Capitolo Cinquantadue
Harry.
La puzza di fumo mi entrava nei polmoni e mi faceva bruciare gli occhi. Persino da una distanza di sicurezza, l'aria era calda e arida. Il fianco della collina era ridotto a un cumulo di carbone. Non c'era una sola reminiscenza della bellezza naturale che un tempo si poteva ammirare.
Le pecore erano state liberate appena arrivati. Grandi e piccoli capi di bestiame sfrecciarono fuori dal recinto in un moto caotico. Sarebbero stati necessari due giorni per radunarle tutte. Eravamo già così indietro. I miei livelli di stress si alzavano giorno dopo giorno mentre la situazione si faceva sempre più incasinata. Era come se nulla andasse per il verso giusto.
"Se non fosse stato per quella ragazza avremmo potuto salvare quei quattro montoni" sbottò Jeff.
"Ricorda che sono ancora il tuo capo." Replicai in tono freddo.
Lui scosse solo la testa in maniera scontrosa. "Ti sei fatto mettere i piedi in testa da una donna."
"Parlami ancora con quel tono e vedrai cosa ti faccio." Sentivo già il petto andare a fuoco mentre respiravo il fumo pesante. Lui si limitò a sbuffare. "Datti una regolata, Jeffrey. Forse sarai stato amico di mio padre ma non mi farò problemi a licenziarti. Capito?"
"Non sai niente di questa fattoria e di quello che succede qui intorno." Il suo tono minaccioso mi fece venire i brividi.
"Questo è l'ultimo avvertimento" borbottai.
Tra di noi cadde il silenzio mentre osservavamo alcuni ragazzi spegnere il fuoco sul prato intorno all'incendio. Le fiamme non si propagano sull'erba annerita: il fuoco non brucia ciò che ha già distrutto una volta.
"Io torno indietro. Ora il pericolo è passato" affermò. "Tu prendi il pick-up: uno dei dipendenti ha portato un cavallo in più."
Annuii bruscamente prima che andasse via. Diedi un'occhiata alle mie spalle e lo vidi montare un cavallo libero. Non so cosa gli prendeva ultimamente. Parlava di Hazel come se fosse spazzatura.
Solo per un breve istante osservai la moltitudine di uomini che seguivano le fiamme con le bocche coperte dai vestiti. Io avevo tentato di aiutare, ma Jeff aveva rifiutato l'idea. Lo ignorai fino a quando non menzionò Hazel e Darcy a casa. Bastardo manipolatore.
Cominciarono a ritirarsi, uno dopo l'altro, al punto che mi ritrovai degli uomini con gli occhi rossi in circolo che sembravano abbattuti ed esausti, come quelli morti. "Vi sono grato per il vostro aiuto questo pomeriggio" dissi a gran voce. "Andate a casa stasera, sedetevi di fronte a una birra e fate tanto sesso. Ve lo siete meritato!"
Si levarono grida entusiaste. "Andate a casa, tutti!" Abbaiai scherzosamente. Sollevato per la fine di quella giornata, il personale chiacchierava ad alta voce mentre raggiungevano i propri cavalli e andavano via. Rimasi a fissare le fiamme che stavano per estinguersi un attimo in più, riflettendo su diverse cose che mi stavano dilaniando.
Una volta in auto, sospirai e misi in moto. Ora che la mia mente era rilassata, potevo concentrarmi su diversi pensieri.
Dovevo tenere il mio temperamento sotto controllo, tanto per cominciare. L'ultima cosa che volevo era alzare la voce con Hazel. Era giustificato nei confronti dei miei dipendenti e lei sicuramente non era tra quelli, no affatto.
A volte, e non capivo il perché, ma a volte mandava in frantumi ogni singolo pezzo del mio controllo. Si, possedeva l'abilità di calmarmi attraverso la danza delle nostre labbra, ma la maggior parte delle volte lei toccava corde che non volevo venissero toccate.
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Distract and sedate [Italian Translation]
FanfictionA una psicologa è stato affidato il caso di un padre alcolizzato preoccupato per sua figlia piccola e la sua anormale timidezza. La bambina di quattro anni soffre di un disturbo d'ansia sociale da quando sua madre è andata via. La specialista per l...