Capitolo Uno

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Capitolo Uno

Harry.

Giravo e rigiravo il drink all'interno del bicchiere, mentre i miei pensieri correvano liberi nel pub. Mi guardai intorno, sbattendo lentamente le palpebre e incrociando lo sguardo di qualcuno.

Mi passavo le dita tremanti tra i capelli umidi, scostandoli dal volto. Mi bruciava il petto, il cuore batteva in maniera irregolare. Mi sentivo la testa leggera. Ero sul punto di vomitare.

Cominciava ad essere normale.

Mi portai il bicchiere alle labbra e lasciai che il whisky mi squarciasse la gola fino in fondo, ribollendo nella pelle. Chiusi gli occhi a questa sensazione, mentre il petto si espandeva inalando l'aria viziata.

Della musica terribile faceva vibrare il pavimento e i muri, mentre faceva eco nel mio cervello in modo da farmi venire un mal di testa che sarebbe durato fino al mattino.

Trovai un paio di occhi che mi guardavano dall'altro lato del bar. La donna mi sorrise leggermente prima di voltarsi di nuovo. Era relativamente attraente, con i capelli castano chiaro che le cadevano sulle spalle e la pelle olivastra che splendeva sotto le luci.

Il mio corpo si alzò prima che potessi pensare. In ogni caso, non volevo pensare.

Misi su un sorriso e le parlai per qualche minuto, facendo scivolare di tanto in tanto lo sguardo verso il basso. Era un giochetto ed entrambi sapevamo come giocare. Le ordinai un drink e lei scherzò sul fatto che volevo farla ubriacare. La sua mano si posò sulla mia spalla, mentre ogni tanto mi accarezzava il bicipite.

La notte proseguì come doveva. Finii sui sedili della mia auto, mentre lei mi baciava il collo e io sbattevo la portiera. Era sistematico. L'alcol mi scorreva nel corpo, e mi offuscava la mente. Mi strappai di dosso la camicia calda e la gettai di lato, poi afferrai la sua.

Lei lanciava urletti e rideva, quel suono mi spaccava i timpani.

Riuscii a raggiungere un motel prima che provasse ad abbassarmi la zip al posto del guidatore. Mi rigiravo un preservativo tra le dita nella tasca sinistra mentre guidavo, con la mente vuota.

Oscillava i fianchi, mentre camminava davanti a me. Volevo vomitare, ma mandai giù il sapore della bile. L'addetto alla reception mi lanciò un'occhiataccia. Venivo qui abbastanza spesso.

Condussi la donna, Jessica, su fino alla nostra camera per la notte. Lei era troppo sbronza per chiedersi perché l'avessi portata in un motel e a me non importava spiegare. Mi tirò con un ghigno, e poi io sbattei la porta.

Avevo gli occhi chiusi per la maggior parte del tempo, dovendo evitare le sue labbra sdolcinate ad ogni gemito acuto. Era sudato e in un stato pietoso, ma il bruciore che ardeva lungo la mia schiena era soddisfacente.

Il letto fragile si spostò leggermente in avanti con uno stridio. Lo avvertii a stento. Afferrai la testata del letto sopra di lei, mentre le mie labbra formavano pigramente una O e mi si appannava la vista sulla fantasia a fiocchi delle pareti del motel.

Era ancora tutto sfocato, abbastanza da andare bene per il nostro caos. Mormorava il mio nome, imprecazioni, ad un certo punto il nome di un altro uomo. Le mie labbra aperte a causa dei pantaloni spessi, mentre mi sforzavo di chiudere gli occhi ancora una volta quando mi avvicinai.

Lei venne con un miagolio acuto e io continuai fino a quando fui costretto a raggiungere il mio culmine. Era come se fosse durato solo un secondo prima di venire schiantato contro la terra, persi tutta la vaga eccitazione quando caddi all'improvviso.

"È stato bello" farfugliò, mentre una risatina proveniva da sotto di me. La ignorai e mi rotolai senza fiato, fissando di nuovo il soffitto grigio. Sentivo la testa che mi martellava. La gola come se stesse per chiudersi.

Strisciò sulle sue gambe molli e andò via per farsi una doccia, lasciandomi solo nella camera buia. Deglutii e feci un respiro profondo, solo per sentire l'odore della muffa dei muri e di sesso.

Raccolsi i miei vestiti, il portafogli, me stesso, e andai via in silenzio quando sentii aprire l'acqua della doccia.

L'addetto alla reception questa volta scosse leggermente la testa verso di me, alzando gli occhi al cielo quando lo superai. Riuscivo a sentire il suo sguardo sulla schiena mentre uscivo fuori, aggiungendosi al bruciore dove la donna aveva premuto le unghie nella mia pelle, ma non mi importava.

Era difficile preoccuparsene, ma era difficile anche respirare.

Distract and sedate [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora