Poteva sentire il rumore degli zoccoli farsi sempre più vicino ma essendo ormai quasi fuori Roma, non c'era molto illuminazione perciò non poteva vedere Tullio che si stava avvicinando. Mentre aspettava inesorabilmente il conflitto, chiuse gli occhi ed assaporò l'odore del vento e della libertà. Quella sarebbe stata l'ultima battaglia per lui, ne era certo.
Non aveva paura, perché aveva Castria dalla sua parte e ancora una volta lei gli aveva dimostrato quanto lo amasse. E ciò era l'unica cosa che conta per lui per poter affrontare l'ultimo ostacolo con serenità e anche con un briciolo di sicurezza. La stessa sicurezza che aveva sempre avuto sull'arena.
Lui era il campione della scuola gladiatoria più famosa di tutta la città, era il migliore di tutti e non si sarebbe lasciato sopraffare da un inetto come Tullio.
Quando lo vide sopraggiungere, un sorriso sarcastico gli attraversò il volto e gli diede un'espressione un po' arcigna. Era da mesi che sognava di dare una lezione a quel giovane romano, fin da quando aveva osato mettere gli occhi sulla sua donna, e finalmente poteva realizzare i suoi desideri.
Quando Tullio lo vide, in mezzo alla strada con la spada sguainata, non si rese immediatamente conto del pericolo che stava per correre. Era così accecato dalla rabbia e dalla superbia da essere convinto di poter battere un combattente esperto come Falco.
Lui era il futuro tribuno della plebe e non poteva farsi rubare la donna proprio da sotto il naso. Non lo avrebbe permesso, o almeno avrebbe provato con tutte le sue forze affinché non accadesse.
Scese da cavallo con un solo slancio e l'arroganza che si portava con sé gli impedì ancora di provare paura di fronte a quell'uomo grosso, possente e pronto a tutto. Se era convinto che Falco si sarebbe fatto degli scrupoli, si sbagliava di grosso.
"Hai deciso di arrenderti, schiavo?" lo canzonò con quel suo tono prepotente che spesso usava con chi sapeva essere inferiore a lui. Non importava se Falco ormai fosse libero, per gli uomini come Tullio rimaneva sempre un oggetto, più che una persona.
Falco non si era illusa che dal giorno alla notte potesse cambiare la percezione che gli altri avevano di lui, ma sentirlo chiamare in quel modo suscitò comunque rabbia. La rabbia che aveva represso per tutti quegli anni, quando era ancora convinto che, pur essendo uno schiavo, valeva qualcosa per il suo padrone.
In un certo senso la voglia di riscattarsi per amore di Castria lo aveva spinto ad aprire gli occhi e a rendersi conto che per certe persone, come Tullio e Apollonio, lui non era altro che un guadagno continuo e nulla più.
"Non rinuncerò a lei, mai e poi mai. Anzi, ti consiglio di voltarti e andartene, se non vuoi perdere la tua vita", il suo tono di voce era così tranquillo che sembrava stesse chiacchierando con un amico, invece che minacciare il suo rivale. E proprio quella sicurezza e quella pacatezza nel parlare, avrebbe dovuto far capire a Tullio che non aveva alcuna possibilità.
Falco era addestrato, aveva combattuto per molti anni solo per riuscire a sopravvivere e quindi sapeva come fare. Mentre Tullio, nonostante fosse stato un soldato, era sempre stato nelle retrovie e ormai da anni non prendeva in mano una spada.
Eppure non si lasciò spaventare, prese il gladio che teneva ben nascosto e lo affrontò come se fossero alla pari. Falco non poteva quasi credere ai suoi occhi e dovette ammettere che in fondo era coraggioso. O forse stupido.
Comunque non perse tempo e non ebbe pietà contro il suo avversario. Lo attaccò a sorpresa, con ferocia e velocità, desiderando solo che finisse al più presto per poi poter tornare dalla sua Castria.
Era così determinato che non sentiva neanche il dolore alla gamba e, ad ogni affondo arretrava di un passo per impedire di essere colpito. Non giocava con Tullio, non come faceva spesso con i nuovi arrivati alla scuola o con gli avversari nell'arena, perché il suo unico desiderio era metterlo fuori gioco.
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Ave Caesar
Historical Fiction#In revisione #COMPLETA Primo volume del ciclo Romae: ogni storia sarà autoconclusiva perciò non sarà necessario leggerle tutte e nell'ordine da me stabilito. Anno 114 d.C., sotto il principato del Divo Traiano, all'ombra dell'Anfiteatro Flavio si...