<<Dove stiamo andando?>> gli chiesi urlando per sovrastare il rumore del vento.
Lui non rispose, ma iniziò a decelerare. Non riconoscevo quelle vie per cui ero quasi certa che non fossimo rientrati nella nostra città, a Wilmington.
Si fermò davanti ad un fast food e con un cenno brusco della testa mi intimò di scendere dalla moto. Scesi sbuffando e gli volta in fretta le spalle, mentre sentivo il mio stomaco brontolare nel sentire l'odore che proveniva da quel locale.
<<Ho fame>> disse lui, scendendo dietro di me. <<Tu?>>.
<<Un tantino>> ammisi, incamminandomi verso l'entrata del fast food.
Mi accorsi che lui non mi seguiva, così mi girai per controllare cosa stesse facendo. Jason era immobile, dietro di me, con lo sguardo letteralmente fisso sul mio sedere.
Quando si accorse che mi ero girata e l'avevo beccato a fissarmi, spostò velocemente lo sguardo, schiarendosi la gola imbarazzato.
<<Cosa c'è, Jason?>> gli chiesi sarcastica, con il tono più fintamente dolce che riuscivo a fare.
<<I-io>> disse, passandosi una mano tra i capelli e spostando lo sguardo dritto davanti a sé. <<Sono carini, questi pantaloni>> ammise, iniziando a camminare e sorpassandomi.
Come una scema, mi ritrovai a fissare i miei pantaloni di pelle a vita alta.
<<Non ci credo! Non rientrano nel tuo stile!>> esclamai, raggiungendolo.
<<Be', sì. Ma mi piacciono>> ripetè, stupito quasi quanto me da quell'affermazione.
<<O forse ti picciono perché li indosso io>> lo stuzzicai, mentre da vero gentiluomo apriva la porta a vetro del locale e la lasciava richiudere bruscamente alle sue spalle. Appena in tempo stoppai la chiusura della porta con la mia mano e lo guardai male, mentre lui faceva finta di niente.
Ridacchiò quando gli lanciai l'occhiataccia, e quasi lo sentii borbottare un piccolo: <<Forse>>.
Ordinammo un i nostri menu e poi andammo a sederci a primo tavolo libero; strano ma vero, persino a quell'ora (quasi mezzanotte) il locale era quasi pieno.
Mi guardai intorno, notando tavoli sommersi di gruppi di amici, alcuni composti da qualche camionista, ragazze poco vestite e altri ancora da coppiette romantiche.
<<Dove diamine la metti tutta quella roba?>> mi chiese, alzando appena i suoi occhi azzurri sul mio vassoio per poi riposarli sul suo panino.
<<Non saprei. Tu non dovresti seguire una dieta ipocalorica, considerando lo sport che pratichi e tutto ciò che ne concerne?>> gli chiesi sarcasticamente, accusandolo con una patatina. In effetti, avevo ordinato un doppio cheesburgher, un toast e una porzione di patatine doppia.
A questo punto avresti dovuto prendere due toast. Giusto per fare una doppietta di tutto.
Jason fece a sua volta spallucce. <<Nah>> rispose semplicemente, affondando i suoi denti nel suo panino. <<Stai seriamente mangiando prima il dolce e poi il salato?>> mi chiese d'improvviso facendomi saltare, mentre osservava il milk shake alla fragola che stavo bevendo, con il panino e le patatine intatte ancora nel piatto. Lo guardai male per quella brusca domanda, poi scrollai le spalle, senza rispondere. Lo sentii borbottare qualcosa dove colsi solo le parole "stranezza" e "non capisco".
Non era una cosa che facevo comunemente, mangiare prima il dolce e poi il salato ma avevo una fissazione strana, quando si trattava del cibo: dovevo mangiare prima ciò che mi piaceva di meno, per gustarmi al meglio ciò che mi piaceva di più alla fine, e in quel momento il Milk shake veniva dopo "patatine" e "doppio cheesburger".
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Incompresi ~The Misunderstood Series
Romance> esclamò, inchiodandomi con i suoi occhi profondi. I suoi capelli erano sparati in tutte le direzioni, per quante volte ci aveva passato le mani in mezzo. L'ombra di un sorriso aleggiava sulle sue labbra, evidenziando ancor di più la fossetta sul m...