Violet la guardava, rossa in volto per la fatica di scavare tra tutta la sua roba, ma con un sorriso a trentadue denti per l'espressione sconvolta e curiosa che aveva Natalie mentre osservava la busta tra le sue mani.
"E' quello che penso che sia?", chiese balbettando Natalie, non riuscendo a staccare gli occhi da quella busta un po' ingiallita dal tempo.
"Beh, se pensi che sia la lettera che Jason ti ha scritto per spiegarti e raccontarti tutto allora sì, è esattamente quello che tu pensi che sia. Adesso sei pronta per sapere quello che aveva da dirti, visto che hai ascoltato anche tutto il mio racconto. Sai, l'ho tenuta nascosta qui da quando Jason me l'ha data, non volevo che nessuno la trovasse, e a casa mia a New York ci è passata davvero troppa gente, gente a cui non doveva importare niente di te, di Jason e di tutta questa storia, perciò l'ho lasciata qui, nascosta tra i miei vecchi vestiti, perché so che mi madre non viene mai qui quando non ci sono, tranne che per fare qualche pulizia", disse Violet, tornando a sedersi sul letto e porgendo al lettera a Natalie, che la stava guardando come se fosse una bomba pronta ad esplodere.
"Che c'è? Dai, su coraggio, non avrai mica paura di questa lettera eh? Io non vedo l'ora di sapere cosa c'è scritto, non sai che fatica è stato non aprirla per tutti questi anni, ma era per te ed è giusto che tu sappia quello che lui voleva dirti, anche se poi voglio avere tutti i dettagli. Dai, su, prendila e aprila che aspetti?", disse Violet, curiosa, appoggiandole la busta sulle gambe.
Natalie guardò prima la busta e poi lei con un'aria assente: non sapeva se era davvero pronta a sapere tutto quello che era successo a Jason, e non sapeva nemmeno se gliene importava qualcosa, ma doveva ammettere che un po' di curiosità ce l'aveva anche se, ora che aveva raggiunto un qualche pseudo equilibrio da sola, aveva paura che sapere quelle cose del passato la facessero ricadere in un vortice senza fine. Prese la busta tra le mani e la tastò, sentendo che il foglio non era uno solo, ma più di uno: cavolo, Jason doveva averci perso davvero tanto tempo, visto che difficilmente riusciva anche solo a scrivere un semplice biglietto di auguri.
Ma, come gli aveva detto Violet, era molto cambiato, e quindi, forse, era stato anche più capace di esternare i suoi sentimenti, cosa che in gioventù non aveva mai fatto. Osservò la scritta "Per Natalie" sulla busta e il solo vedere la sua calligrafia da così vicino dopo tanto tempo, le fece provare una fitta al cuore: le tornarono in mente miriadi di ricordi in cui lui le disegnava scritte sui diari e la portava nei vecchi fienili abbandonati per farle vedere le sue opere di murales. Effettivamente, aveva sempre avuto una vena artistica, ma lei non gli aveva mai dato troppo peso, visto che comunque il suo sogno era la scienza.
"Ehi, ci sei ancora?", chiese Violet, sventolandole un amano davanti agli occhi.
Natalie si riscosse a quel gesto, sbatté un paio di volte gli occhi e guardò Violet, con un'espressione strana.
"Sì, sì, ci sono, è solo che non mi aspettavo una cosa del genere. Il tuo racconto, il suo cambiamento di vita e poi questa lettera mi hanno letteralmente sconvolto. Adesso non so più cosa fare: ho paura ad aprire questa lettera, paura di trovarci dentro cose che non riesco ad affrontare, paura di trovare scritte cose che mi faranno solo desiderare di tornare con lui, paura di scordarmi tutto quello che mi hai raccontato e che lui è stato anche quello, paura di ritrovarmi di nuovo come sei anni fa. Forse non ero pronta a sentire questa storia, forse ti sei sbagliata e non era il caso che mi dessi questa lettera, forse era meglio che restasse nel tuo armadio per sempre", disse Natalie, impaurita e sconvolta da quella busta che aveva in mano, e che stava effettivamente guardando come una bomba pronta ad esplodere.
Violet la guardò, sorridendo, poi le prese una mano e, guardandola intensamente negli occhi, le disse:
"Nat, tu sei pronta per sapere tutta la verità, sul serio. Stasera, quando ti sei presentata a casa mia, è stato il giorno più bello della mia vita, perché pensavo che non ti saresti più ripresa da questo torpore in cui sei caduta sei anni fa e, invece, la paura di perdere la fattoria ti ha svegliato da questa vita monotona che stai vivendo e ti ha convinto a cambiare le cose. Sono tanti anni che aspetto questo tuo cambiamento, non ho mai detto niente perché dovevi fare le cose con i tuoi tempi, ma finalmente ci siamo arrivate. Tu non sei adatta a passare la tua vita qui, tra gli animali, a invecchiare senza nessuno accanto. Tu sei destinata ad avere una famiglia e a fare grandi cose, ma non potrai mai fare niente se non ti decidi a mollare definitivamente il passato. Sono convinta che quella lettera ti chiarirà tante cose, ti farà passare definitivamente la voglia di vendicarti e ti permetterà di andare avanti e, perché no, di rivedere anche Jason e chiarire definitivamente le cose. Sei pronta, adesso, a chiudere tutta questa storia, credimi, se no non ti avrei raccontato niente".
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Scommetto su di me
Chick-LitNatalie è una ragazza di venticinque anni che ha passato gli ultimi sei anni della sua vita nella fattoria di famiglia, a Spring Valley, un tranquillo paesino di campagna del New Jersey, a seguito di una disavventura che le è successa quando aveva d...