Jason parcheggiò la moto di lato ad una panchina ed io andai a sedermi, senza nemmeno aspettare che mettesse la moto sul cavalletto. Mi sedetti sulla spalliera della panchina e aprii la mia birra con l'accendino.
Lui mi porse distrattamente la sua ed io lo guardai, seccata.
<<Non te la sai aprire da solo?>> gli chiesi acidamente.
<<Sì ma non ti costa niente aprirla anche a me!>> sbottò lui, passandomi insistentemente la sua birra. Sbuffai e controvoglia gliela aprì, solo per non sentirlo più lamentare.
Si sedette accanto a me e prese la birra che gli stavo porgendo, con un sorrisino in volto.
<<Ma grazie>> disse, sollevando la bottiglia con espressione stupefatta. Alzai gli occhi al cielo e senza dire altro presi una lunga sorsata dalla mia.
<<Perché sei così antipatica?>> mi chiese, fissandomi intensamente. Lo guardai, soffermandomi a lungo sul suo viso.
I suoi occhi azzurri erano incorniciati da folte ciglia, e la sua fossetta sul mento era evidente soprattutto quando rideva. Gli zigomi pronunciati erano tirati nel solito sorriso di sfida.
<<Sono così e basta>> dissi, con tono incolore. Che domanda era, la sua?
<<Io non credo. Non si può essere così acide e rompipalle senza motivo>> disse, facendo spallucce. Lo fulminai con lo sguardo.
<<Tu perché non ti fai mai i cazzi suoi?>> chiesi piccata.
<<Ecco, vedi? Mi riferisco a questo. Non si può essere così senza motivo>> disse seccato, alzando gli occhi al cielo.
<<Io sono così con tutti, con te in particolare perché mi stai particolarmente antipatico>> borbottai, spostando lo sguardo davanti a me.
<<Nemmeno mi conosci>> esclamò Jason.
<<Conosco abbastanza e non voglio andare oltre>> risposi.
Lo sentii ridacchiare, ma non disse altro.
<<Dovresti essere infastidito da queste mie risposte>> constatai.
<<Io so che la tua è solo una facciata piccola Dee>> disse, tornando a guardarmi negli occhi. Sbuffai dal naso, cercando di non perdere la pazienza.
<<Uno: non mi conosci e non puoi sapere niente, di me. Due: non. Chiamarmi. Piccola. Dee. Tre: vuoi sapere perché tu mi stai particolarmente antipatico?>> esclamai, elencando le varie motivazioni sulle dita. Non volevo dirglielo, ma la domanda mi uscì di getto.
Come potevo dirgli che le sue parole rivolte alla mia persona mi avevano infastidita?
Io direi ferita.
Mi aveva definita altezzosa e poco femminile, e questo mi bruciava abbastanza.
Aveva definito Ivy come una pazza, di ''basso ceto'', descrivendo con lei anche un po' me. E poi i suoi modi così ... così sgarbati, pomposi, provocatori ... mi facevano uscire fuori di testa.
E sai perché? Perché tu e Jason avete gli stessi difetti. E non lo sopporti, perché in genere i nostri difetti visti da fuori ci esasperano.
Io e Jason non abbiamo per niente gli stessi difetti!
Oh, com'è che adesso non mi ignori?
<<Sì, vorrei saperlo>> rispose, con il suo solito sorriso di sfida.
Bene, adesso che gli dici allora?
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Incompresi ~The Misunderstood Series
Romance> esclamò, inchiodandomi con i suoi occhi profondi. I suoi capelli erano sparati in tutte le direzioni, per quante volte ci aveva passato le mani in mezzo. L'ombra di un sorriso aleggiava sulle sue labbra, evidenziando ancor di più la fossetta sul m...