Capitolo Trentacinque

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Capitolo Trentacinque

I Kings of Leon cantavano sommessamente nell'auto mentre percorrevamo la strada buia e lunga. La fattoria distava solo qualche minuto.

Si sentiva solo il mio canticchiare a bassa voce.

"There where you're lying, don't make a sound." Mormorai le parole del testo, muovendo la testa a ritmo di musica. Il mio canto risuonava come una continua nota stonata.

Sentii un risolino provenire dal mio fianco. Bastardo.

Alzai la voce solo per infastidirlo. "All the commotion. The kiddie like play. It has people talking, talking."

Mi voltai con un sorriso sfrontato e lui alzò gli occhi al cielo. "You! Your sex is on fire!"

Rise nell'aria fredda dell'auto mentre io ondeggiavo il corpo da un lato e dall'altro seguendo il ritmo.

"Dead of the alley. The breaking of-" biascicai la parte che non conoscevo, ovvero la maggior parte della canzone, e inventai le parole. "Head while I'm driving. I'm driving –Them knuckles are pale. Feels like you're dying. You're dying."

Fui colta di sorpresa quando la voce profonda accanto a me si unì per il ritornello. "You ... Your sex is on fire." La mia voce si affievolì. Avevo urlato a squarciagola le note più alte, ma la sua voce potente scorreva fluida come se cantasse da una vita. "Consumed ... with what's to transpire."

Prima, l'avevo ascoltata a bassa voce. In quel momento ero pronta all'esplosione che sarebbe venuta fuori dal suo petto. Perché una persona che cantava così bene rifiutava di fare sentire la sua voce?

"Hot ad a fever. The rattle of bones. Could just taste it, taste it." Aveva gli occhi chiusi, perso nelle parole. Non si era neppure accorto del mio silenzio. La mia mente esaminò le sue labbra socchiuse e l'armonia che producevano. Riecheggiava all'interno dell'auto, era una voce così melodiosa da accordarsi con il ronzio del motore di un Ashton Martin. Il suo accento si mescolava alle parole e le aggiungeva un qualcosa in più che provocò un gelo dentro di me. Non penso che sarei mai riuscita ad ascoltare questa canzone nello stesso modo.

All'avvicinarsi del ritornello, qualcosa scattò nella sua testa e aprì gli occhi inorridito. "Mi ...mi dispiace-"

Sorrisi alla sua brusca interruzione. "Non scusarti, Harry."

"Come ti pare" borbottò a bassa voce, tornando a concentrarsi sulla strada che conduceva alla fattoria. Le sue orecchie erano diventate rosse.

Annuì pensierosa. "E così non sei del tutto inutile."

"Cosa?"

"Canti .. è fantastico." Cercai di comunicare il mio piacere con entusiasmo, abbastanza perché lui lo recepisse. Stava per dire qualcosa ma invece strinse le labbra in una linea sottile. Il suo sguardo si posò su di me prima di ritornare alla strada.

Corrugò la fronte. "Dici .. dici sul serio?"

"Si!" Il mio tono era ovvio, così tanto che lui sbuffò imbarazzato. "Canti come un angioletto."

"È ... è un paragone strano."

Il mio sorriso si spense quando me ne resi conto. "Si, non so perché l'ho detto."

Cominciò a ridere contro il volante, con le braccia poggiate su di esso. "Tu canti come un tricheco che sta partorendo."

"Hey!" Esclamai. Non me l'ero presa: era vero. Ma il fatto che lui pensava di potermelo dire? "Tu canti come ..." Alzò un sopracciglio e io sbuffai. "Come vuoi tu, Harry."

Distract and sedate [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora