma ne voleva essere sicura.
<Il ragazzo Selly, il ragazzo, chi era?>
chiarì, subito con una strana espressione.
"Ah.. lo conosciuto ieri nel cortile mentre ti stavo cercando" alla fine era una mezza verità.
<Mi stavi cercando e poi..> fece per aggiungere Lyndon, ma si bloccò e chino il capo.
"E poi.." lo incoraggio a continuare. Lui scosse la testa, nascondendosi dietro al suo silenzio; allora gli poso una mano sotto al mento e gli alzò dolcemente vincendo un suo sguardo dritto dentro all'anima, poi lo baciò piano.
<Non lo avrei mai creduto possibile, dopo tutto quello che successo ho paura>"Spiegati meglio, di cosa dovresti avere paura?"
A una certa Lyndon strizzo gli occhi, come se ne avesse avuto già abbastanza di quella situazione è subito dopo affermò <Sali in macchina forza> agli ordini. Appena sveglia già ne aveva abbastanza dei suoi sbalzi d'umore. Che dio mi aiuti.
La stradina che aveva intrapreso era lunga, ombrosa, su entrambi i lati c'erano delle piante di Pino. Qualcuno si spinse fino lì a piedi; era così paurasa quella strada come facevano a essere tranquilli. Osservava quello che gli stava intorno, perché non sopportava di tenere fermo lo sguardo su ciò che stava accadendo nella sua vita. Le foglie degli alberi erano agitate dal vento, tutto intorno c'era uno strano silenzio, quasi irreale.
Lyndon, parcheggiò davanti a un cancello con una casa mal sana, sembrava abbandonata. Bellissimo ma spaventoso. Sorpassato il cancello, c'era un signore robusto e grande addormentato su una sedia, incredibile come possa dormire lì, così scomodo.
A un tratto si alzò in piedi, e questo la spavento tanto.
<Oh tranquilla lui fa sempre così, avrei dovuto avvertiti> disse ridendo. Certo avvertirmi. Quando si tratta di ridere su di me, lui è il primo. O D I O S O.
Lei di risposta, scimmiotto la sua risata è questo partò a far ridere il grande uomo che era attento a guardarli, divertito. Scambiarono qualche convenevole, poi si salutarono con una pacca sulle spalle.Appena entrati nella casa, al interno non sembrava poi così tanto abbandonata anzi per niente, le mure erano di un bianco pulitissimo con delle scale in marmo anche esse bianche, e la ringhiera di ferro battuto che aveva le sembianze di un arcobaleno, veramente fantastico.
Arrivati a quella che sembrò la porta giusta, Lyndon sembro aver l'ansia, esito un po' poi si decise a bussare. Venne ad aprire un bambino con in mano una macchinina, aprì la porta senza badare ai due e andò nell'angolo con per terra migliaia di giochi. <Che bella accoglienza eh, fratello> si lamentò Lyndon, della poca considerazione di quello che palesemente era suo fratello, eppure aveva sempre detto di non aver fratelli, Selly lo guardò male, lui sembro capire.
<Non è mio fratello di sangue> ah. Si senti in soggezione, accorgendosi di sapere veramente troppo poco di lui.
Si diede della stupida, per non aver insistito a raccontarsi.Sentendosi osservata Selly staccò gli occhi dal bimbo, e trovo una ragazza ferma al battente con in mano un giocattolo poi questa corse ad abbracciare Lyndon. Lui in primo momento imbambolato non ricambio poi, lo fece anche con parecchio trasporto come se fossero legati da sempre. Selly provo una strana sensazione allo stomaco, non riuscì a decifrarla, si sentiva soltanto di troppo. Voleva scomparire.
Si sentiva un fantasma, eppure non poteva usare la scusa di non averla vista perché un attimo prima la stava osservando. Come si osserva il nemico, le disse il suo inconscio; questo non fece altro che aumentare il suo nervoso, solo l'idea di essere in competizione con un'altra ragazza la mandava sugli attenti.Teresyna_
Vi invito a leggere, la mia nuova storia SVANITA. È fresca, e non è assolutamente come le altre storie.
Sarà sorprendente, ora è a l'inizio quindi sicuramente non vi ispira più di tanto, ma sono sicura che nei prossimi capitoli vi ricrederete. 💋💋💋
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SEI MIA CHE TU LO VOGLIA O NO (revisione)
Romance"CHI AMA VUOLE SOLO L'AMORE, ANCHE A COSTO DEL DOLORE." -Scordatelo, non sarò mai tua- urlò Selly. -Oh si che sei mia, sei mia più di quanto pensi, più di quanto la tua anima voglia accettare- rispose quasi in sussurro per poi baciarla. Selly una c...