Capitolo 8

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Nonostante fosse andata a letto molto tardi, Natalie aprì gli occhi che erano le dieci e, nonostante il suo corpo reclamasse ancora il letto, il suo cervello aveva deciso che aveva riposato abbastanza e che era giunto il momento di mettere in pratica tutto quello che aveva deciso la sera precedente.

Si alzò di scatto dal letto, scuotendo la testa quando si rese conto che era vestita esattamente come la sera prima: non si ricordava di essere crollata completamente vestita, ma sapeva che era la prima volta dopo tanti anni che riusciva a dormire senza incubi e una nottata intera a diritto, e quindi poteva anche concedersi di essersi addormentata vestita.

Si diresse in bagno, fece una doccia veloce e si rimise i suoi amati jeans chiari e una camicetta fucsia, che riprendeva il colore delle sue scarpe da ginnastica. Cercò di dare un aggiustata ai suoi capelli, ma con scarsi risultati: il bagno della sera prima, e il fatto di essersi dimenticata di spazzolarli, rese particolarmente difficile domarli. Dopo qualche tentativo inutile, optò per una coda alta, lasciando che qualche ciuffo le incorniciasse il viso e uscì abbastanza soddisfatta dal bagno: per stare in fattoria o fare un giro in paese, se Violet avesse avuto voglia, il suo abbigliamento e la sua pettinatura sarebbero andati più che bene.

Scese le scale di corsa, avendo una fame terribile, ed era convinta che avrebbe trovato sua madre in cucina, a preparare qualche marmellata o qualche conserva da vendere e suo padre sul retro, ad arare il campo e dare da mangiare agli animali. Ma, arrivata in cucina, non trovò nessuno: la cosa le parve sospetta, ma pensò che, probabilmente, sua madre era andata a dare una mano a suo padre visto che lei, quella mattina, aveva dormito più del solito.

Mise il caffè nel bollitore e scostò la tenda della cucina per vedere se riusciva ad intravedere i suoi genitori, ma niente: sembravano spariti. Natalie stava iniziando un po' a preoccuparsi, poiché di solito i suoi, tranne rare eccezioni per delle commissioni, stavano sempre nei dintorni della casa, e il fatto di non vederli nemmeno in giro era davvero molto inusuale.

Decise di fare colazione e di uscire poi a cercarli: in fondo, non potevano essere andati così lontano. Si sedette, spalmò due fette biscottate con la sua marmellata preferita, di more, e prese il cellulare per dare un'occhiata a quello che era successo durante quella mattinata. Come aprì il cellulare, la fetta biscottata che stava per addentare le cadde sul tavolo, ovviamente dalla parte spalmata, ma Natalie non ci fece caso: il suo sguardo era concentrato sulle schermo del suo telefono, che riportava qualcosa come dieci chiamate perse e otto messaggi di what's app. Non era mai stata così ricercata in vita sua e, con il fatto che non aveva visto per niente i suoi genitori quella mattina, l'ansia prese il sopravvento: aveva paura di vedere chi fosse che l'aveva chiamata e che le avesse scritto, perché aveva paura di trovare brutte notizie sul conto dei suoi genitori. Non era mia stata una persona ansiogena, ma lo era un po' diventata dopo quella che era successo sei anni prima, ed ora era terrorizzata che qualunque notizia le arrivasse fosse una cattiva notizia che riguardava la salute di qualche suo conoscente, soprattutto perché non aveva mia trovato tanti messaggi e chiamate perse sul suo cellulare, e quindi qualcosa doveva essere successo per forza.

Fece un profondo respiro e, nonostante fosse terrorizzata dal vedere chi l'avesse chiamata, decise che preferiva sapere piuttosto che stare in quel limbo di incertezza: scorse lo schermo del telefono verso l'alto e vide che le chiamate perse provenivano tutte dallo stesso numero, quello di Violet.

Tirò un sospiro di sollievo pensando che, se tutto proveniva da lei, non era niente di grave e, con un po' di tranquillità in più, recuperò la fetta di marmellata dal tavolo, maledicendosi per non essersi accorta prima di avere praticamente tutta la marmellata appiccicata sul tavolo e non più sulla fetta, e iniziò a morderla, mentre cominciava ad aprire i vari messaggi che le erano arrivati: fece un sorriso quando si rese conto che anche quelli, come le chiamate, provenivano tutti da Violet.

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