Il clangore dei gladi di legno che cozzavano l'uno con l'altro era perfettamente udibile anche nelle celle, e proprio per questo Falco non riusciva a stare tranquillo. Nella sua lunga carriera da gladiatore non era mai successo che si ferisse a tal punto da rimanere fermo per molti giorni.
Zoppicava ancora un po' ma non poteva stare sdraiato sul suo scomodo letto tutto il giorno e così se ne andava in giro per la scuola, con un'aria sofferente. Non era in grado di sopportare tanta inattività quando avrebbe dovuto riconquistare la sua libertà.
Restare fermo ed aspettare di rimettersi completamente era fuori discussione, soprattutto perché all'interno di quelle quattro mura non si sentiva più a suo agio. Era sempre stato considerato uno schiavo, certo, ma anche da uomo non libero avevo ricevuto rispetto dal suo padrone, essendo un campione. Fin da quando Apollonio non aveva tramato contro di lui.
Non avrebbe mai immaginato di diversi guardare le spalle dall'uomo per il quale aveva combattuto per tutti quegli anni. Perché anche se erano padrone e schiavo, Falco si fidava di lui. Ed invece lo aveva pugnalato alle spalle. Tutto solo perché non voleva perdere il suo campione.
La rabbia era tanta, e la voglia di rimettersi in gioco ancora di più. Anche solo per dimostrare a tutti i loro nemici che non era un bene mettersi contro di lui. Mostrarsi sempre pronto e battagliero era fondamentale.
Il piano che aveva ideato con l'aiuto di Adriano era andato in fumo, ma Falco non si abbatteva facilmente, forse perché in realtà fin dall'inizio il suo piano era sempre stato un altro. Ancor prima di conoscere Castria aveva deciso di riconquistare la libertà persa con il sudore e la fatica. Doveva solo tornare al principio e mettere fretta alla sua guarigione per poter tornare nell'arena prima del previsto.
Perciò quella mattina, stanco di restarsene in disparte, dopo solo una settimana di convalescenza, si avvicinò pericolosamente alla piccola arena di addestramento. Poteva sentire anche le urla dei suoi fratelli gladiatori ad ogni colpo sferrato, e più si addentrava più sentiva crescere la voglia di prendere un'arma e tornare in pista.
Quella mattina faceva molto caldo e l'intera arena era sotto al sole, con giovani e vecchi gladiatori ad allenarsi senza sosta nonostante le alte temperature. Le loro figure si vedevano e non si vedevano, a causa della sabbia che ad ogni movimento si alzava e copriva gran parte dei loro corpi.
Il maestro Rubilio era in piedi sotto al portico, coperto dall'ombra, con le braccia conserte e l'espressione solenne di chi osserva tutto e trae le sue conclusioni in silenzio. Anche soltanto la sua immobile presenza poteva incutere terrore e rispetto negli altri gladiatori e proprio per questo nessuno si azzardava a dargli contro.
Il primo a vederlo fu proprio lui, nonostante fosse dall'altra parte dell'arena. Falco si appoggiò ad una colonna per sorreggersi e rimase ad osservare per qualche istante i suoi fratelli, cercando di evitare proprio gli occhi indagatori del maestro.
Non poteva vederlo ma era sicuro che stava attraversando il porticato per avvicinarsi a lui e magari fargli una sonora strigliata. Distolse lo sguardo dagli altri gladiatori sono all'ultimo, quando ormai Rubilio era al suo fianco ed in tempo per sentirsi dire: "Non dovresti essere qui, ma nel tuo cubiculum a riposarti e a riprenderti".
Il tono non sembrava troppo accusatorio ma Falco conosceva bene il suo maestro da sapere che non era affatto contento di vederlo lì. Anche se il maestro era dalla sua parte, e lo stimava quasi fosse un suo pari, non poteva certo capire la forza che spingeva il gladiatore a tornare su quella sabbia nonostante non fosse del tutto pronto.
"Lascia che mi alleni, ho bisogno di farlo", non nascose tutta la sua urgenza, quasi una supplica, perché sapeva che non aveva bisogno di fingersi troppo orgoglioso di fronte a Rubilio. Con lui poteva anche svelare la sua vera natura e i suoi più intimi desideri senza la paura che potesse usarli per pugnalarlo alle spalle.
STAI LEGGENDO
Ave Caesar
Ficção Histórica#In revisione #COMPLETA Primo volume del ciclo Romae: ogni storia sarà autoconclusiva perciò non sarà necessario leggerle tutte e nell'ordine da me stabilito. Anno 114 d.C., sotto il principato del Divo Traiano, all'ombra dell'Anfiteatro Flavio si...