Entrare nella villa di Crisante, mano nella mano con Falco per lei fu molto imbarazzante. Era felice di poter passare del tempo da sola con lui ma allo stesso tempo aveva paura delle aspettative che aveva il gladiatore verso quello strano incontro. Non che lei fosse una ragazza tanto pudica, solo si era fatta un'idea ben precisa della sua prima notte.
Desiderava una notte piena d'amore, vero amore, con un uomo che considerava amico, confidente e amante. Un uomo che conosceva tutto di lei, e cui lei poteva dire lo stesso. Ma di Falco sapeva ben poco, oltre alla sua condizione di schiavo gladiatore e al fatto che fosse un abile scrittore. Non era abbastanza per potersi dire soddisfatta, considerando anche che Falco di lei non sapeva proprio nulla. L'unica cosa che lo aveva attratto era la sua diversità, la sua sensibilità nel trattare tutti come se fossero uguali. Era stato ammaliato dal suo carattere ambivalente, timida ma allo stesso tempo sicura di sé. E non per ultimo dal suo aspetto simile ad una Dea, ma non una Dea consapevole di avere tutti ai suoi piedi, bensì una colei che innocentemente crede di non avere niente di speciale. E proprio per questo era ancora più bella.
Ma lui era impulsivo, viveva ogni giorno come se fosse l'ultimo perché effettivamente la sua condizione gli imponeva di viverla così. Per questo si era immediatamente affezionato alla ragazza, credeva fosse quella giusta per lui, ma non aveva tempo per accertarsene. Se fosse stata un'altra situazione non avrebbe esitato, ma si trattava di Castria e per lei avrebbe aspettato anche per il resto della sua vita.
Notò immediatamente che la ragazza era turbata, non appena misero piede nella grande e sontuosa villa di Crisante e, a dispetto di quello che credevano tutti, era abbastanza intelligente da capire il motivo del suo malessere. Quando poi la sua amica, senza perdere troppo tempo, mostrò loro un cubiculum per gli ospiti, il volto già pallido della ragazza divenne ancora più cadaverico. Le cose per lei stavano procedendo troppo in fretta e non era quello che desiderava. Ma Crisante, che era abituata ad altri tipi di rapporti, non poteva capirlo.
"Fate come se fosse casa vostra, mei dulces amantes*, qui nessuno vi disturberà" e se andò ancheggiando, non prima di aver fatto l'occhiolino ai due ragazzi. Se non la conosceva abbastanza bene avrebbe detto che fosse alquanto soddisfatta del suo operato. Come se già sapesse che cosa sarebbe successo all'interno di quella stanza.
Il cubiculum non era certo grande come quello in cui dormiva la padrona di casa ma ciò che spiccava a prima vista era il letto. Maestoso, fin troppo anche per due sole persone, e ricoperto da un tessuto rosso. Addossato ad un angolo della stanza, per permettere a chiunque di entrare senza doverci andare a sbattere contro. Una piccola lucerna* in terracotta illuminava malamente la stanza che, priva di finestre, era circondata quasi completamente dalle tenebre.
Castria si guardò attorno, come alla ricerca di qualche via di fuga ma non aveva molte speranze. La stanza era piccola e Falco, proprio alle sue spalle, copriva con il sul possente corpo l'unica speranza per lei di uscire. Si strinse le braccia al petto e rabbrividire dal freddo, o almeno le sembrava che fosse il freddo ma in realtà poteva anche essere la paura che in quel momento l'attanagliava.
Come avrebbe spiegato ad un uomo come Falco che non aveva intenzione di dargli ciò che desiderava? La paura di offenderlo o peggio, perderlo, era tanta ma non voleva, e non poteva sacrificarsi, solo per i timori. Per questo si convinse a voltarsi e a guardarlo in volto mentre era pronta a mettere in chiaro la situazione. Non poteva vederlo bene in volta, perché la poca luce non arrivava fino al suo volto, però era stranamente immobile, come una statua.
Pronta ad aprire bocca, le fu impossibile anche solo dire una parola perché lui la precedette. Si avvicinò, colmando il poco spazio che li separava con una falcata unica e le sorrise.
"Ti va di fare due passi nel peristilium*? Con tutto questo buio non riesco a vedere il tuo volto!"
La sua voce cavernosa le accarezzò la pelle, riscaldandola immediatamente e un sorriso le comparve sulle labbra. Forse Falco non poteva immaginare quanto lei gli fosse grata per quel cambio di programma, o forse lo sapeva benissimo e lo aveva fatto proprio per metterla a suo agio. Comunque, priva di ogni facoltà intellettuale a causa dell'ansia che l'aveva divorata fino a pochi istante prima, si limitò ad annuire in risposta alla sua proposta.
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Ave Caesar
Historical Fiction#In revisione #COMPLETA Primo volume del ciclo Romae: ogni storia sarà autoconclusiva perciò non sarà necessario leggerle tutte e nell'ordine da me stabilito. Anno 114 d.C., sotto il principato del Divo Traiano, all'ombra dell'Anfiteatro Flavio si...