Rubilio non aveva mai parlato da solo con la padrona, in realtà non aveva mai parlato con lei perché non ne aveva mai avuto il motivo. Apollonio si occupava degli affari e dei gladiatori e quindi era con lui che discuteva il più delle volte.
Oltretutto non aveva neanche mai avuto il coraggio di osservarla per più di qualche minuto in rispetto al suo padrone. Ma ormai lui era morto, anche se ancora gli sembrava incredibile, perciò non appena entrò nella sua stanza da letto, dedicò qualche attimo in più ad osservare la donna.
Nonostante l'età che avanza, Quintilia era sempre una bella donna. Vestita di una sola veste da notte, mezza sdraiata sul letto, lo fissò con un sorriso sincero. Non c'era malizia in lei, nonostante stava mostrando all'uomo tutte le sue curve e il suo corpo perfetto.
"Vieni, Rubilio, entra e chiudi la porta", affermò la donna volendo un po' d'intimità per il colloquio che si stava apprestando a fare. Il maestro non ci pensò su neanche un attimo, anche se in circostanze simili sarebbe sembrato strano, e accontentò le richieste della signoria.
Un po' si sentiva a disagio a restare da solo con lei e perciò cercò di subito di far capire che non aveva molto tempo: "So che volevi vedermi ma devo chiederti di affrettare i tempi perché io e Falco stiamo uscendo. Lo porto a godersi un po' la vita da liberto".
L'amico gladiatore, tornato dal colloquio con il padre di Castria gli era sembrato si deciso ma anche un po' giù di morale. Doveva trovare in fretta una soluzione per impedire a quel romano di sposare la sua donna e non sapeva che cosa fare.
E ancora una volta Rubilio poteva avere la risposta ai suoi problemi ma voleva parlarne in un posto più allegro. E Falco non era ancora riuscito a rendersi conto dei vantaggi che aveva a essere un uomo libero.
"Non ci vorrà molto, e poi credo che quello che ho da dirti possa coinvolgere in qualche modo anche lui", aveva affermato la matrona, incuriosendolo a tal punto che fece un passo avanti verso di lei proprio mentre la donna si metteva seduta.
"Ho saputo che hai ricevuto un'offerta", iniziò lasciando Rubilio di sasso. Non aveva parlato con nessuno dell'uomo che aveva ricevuto il giorno prima eppure, in qualche modo, la sua padrona lo era venuto a sapere.
Non voleva sembrare ingrato nei confronti della famiglia che gli aveva donato tutto negli ultimi anni, ma quando quel ricco romano si era presentato da lui con quell'offerta così ghiotta lui ci aveva riflettuto molto. E ancora ci stava pensando.
La casa di Apollonio e la scuola erano stati la colonna portante della sua vita, lì era tornato ad essere libero e aveva ottenuto tanti riconoscimenti come maestro. Era cresciuto e divenuto molto stimato nel campo anche grazie all'uomo che era morto qualche giorno prima.
Per questo era un po' titubante, nonostante lo allettassero le sfide come quella. Naturalmente era a disagio di fronte alla sua padrona, anche se lei non aveva smesso di sorridere e lo guardava quasi con un po' di curiosità.
"Non temere, non sono arrabbiata. Anzi, ho una contro proposta da farti", lo incalzò alzandosi perfino per andare a guardarsi all'interno del grande specchio che teneva proprio vicino al letto.
Negli ultimo giorni Quintilia si era ripresa quasi del tutto, anche se i suoi occhi gonfi e rossi lasciavano intendere che piangesse di nascosto. Il dolore che stava provando era così forte che la vendetta poteva solo lenirlo un po' ma non farlo smettere del tutto.
Rubilio sapeva che la sua padrona era una donna forte, in grado di superare qualsiasi problema, per questo non era preoccupato. Quintilia avrebbe trovato la forza per andare avanti e sarebbe uscita da questa storia più fortificata di prima.
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Ave Caesar
Historical Fiction#In revisione #COMPLETA Primo volume del ciclo Romae: ogni storia sarà autoconclusiva perciò non sarà necessario leggerle tutte e nell'ordine da me stabilito. Anno 114 d.C., sotto il principato del Divo Traiano, all'ombra dell'Anfiteatro Flavio si...