Non riusciva a dormire più serenamente da settimane. La morte di Crisante la tormentava sempre e non riusciva a smettere di pensare al momento in cui l'aveva vista stesa a terra e priva di vita. A complicare il suo sonno c'era anche il pensiero di Falco e della sua guarigione. Non erano riusciti a vedersi nelle ultime settimane e non poteva neanche comunicare con lui, perciò non sapeva se stava bene oppure no.
Faticava a lasciarsi cullare nelle braccia di Morfeo e restava sveglia a volte quasi tutta la notte. Perciò era sveglia quando qualcuno entrò di soppiatto nel suo cubiculum, aprendo la porta lentamente e lasciando che la luce di una lucerna filtrasse all'interno quel tanto che bastava per poter vedere la figura della fanciulla stesa nel letto.
"Padrona, siete sveglia?", la voce della schiava Eliona le fece tirare un sospiro di sollievo e la spinse ad alzarsi seduta. Non era un buon segno che la serva di sua madre fosse entrata nel cuore della notte nella sua stanza. Non lo faceva mai, perché era troppo discreta. Eppure qualcosa l'aveva spinta a chiamare la figlia della sua padrona, con aria sommessa e testa bassa.
"è successo qualcosa?", non riusciva neanche a pensare razionalmente e la sua prima preoccupazione naturalmente andò per Falco. Non si era chiesta perché collegare la schiava con il gladiatore, ma era giunta subito a conclusioni affrettate.
"Si tratta di Parmenione, è giunto qui ferito... e ha chiesto di te", la schiava non aveva fatto ulteriori domande perché aveva ben compreso l'urgenza della situazione, ma dalla sua espressione si poteva capire quanto fosse confusa e curiosa di sapere perché mai un liberto piombava a casa del suo ex padrone, in gravi condizioni, e chiedeva di vedere la figlia di quest'ultimo.
Castria non se lo fece ripetere due volte, si alzò di corsa dal letto e, condotta da Eliona, raggiunse la parte della villa destinata agli schiavi. Non era un luogo dove andava spesso ma non ebbe modo di notare troppo le differenze tra i due stili di vita. Come non notò le grandi stanze dove erano stipati cinque o sei schiavi. Per qualche istante gli sembrò quasi di rivedere la scuola gladiatori, dove dormiva Falco. Ma nella casa di Longino le stanze non venivano chiuse a chiave ogni notte, perché l'uomo si fidava dei suoi schiavi e non temeva di certo la loro fuga.
Su uno dei letti, giaceva Parmenione, circondato da altri tre schiavi che un tempo erano stati suoi compagni di stanza. L'unica luce di tutta la stanza erano solo poche lucerne, posto proprio tutte intorno al suo giaciglio per poterlo illuminare e vedere meglio. Sarà stato il fuoco, che produceva su di lui una strana luce, ma a Castria sembrò terribilmente pallido, con il volto sudato e scavato dal dolore.
Fuori dalla stanza alcune schiave osservavano la scena, con il volto preoccupato ma anche incuriosito. Parmenione non faceva più parte della servitù, e anche se comunque restava un membro della famiglia, nessuno si aspettava di vederlo lì, in quello stato.
Con una mano premeva su una ferita molto profonda dal quale fuoriusciva tanto sangue, così copioso che era caduto a terra e aveva creato una pozza notevole. Uno degli schiavi gli stava asciugando la fronte dal sudore, mentre un altro preparava delle bende per la fasciatura.
"Dovremmo avvisare il dominus", si apprestò a dire qualcuno, quasi in un sussurro e si prese le occhiate scettiche di tutti i suoi compagni. A parlare però fu proprio Parmenione: " No, lui non devo saperlo... Non ancora", aveva a malapena la forza di parlare eppure continuava a farlo, con una forza e una volontà che Castria aveva visto solo in un'altra persona.
"Come è arrivato qui?", chiese ad Eliona, prima ancora di entrare nella stanza, e con un tono così basso che l'uomo non si accorse neanche di loro. Eliona non riusciva a smettere di osservarlo, sdraiato e quasi morente, con la preoccupazione impressa nel suo volto. Gli occhi erano lucidi, quasi in procinto di piangere e in quel momento pensava solo alla sua salute.
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Ave Caesar
Historical Fiction#In revisione #COMPLETA Primo volume del ciclo Romae: ogni storia sarà autoconclusiva perciò non sarà necessario leggerle tutte e nell'ordine da me stabilito. Anno 114 d.C., sotto il principato del Divo Traiano, all'ombra dell'Anfiteatro Flavio si...