L'arena era in subbuglio, più del solito. Sembrava quasi che tutti gli spettatori avessero intuito che quel giorno per Falco era speciale. Un tripudio di braccia che si alzavano al vento, di grida di gioia e d'incoraggiamento verso i proprio preferiti e di fischi es insulto contro gli avversari. Così viva l'arena quel giorno che quasi le si poteva sentire il cuore battere. Battere incessantemente e velocemente come quello del campione della ludus magnus.
Non era mai stato così vicino alla libertà, eppure ancora non riusciva a crederci del tutto e avrebbe tirato un sospiro di sollievo solo una volta raggiunta quella meta tanto sognata. In attesa del suo turno, si era appoggiato alla sbarre che dividevano i sotterranei dall'arena e con attenzione fissava gli spalti, la dove doveva esserci la sua Castria. Da quelle distanza non poteva vederla, anche se cercò di mettere a fuoco i visi per poter riconoscere qualche lineamento conosciuto.
Fu in quel momento che vide passare Aimeric, sporco di sabbia e del sangue del suo avversario, tutto tronfio per la vittoria. Aveva scoperto che avrebbe combattuto solo una volta averlo visto sul campo e ne era rimasto stupito. Non pensava che fosse pronto e non capiva perché Apollonio avesse rischiato così tanto. Lo ignorò, tornando a guardare fuori ma il ragazzo si fermò proprio dietro di lui.
"Hai visto quanto sono stato bravo?", non poteva fare a meno di vantarsi per quel suo primo combattimento, ancora così eccitato che Falco quasi riusciva a fiutarla tutta quella sua energia. Ricordava molto bene la sensazione della prima volta sul campo, la prima vittoria. Di come ci si sente invincibili nonostante si è solo agli inizi. A quel punto c'era sempre qualcuno che si occupava di tirare giù dal piedistallo il nuovo arrivato.
Con Falco ci aveva pensato Rubilio, ma di Aimeric doveva occuparsene lui, era uno dei suoi doveri. Per questo uccise la sua euforia con poche parole stizzite: "Non fare l'errore di pensare di essere abile, era solo un combattimento d'apertura contro un totale incapace... Questo non fa di te il futuro campione". Non lo guardo neanche mentre lo diceva per questo non si rese conto della sua espressione delusa.
Si riprese comunque in fretta perché aveva una parte da interpretare, come se fosse uno di quei attoruncoli di teatro di cui aveva sentito parlare. Appoggiandosi alle sbarre con la schiena, le braccia conserte e un tono quasi assente, chiese: " Chi stai cercando?". Con la sua domanda non riuscì comunque ad attirare la completa attenzione di Falco che, ignaro del piano che aveva tessuto ai suoi danni, si limitò a sbuffare.
"Stai cercando la tua bella?", provò di nuovo con più insistenza. Finalmente Falco si voltò verso di lui, rigido e in allerta ma non aprì bocca. Il modo con cui osservò l'allievo non lasciava alcun dubbio su quello che stava pensando in quel momento. Se Aimeric si fosse azzardato a dire qualcosa contro Castria, lo avrebbe fatto a pezzi. E la furia che il ragazzo vide nei suoi occhi gli fece rendere conto di quando Falco avesse a cuore quella ragazza. Era un rischio considerevole quello che stava per compiere, ma tra Falco e il suo padrone, era quest'ultimo che poteva decidere della sua vita e della sua morte.
Perciò prese fiato e seguì il copione prestabilito: " Non credo sia presente. Ho sentito il Apollonio parlare con quel romano pallone gonfiato pare che ora siano diventati molto amici loro due", esordì fingendo tranquillità come se lo stesso informando riguardo al tempo, ma sapeva di aver attirato la sua completa attenzione. Tanto che il campione si sporse leggermente verso di lui, nervoso dopo aver capito che il ragazzo stava parlando di Tullio.
"Il romano era gaio e fiero perché oggi andava a firmare i documenti della sponsalia* con il padre di una certa Castria... Non si chiama così la tua amata?". Le parole del ragazzo, pronunciate quasi per sbaglio, ebbero in Falco lo stesso effetto di un gladio piantato nel cuore. Non c'era notizia peggiore per un uomo innamorato come lui. Immagini di lei mentre accettava i doni di quell'ignobile di Tullio, mentre suo padre firmava un contratto per la vita, gli passarono davanti agli occhi. Che cosa avrebbe mai potuto fare contro la legge romana?
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Ave Caesar
Historical Fiction#In revisione #COMPLETA Primo volume del ciclo Romae: ogni storia sarà autoconclusiva perciò non sarà necessario leggerle tutte e nell'ordine da me stabilito. Anno 114 d.C., sotto il principato del Divo Traiano, all'ombra dell'Anfiteatro Flavio si...