Le strade di Roma, di notte, erano avvolte nelle tenebre più assolute. Se era possibile vedere almeno dove si stavano mettendo i piedi erano solo grazie alla facies* che il suo schiavo teneva in mano, propria davanti a lui. Le lanterne delle poche tarbernae ancora aperte non bastavano per poter vedere bene tutta la strada e anche grazie alla sua illuminazione personale, doveva stare bene attento a non cadere a terra dopo aver calpestato qualche rifiuto lasciato in terra.
Di solito a quell'ora era già chiuso all'interno di un caldo e decisamente poco pulito lupanar* a godersi le gioie che poteva offrirgli un'africana o magari una galla. Poteva permettersi luoghi più di lusso, dove le lupe erano delle vere e proprie cortigiane e dove ovunque non c'era l'odore di urina e sudore che invece si sentiva nei bassi fondi. Ma provava uno strano piacere nel mischiarsi alla gentaccia che non aveva un sestertius* per mangiare ma comunque non si faceva mancare una buona scopata con una donna che non fosse sua moglie.
Nei quartieri più malfamati di Roma nessuno faceva caso a lui, che passeggiava con passo svelto insieme al suo schiavo, e nessuno avrebbe caso al fatto che entrava ed usciva da un postribolo di bassa considerazione. Tutti i poveracci che avevano avuto la sfortuna di vivere da quelle parti erano troppo occupati a pensare ai propri problema, per notare lui. Prendeva qualche preoccupazione comunque, per ogni evenienza.
Come farsi accompagnare dal suo schiavo più grosso e forte, Seleo, ed evitare di portare qualcosa di prezioso con sé. Anche se quella sera in realtà, dentro la casacca qualcosa che valeva la pena rubare lo aveva. Ed era anche la ragione del suo ritardo.
Era dovuto passare al forum, a recuperare della merce molto preziosa perché la schiava designata per farlo se ne era completamente dimenticata. L'aveva punita a dovere, forse anche troppo ma non era riuscito a fermarsi. Così aveva deciso di andarla prendere di persona.
Non avrebbe mai immaginato che avrebbe così tanto tardi ma il lupanar era aperto tutta la notte, perciò non aveva di che preoccuparsi. Lanciò uno sguardo al suo schiavo quando si accorse che aveva abbassato leggermente il braccio e facies non illuminava più il terreno dinnanzi a loro.
"Si può sapere che stai facendo, razza di idiota?" Imprecò ringhiando contro l'uomo che, normalmente, non avrebbe dovuto temere alcunché vista la sua stazza. Poteva competere perfino con i migliori gladiatori dell'arena, e spesso Tullio aveva anche pensato che sarebbe stato un buon modo per guadagnare soldi in più. Poi però si era ricordato di quanto gli era costato uno schiavo del genere e aveva deciso che il rischio non valeva i suoi soldi.
Se non fosse stato il suo padrone, non si sarebbe mai permesso di urlare contro ad un uomo del genere. Ma lui dalla sua parte aveva la libertà, e con ciò la dignità. Un sorriso soddisfatto, e anche un po' sadico comparve sul volto del giovane quando vide lo schiavo ubbidire immediatamente e abbassare la testa dalla vergogna.
Provava un senso di potenza ed invincibilità ogni qualvolta si ripresentava una scena simile, molto comune a Roma. E per lo stesso motivo preferiva i lupanaris sudici ed umidi, pieni di schiave, piuttosto che case di lusso con lupe altolocate e magari anche libere. Lui voleva sentirsi superiore in tutto e per tutto durante l'atto sessuale. E negli ultimi tempi le cortigiane erano diventate troppo pretenziose per i suoi gusti.
Come per esempio Crisante, l'amica di Castria, con il tempo e grazie al guadagno che aveva ricevuto per le sue prestazioni, era diventata troppo insolente. Senza contare che ormai si faceva pagare una fortuna per un servizio che poteva trovare a meno. E anche se si poteva considerare un cittadino benestante, preferiva risparmiare quando ce ne era la possibilità.
Questi i due motivi principali che lo avevano spinto a non bussare più alla porta della lupa e a cercarsi luoghi più adatti a lui. All'inizio si era sentito come un pesce fuor d'acqua, in quell'ambiente poco conforme alle sue origini. Lui che, nonostante non fosse un patrizio, aveva vissuto negli agi fin da piccolo. Ma con il tempo era diventato quasi tutto naturale, come se quel posto avesse sempre fatto parte di lui.
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Ave Caesar
Historical Fiction#In revisione #COMPLETA Primo volume del ciclo Romae: ogni storia sarà autoconclusiva perciò non sarà necessario leggerle tutte e nell'ordine da me stabilito. Anno 114 d.C., sotto il principato del Divo Traiano, all'ombra dell'Anfiteatro Flavio si...