Capitolo 2

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Natalie cominciò a girare in tondo nella sua stanza, come se camminare le calmasse i nervi e le desse la soluzione ideale per risolvere tutto quel casino. Ma perché cavolo si era infervorata tanto con quella storia? In effetti, alla fine, la fattoria era principalmente dei suoi genitori, e se loro avessero voluto venderla, chi diavolo si credeva di essere lei per non lasciarglielo fare? Lo sapeva perfettamente da sola che non navigassero in buone acque in quel momento, ma il cuore aveva avuto la meglio sulla ragione, come sempre quando si trattava di qualche decisione che lei avrebbe dovuto prendere.

Sapeva cosa la spaventava dell'idea di andare in città ed abbandonare quel porto sicuro dove ormai si crogiolava da qualche anno, e sapeva anche che sua madre aveva ragione a dirle tutto quello che le aveva detto: lei non aveva mai avuto il coraggio di raccontare a nessuno quello che le era successo, e di sicuro non l'avrebbe fatto adesso. Decisamente era stato quello il motivo principale per cui voleva restare a Spring Valley e non trasferirsi in città anche se, da adolescente, quello era sempre stato il suo terrore più grande: restare rinchiusa in quella realtà di provincia, senza nessuna possibilità di cambiare o migliorare la propria vita.

E alla fine, invece, quella realtà era proprio la cosa che aveva scelto, quella che le aveva dato sicurezza e in cui aveva creduto che non le sarebbe più potuto succedere niente di male o di strano, visto come la vita scorreva tranquilla e sempre uguale in quella cittadina.

Ma si sbagliava. Il progresso alla fine era arrivato anche lì e la stava mettendo davanti al fatto compiuto che doveva scegliere e che, presto o tardi, si sarebbe trovata ad affrontare quello che aveva sempre scansato per tutto quel periodo, e trovarselo sbattuto in faccia senza alcuna possibilità di scelta l'aveva fatta vacillare e non poco. Per fortuna suo padre, come lei, ci teneva davvero a quel posto, e forse era riuscita ad ottenere un altro po' di pace per riuscire a risolvere questo casino, anche se sapeva perfettamente che trovare tanti soldi per modernizzare la fattoria e permettere a tutti loro di continuare la loro vita lì non era affatto facile. Ma lei non si era mai arresa tanto facilmente e, anche questa volta, si sarebbe rimboccata le maniche per cercare di far sì che la situazione restasse esattamente uguale a come era adesso, in modo che tutti potessero continuare serenamente la propria vita.

Prese il computer portatile dalla scrivania e si buttò sul letto, aprendo le pagine internet in cerca di un qualunque tipo di finanziamento che gli permettesse di non dover dare via tutto il loro guadagno per poter pagare la rata per modernizzare la fattoria. Dopo una mezz'oretta di ricerca ininterrotta, Natalie stava già iniziando a perdere la speranza, visto che aveva provato a fare un po' di conti su quanti soldi gli sarebbero serviti per mettere delle attrezzature e dei macchinari più moderni, ma le spese erano veramente alle stelle, e la rata per un finanziamento del genere era veramente troppo elevata.

Si sdraiò sul letto, guardando il soffitto bianco, in cerca di una qualunque altra ispirazione: ma niente sembrava risolvere il suo problema, e quella stanza sembrava tornata ad essere troppo piccola, come era qualche anno prima. Aveva di nuovo la sensazione di essere in gabbia e di non poter fare niente per scappare o risolvere quella situazione. Si alzò di scatto e andò sul suo piccolo terrazzo: il cielo si stava scurendo e le prime stelle cominciavano a fare capolino. Tirava un leggero venticello che le dava qualche brivido con la sua maglietta a mezza maniche, ma non aveva nessuna intenzione di rientrare: stare lì a guardare l'orizzonte sterminato e la natura incontaminata la faceva stare bene, e pian piano la faceva sempre tornare padrona di sé stessa. Aveva sempre adorato quel lato della sua stanza, anche se prima la doveva condividere con Kate, e non era mia stata una convivenza facile. Adorava le sue sorelle, tutte e tre, ma avevano sempre avuto un rapporto conflittuale, anche perché avevano tutte pochi anni di differenza, e nessuna delle quattro aveva un carattere vagamente simile a uno di quello delle altre. Prima fra tutte c'era Alexis, la primogenita, quello che aveva sempre ottenuto tutto dalla vita e che era riuscita in tutto quello che aveva fatto: adesso era uno degli avvocato più famosi di New York, con un matrimonio solido e due figli che la adoravano. Natalie non riusciva a capire come riuscisse a conciliare una carriera brillante come la sua, senza aver perso totalmente il contatto con la sua famiglia. E, invece, sembrava proprio che i suoi figli e suo marito la adorassero, e Natalie aveva sempre pensato che fosse anche bellissima, con i suoi lunghi capelli dorati e gli occhi color ghiaccio, e con un fisico da far invidia alle ragazze di vent'anni, anche se non riusciva davvero a capire dove trovasse il tempo per mantenersi anche in forma. Natalie non aveva mai avuto questo grande rapporto con Alexis, perché lei era la maggiore e otto anni di differenza non erano pochi, e poi lei le era sempre sembrata troppo perfetta, niente a che vedere con il carattere creativo e confusionario che aveva lei. Dopo Alexis c'era Jennifer quella che, come aspirazioni, era sempre stata un po' più come lei, una creativa, e infatti era diventata una bravissima chef sempre a New York. Lei era la nomade per antonomasia, quella che era sempre stata allergica alle relazioni a lungo termine, e che non aveva nessunissima intenzione di mettere su famiglia, ma aveva votato la sua vita alla carriera, e infatti girava al mondo grazie alle sue ricette. Aveva un bellissimo attico nell'Upper East Side, e qualche volta Natalie era andata a stare da lei. La sua casa era un caos totale, non aveva orari e viveva davvero alla giornata. Natalie aveva sempre ammirato questo suo carattere così spensierato e senza freni ma, anche se a lei piaceva vivere un po' fuori dagli schemi, senza troppe regole, la vita libertina della sorella era davvero troppo per lei. Quando era andata a studiare all'università era la sorella di cui aveva sentito più la mancanza, quella con cui aveva condiviso tante esperienze e che l'aveva sempre coperta con i genitori, essendo più grande, e l'unica che l'aveva spinta a seguire i propri sogni davvero, senza paure, ma poi, alla fine, lei vi aveva rinunciato. Tra di loro ci correvano cinque anni e, anche se fisicamente si assomigliavano poco poiché Jennifer aveva i capelli rosso rame, tante lentiggini e due occhi blu profondi che la rendevano davvero bella e particolare, era la sorella con cui era sempre stata fiera di essere imparentata.

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