Capitolo Quarantaquattro

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Capitolo Quarantaquattro

Hazel.

Canticchiavo da sola mentre camminavo in giardino in direzione del capanno. Un lungo cardigan mi avvolgeva fino alle ginocchia, mentre al di sotto indossavo dei pantaloncini di jeans e una canotta. Non dovevo mai preoccuparmi del fatto che qui potessero venire ospiti. Era in netto contrasto con il mio essere perfettina, svegliarmi al sorgere del sole, farmi una doccia e indossare qualcosa di adatto. Facevo una smorfia ogni volta che ripensavo a quelle gonne dritte, quelle camicette e quelle scarpe con tacco cinque. Il mio stile era cambiato da allora.

Dovetti impiegare tutta la mia misera forza nel cercare di tirare la grande porta del capanno. Riuscii a creare una piccola fessura per passarvi attraverso.

Sospirai per il lavoro compiuto e mi tolsi la polvere di dosso. Alzai la testa per rovistare tra gli attrezzi agricoli e le balle di fieno, alla cui puzza era difficile non storcere il naso. Sentii delle voci distanti dietro un'altra porta che si trovava su un lato capanno arrugginito. Facendo attenzione, camminai tra le cianfrusaglie ed evitai degli escrementi di pecora per aprire le porte di legno.

All'interno era accesa una luce e subito notai Darcy che chiacchierava seduta su una sbarra. Entrai dentro con tutti il corpo e mi chiusi la porta alle spalle. Qui faceva molto più caldo. Harry era piegato su un ginocchio davanti a una motocicletta rossa con il sedile nero. La parte superiore del suo corpo nudo luccicava sotto la luce a causa del sudore.

Quando mi intravide la sua espressione concentrata svanì. Io mi strinsi nel mio cardigan a disagio. Si mise in piedi barcollando e si pulì le pani sporche sullo stomaco, lasciando una scia di olio nero sui muscoli tesi.

Si asciugò la fronte sudaticcia con il braccio e poi lo appoggiò in vita. "Hai bisogno di aiuto?"

Per un momento osservai i suoi ricci scuri e disordinati che ricadevano sulle spalle ampie. "Sono venuta a prendere Darcy, per farle il bagno." Lui annuì e tornò alla moto, continuando qualsiasi cosa stesse facendo. "L'hai sentita, piccola. È tempo di fare il bagno."

"No, Hazel" piagnucolò lei, piegando la testa come per implorarmi.

"Andiamo, amore. Ricordi cosa succede alle persone che non fanno il bagno?"

"Ma io voglio stare qui e aiutare papà."

"Che succede alle persone che non fanno il bagno?" Chiese Harry mentre continuava a lavorare tra un mucchio di pezzi della motocicletta rotta. Gli diedi le spalle e presi Darcy in braccio.

"Le fate devono trasformarle in rane prima che facciano del male alle persone perché" riprese velocemente fiato, "hanno un cattivo odore."

Ero arrivata alla porta quando sentii la risatina di Harry. Stavo quasi per fermarmi ad ascoltarla prima che Darcy esordisse con una scusa per evitare il bagno. La mia mente si perse nella sua storia, pensando a quanto mi era mancato. Era difficile guardarlo e ricordare come era prima di tutta questa storia. Solo quattro giorni fa era il compleanno di Darcy e andava tutto per il meglio.

"Sarà divertente, Darce. Possiamo coccolarci un po'. È da tanto che non lo faccio."

Lei mi guardò curiosa. "Come co ... coccolarci?"

"Non l'hai mai fatto?" Esclamai divertita. Lei scosse la testa interessata. "Bene ora dobbiamo farlo, piccola."

"Fare cosa?"

Entrammo nella camera da letto principale e la feci sedere sul letto. "Un po' di coccole, Darcy, è ciò di cui ha bisogno ogni ragazza di tanto in tanto." Un piccolo sorriso si allargò sulle mie labbra mentre raccoglievo tutto l'occorrente. Bubble bath, creme, trattamenti per il viso – la pelle di una bambina di quattro anni era perfetta così com'era. Non le serviva neppure metà di questa roba.

Distract and sedate [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora