Qualcosa suonava in lontananza, sembrava un trillo di campane. Mi ero addormentata in chiesa, per caso? Aprii gli occhi controvoglia e mi guardai intorno. Quella non era la mia stanza. Fui presa dal panico per un attimo, perché non riuscivo a ricordarmi cos'avessi fatto la sera prima dopo la sesta birra. Poi un groviglio di capelli biondi si mosse accanto a me e riconobbi Ivy, con il trucco scolato che borbottava nel sonno accanto a me. Non ricordavo come ci fossi finita, a casa di Ivy, ma non era importante.
No, certo Dee. Non è per niente importante che bevi come un muratore slavo a soli diciassette anni e non ti ricordi mai niente.
Mi accorsi che il suono che mi aveva svegliato non erano le campane della chiesa ma il mio telefono. Considerando quanto Sean era diventato religioso, era probabile che stesse facendo costruire una chiesa proprio accanto casa sua. Presi il telefono e notai che fossero le 11:00 di mattina e che la chiamata proveniva da David. Fantastico.
<<Pronto>> risposi, con la bocca secca.
<<Dove diamine sei?>> urlò dall’altro capo del telefono, con la sua voce martellante. Già avevo mal di testa, se poi lui urlava così...
<<Ho dormito da Ivy, è tutto okay...>> provai a spiegare, ma venni interrotta.
<<Torna. Immediatamente. A casa>> esclamò, scandendo bene ogni lettera, poi mise giù.
Sbuffai teatralmente, preparandomi psicologicamente al cazziatone che mi aspettava appena tornata a casa. Mi vestii in fretta senza svegliare nemmeno Ivy, tanto avrebbe capito che ero dovuta scappare a casa. Sbadigliai innumerevoli volte. Era possibile addormentarsi mentre si camminava? Be', se avessi chiuso gli occhi era probabile, in fondo i cavalli dormivano in piedi. Potevo fare come i cavalli, però prima avrei dovuto fermarmi, ma era fuori discussione. Se avessi ritardato ancora, probabilmente David mi avrebbe uccisa. Entrai in casa ecome mi immaginavo David era seduto sul tavolo in cucina a braccia conserte. Mi guardò in cagnesco, poi mi indicò la sedia davanti a me. Sbuffai mentalmente, ma cercai di mantenere un’espressione dispiaciuta. Ma andiamo, a chi volevo darla a bere?! L'unica cosa che mi dava dispiacere era vedere gli animali soffrire. Oh, avrei così tanto voluto avere un gatto.
<<Destiny>> disse David, riportandomi bruscamente alla realtà. <<Quante volte ti ho detto che devi informarmi quando esci e quando ti fermi a dormire fuori?>>.
<<Circa un milione?>> gli chiesi retorica, con un sorrisino per smorzare la tensione sul viso di David.
Ma quale sorrisino, per smorzare la tensione che si era creata avrei dovuto portarlo al circo. Con tutti quegli animali! Che cosa fantastica. Ma non ero tanto sicura di essere pro al circo. Insomma, era tutta gente che amava gli animali, ma quello non era il loro posto, rinchiusi in delle gabbie.
<<Destiny cazzo, mi stai ascoltando?>> mi chiese David.
Sbattei le palpebre più volte. <<Sì, certo>>.
Cosa aveva detto?
<<Allora vedi di avvertirmi la prossima volta, se non vuoi che mi incazzi sul serio e ti requisisca ogni cosa che possiedi>> mi minacciò lui, con sguardo severo.
<<Amore, lasciala andare. Vedrai che la prossima volta si ricorderà>> commentò una voce squillante alle mie spalle.
Mi voltai e salutai con un cenno la fidanzata di mio fratello, Jennifer. Lei si avvicinò a noi, quasi volteggiando dentro il suo vestito blu a tinta unita, stretto a risaltare tutte le sue curve. Portava i capelli ramati in una coda morbida, e i suoi occhi guardavano amorevolmente David e me. Mi stava simpatica, Jennifer. Mi difendeva sempre quando David era troppo severo con me, ed io un po' la invidiavo. Era una ragazza perfetta. Ogni tanto i suoi occhi prendevano una sfumatura di malinconia, si intristiva all'improvviso e rimaneva persa nei suoi pensieri. Ma cercava di non darlo a vedere. Io e David, però, ce ne accorgevamo sempre. David perché stava attento ad ogni sua piccolezza, gesto o parola. La adorava, oltre che amarla. Ed io... perché sapevo cosa voleva dire perdersi nei propri pensieri, soprattutto quando questi erano negativi e cupi. Si avvicinò a me, mi lasciò un bacio sulla guancia e poi andò a sedersi in braccio a David. Gli diede un piccolo colpetto al fianco e lui si schiarì la gola.
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Incompresi ~The Misunderstood Series
Romance> esclamò, inchiodandomi con i suoi occhi profondi. I suoi capelli erano sparati in tutte le direzioni, per quante volte ci aveva passato le mani in mezzo. L'ombra di un sorriso aleggiava sulle sue labbra, evidenziando ancor di più la fossetta sul m...