*Nell'immagine: ritratto dell'imperatore Traiano.
Il palatium* non era mai stato così tranquillo dopo il rientro del princeps dalle sue solite campagne militare. regnava così tanta tranquillità che mentre Adriano attraversava i corridoi con i pavimenti riccamente decorati dagli migliori artisti musivi di tutto l'impero e le pareti affrescate di recente. Nonostante la residenza fosse maestosa e avesse tutto ciò che la famiglia imperiale desiderava, Adriano sentiva quasi il bisogno di apportare delle modifiche, anche solo per dire che, come tutti gli altri, aveva messo qualcosa di nuovo a quella bellissima dimora.
Per questo non capiva Traiano e il suo poco interesse per quell'abitazione, perché se fosse stato lui avrebbe fatto qualche aggiunta, ma riusciva anche a comprendere la sua voglia di creare anche al di fuori della grande città di Roma. Lui stesso era convinto che la gloria di quell'impero non si fermavano certo alle mura e se erano diventati così temuti e stimati era anche grazie a tutte le bellezze che risiedevano all'interno dei loro territori.
Per questo non rimase stupito di trovare il padre nel suo grande ed immenso tablinum, a parlare con Apollodoro di Damasco, davanti a delle planimetrie che dall'entrata non poteva ben capire di cosa di trattassero. L'architetto era uno degli uomini più fidati di Traiano, nonché l'unico a cui lui si affidava per la costruzione di grande opere. Il foro e la colonna portavano la sua firma, solo per ricordare due delle grandi opere che aveva costruito in nome del princeps.
"Lo voglio qui, perfetto per l'apertura della mia via. E ci dovrà essere una grande inaugurazione con una festa, ma questo lo so non è cosa ti cui ti compete amico mio...", Traiano sorrise dando una pacca all'architetto, che pensieroso osservare i disegni, ormai entrato in veste ufficiale e pronto a svolgere il suo lavoro al meglio.
"Si può fare, mio signore", in risposta Apollodoro si massaggiò il mento, già organizzando nella sua mente i preparativi per quell'ennesima opera. "Fatemi pensare a quello che ci serve a come posso procurarmelo, ma credo che per fine mese si può partire per Beneventum*". Al sentire nominare la città Adriano entrò nella stanza e palesò la sua presenza con una domanda densa di curiosità: "Beneventum?".
Era sempre molto interessato a tutto ciò che riguardava i territori fuori Roma, perché tutto l'Impero lo affascinava molto e ciò che desiderava di più era poter viaggiare lungo tutti i suoi confini. Un sogno che aveva messo nel cassetto, insieme a quell'amore cieco per la poesia, per diventare quello che tutti si aspettavano dal futuro princeps.
Traiano, accortosi che non erano più soli, alzò lo sguardo verso il figlio e gli sorrise amabilmente: "Adriano, vieni, voglio farti vedere una cosa", lo esortò ad avvicinarsi con un gesto della mano, eccitato come se fosse un bambino. Nell'avvicinarsi al tavolo Adriano poté scorgere il disegno ben fatto di un arco trionfale ad un solo fornice con una decorazione scultorea su entrambi i lati. Ne aveva viste tante di quel genere di architettura, sparsi un po' in tutto l'impero ed erano uno dei tanti simboli della forza e potenza di Roma. Una tale grandezza da assicurare la pace e la serenità ai cittadini dell'Impero.
Con le dita sfiorò la pergamena sottile, pensieroso, mentre il padre lo osservava con un occhio attento, spiegandogli i suoi piani futuri di gloria: "Ho intenzione di far costruire quest'arco sulla via che voglio proprio inaugurare a Beneventum, e lì faremo il nostro ingresso trionfale sulla città". Dovette accorgersi che il figlio adottivo non gli stava prestando attenzione perché decise di non affrontare il discorso sui dettagli tecnici, che di solito amava molto.
"Apollodoro, amico mio, potresti lasciarci da soli? Parleremo più tardi", intimò all'architetto, che non si era accorto assolutamente di nulla e che, senza batter ciglio, radunò i suoi progetti ed uscì dalla stanza quasi saltellando, contento di tornare a lavoro. Era un uomo ligio al suo dovere, desideroso di attraversare le provincie in nome del suo Imperatore piuttosto che restare chiuso nella sua domus a Roma.
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Ave Caesar
Historical Fiction#In revisione #COMPLETA Primo volume del ciclo Romae: ogni storia sarà autoconclusiva perciò non sarà necessario leggerle tutte e nell'ordine da me stabilito. Anno 114 d.C., sotto il principato del Divo Traiano, all'ombra dell'Anfiteatro Flavio si...