XVIII. Amor non reciprocatus

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Dopo gli allenamenti tutti i gladiatori si ritrovavano nelle terme private della scuola, a rilassarsi e godersi le ultime ore di una estenuante giornata. Alcuni di loro si facevano massaggiare  dalle schiave, altri si ripulivano dagli olii con lo strigilis*.

Falco se ne stava in disparte, pensieroso, lasciandosi cullare dalle fragranze che aleggiavano nell'ambiente e dal caldo tepore che usciva dalle vasche di acqua calda. Quella mattina aveva incontrato Castria alla villa della lupa ma le era sembrata strana, agitata e nervosa. Le aveva subito chiesto che cosa la tormentava ma lei si era chiusa in se stessa e aveva cercato di rassicurarlo dicendogli che non doveva preoccuparsi.

Il problema era proprio che Falco non riusciva a smettere di pensarci perché era convinto che qualsiasi cosa avesse turbato l'animo sereno della ragazza riguardava il loro futuro. E se non aveva insistito per farsi dire la verità era solo perché non voleva rovinare i pochi istanti che potevano passare insieme a preoccuparsi.

Doveva solo aspettare di ottenere la liberazione dal princeps e tutto si sarebbe risolto. Non più schiavo, avrebbe potuto chiedere la mano di Castria e finalmente farla sua. E a quel punto non sarebbe stato più in pensiero.

Ma chissà quanto tempo ancora doveva attendere prima di ottenere notizie. E lui, di solito, non era un tipo molto paziente. Perciò non riusciva a smettere di pensare alla loro situazione, sperando di trovare un modo per velocizzare la sua liberazione. Solo durante gli allenamenti e i combattimenti alla fine si era imposto di lasciare Castria in un piccolo angolo.

Ma quando la giornata volgeva al termine aveva sempre un po' di tempo a rimuginare. E non era mai un bene per uno che conduceva una vita così pericolosa. Vivere nel presente era sempre stato il suo mantra perché pensare al futuro era inutile e doloroso. Solo negli ultimi anni aveva iniziato a pensare di poter cambiare la sua situazione. Ma in realtà non ci aveva mai creduto veramente.

Solo una bambina con i capelli color del grano gli aveva dato la forza per crederci davvero. Gli aveva donato una ragione ancora più valida della mera sopravvivenza per andare avanti e lottare.

A distrarlo dai suoi pensieri ci pensò uno dei gladiatori, Celadus*, che circondato come al suo solito da un gruppo di lupe adoranti lo chiamò.

"Vieni a divertirti con noi Falco", lo invitò mentre ai metteva sulle ginocchia una donna dai capelli rossi completamente nuda che, al contatto rude con l'uomo emise un urletto stridulo e fastidioso. Celadus era il più bel gladiatore di tutta la scuola tanto da essere soprannominato "sospiro delle fanciulle". Se la metà della popolazione femminile correva dietro a Falco per le sue prestazioni, l'altra metà letteralmente cadeva di fronte alla bellezza divina del trace. E, talmente consapevole di ciò, ne approfittava anche per cercare di restare in vita nell'arena. 

Falco alzò lo sguardo solo per qualche secondo, il tempo di vedere il sorriso lascivo sulle bocche delle lupe e il fallo già eretto e pronto dell'amico. Qualche settimana prima non avrebbe esitato neanche un momento perciò tutti i presenti rimasero sorpresi quando rifiutò: "Per questa notte passo la mano!" Sul volto di una ragazza comparve una smorfia finto delusa anche se tutti sapevano che si sarebbe rallegrata ben presto con qualcun'altro. Erano state pagate per soddisfare i gladiatori, anche se alcune di loro erano lì anche per loro puro piacere. Era pur sempre un onore riuscire a portarsi a letto uno di quegli uomini così forti e rudi. 

Celadus e altri compagni di sorte si mostrarlo alquanto stupiti e alquanto scioccati, il novellino alzò lo sguardo attento verso il suo mentore - improvvisamente curioso di sapere cosa stava succedendo- ma l'unico che scoppiò a ridere fu Ferus. La sua risata, fragorosa e gutturale, echeggiò tra le pareti di roccia facendo vibrare l'aria e accompagnata sguardi spaventati e attenti. La rivalità tra Falco e Ferus era risaputa e tutti stavano aspettando che prima o poi scoppiasse, godendosi alla fine lo spettacolo tra i due gladiatori più forti di tutta la scuola. 

Ave CaesarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora