"Signorina Jhonson, è ancora lì?", chiese di nuovo la voce, in maniera gentile ma anche un tantino insistente.
Natalie rimase per qualche altro istante in silenzio, guardando senza davvero vederlo un punto davanti a sé, ferma nel suo giardino: sembrava non riuscire ad articolare nessuna parola o frase di senso compiuto, tanto era sorpresa. non sapeva cosa dire perché non sapeva cosa aspettarsi dalla persona all'altro capo del telefono: e se avesse voluto dirle che aveva fatto qualcosa che non doveva la sera precedente, o se qualcuno li aveva visti, o peggio, fotografati insieme? E se lui avesse pensato che lei avesse messo in pericolo la sua reputazione? Natalie non riusciva a immaginare le conseguenze di qualcosa che aveva dato fastidio a Caleb, tanto era potente, anche se non pensava che lui fosse tipo da fare ripicche strane solo per qualche foto insieme.
"Pronto?? Mi sente??", la voce cominciò a gridarle nell'orecchio.
A quel suono, Natalie si riscosse dal suo stato di trance e da tutti i suoi pensieri e, cercando di non sembrare completamente scema visto che aveva fatto scena muta, disse, con la voce più ferma che riuscì a tirare fuori:
"Sì, sì, mi scusi, sono qui. E' che il telefono non prende molto bene. Comunque mi dica, ha tutta la mia attenzione".
La voce dall'altra parte sospirò con fare annoiato, e Natalie non riuscì a non immaginare una bionda con i capelli appena fatti, vestita in modo impeccabile e bella come una modella, guardarsi le unghie laccate di rosso. Scosse la testa a quell'immagine, sorridendo appena, e dopo qualche istante la voce disse:
"Bene, visto che adesso mi sente vorrei spiegarle il motivo della mia telefonata. So che ha partecipato al concorso "La fidanzata di Caleb", ma che non è riuscita a rientrare tra la rosa delle cinque ragazze". La ragazza si fermò, e Natalie sospirò, non riuscendo a capire come quella sapesse quelle cose su di lei, anche se, probabilmente, lavorare per Caleb significava sapere tutto di tutti quelli che gli ruotavano attorno. Attese qualche istante per aspettare che la ragazza parlasse di nuovo ma, a quanto pareva, quella non ne aveva alcuna intenzione, visto che sembrava aspettare un qualche suo segnale prima di riprendere a parlare. Natalie sospirò di nuovo, perché quella non conversazione stava iniziando ad irritarla, visto che non amava perdere tempo, soprattutto quando non sapeva cosa le persone avevano da dirle, pii disse:
"Sì, ho partecipato e non sono stata scelta. Ma questo, ovviamente, lei lo sa già. Adesso può dirmi, quindi, il motivo di questa sua telefonata?", disse irritata.
La ragazza sbuffò, poi disse:
"Beh, signorina, si calmi. Questa è la nostra procedura: dobbiamo sincerarci che stiamo parlando davvero con la persona giusta, e devo ripeterle cose che per lei sono ovvie, anche se sembra strano, soprattutto per un concorso del genere. Ma queste sono le nostre politiche aziendali, e io mi limito semplicemente a rispettarle. Comunque, la volevo solo informare che c'è stato un disguido: la ragazza che ha ricevuto la lista a cui mandare le mail, ha sbagliato il suo indirizzo con quello di un'altra, e quando il signor Evans se n'è accorto, controllando che il lavoro fosse stato fatto bene, ha licenziato la ragazza e a chiesto a me e ad un'altra di fare una telefonata a lei e all'altra ragazza per dirvi che c'è stato un errore. Fortunatamente, a me è toccata lei, così io posso darle la bella notizia. Non vorrei essere nei panni della mia collega che ha dovuto dire all'altra che, in realtà, non è stata ammessa al concorso".
La ragazza fece una pausa, aspettando una qualche reazione da parte di Natalie prima di dire qualunque cosa.
Natalie era ancora più sconvolta di come fosse all'inizio della telefonata: non riusciva a mettere a fuoco quello che la ragazza le aveva detto, perché non le sembrava possibile che l'e mail fosse sbagliata. Ma forse, per una volta, la fortuna era stata dalla sua parte e una notizia negativa, improvvisamente, stava diventando una notizia positiva.
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Scommetto su di me
Chick-LitNatalie è una ragazza di venticinque anni che ha passato gli ultimi sei anni della sua vita nella fattoria di famiglia, a Spring Valley, un tranquillo paesino di campagna del New Jersey, a seguito di una disavventura che le è successa quando aveva d...