<<Al luna park, Jason? Seriamente?>> gli chiesi sarcastica, mentre scendevo dalla sua moto. <<Che ti sembro, una bambina di dieci anni?>>.
Lui mi lanciò uno sguardo duro, arrabbiato e seccato. <<Data la tua altezza, potresti anche esserlo. Soprattutto con quei capelli, si può sapere cosa hai fatto?>> sbottò, prendendo maldestramente una mia ciocca azzurra ed esaminandola da vicino.
Gli diedi uno schiaffetto sulla mano e mi allontanai un poco da lui, sbuffando.
<<Hai detto che devi scaricare l'adrenalina, no? Qui puoi sparare una di quelle pistole simili a quella usata a casa di Scott, alla festa. Quella a pallini>> spiegò, avviandosi verso l'entrata del Luna Park.
La musica proveniva dappertutto, canzonie diverse ed assordanti tanto che non se ne riusciva a distinguerne nemmeno una, le luci erano così accecanti che bisognava star attenti a non fissarle troppo, altrimenti rischiavi la vista! Le urla e le risate provenivano da ogni dove, ed il formicolio alle mani tornò in meno di un secondo.
<<Jason, non credo sia una buona idea>> sussurrai indirttrggiando, leggermente imbarazzata. Tutto quel caos mi agitava, anche se non ne avevo motivo. Ma era così e basta, da quando ero piccola. Lui si voltò a guardarmi, confuso.
Sicuramente stava pensando che fossi pazza.
Mi aveva trovato nel bosco da sola, di notte, sprovveduta e smarrita. Poco dopo mi ero seduta per terra, raccolta a cercare di non farmi venire un'altra crisi, un altro attacco di panico soprattutto davanti a lui.
E adesso sentivo l'ansia montarmi di sopra, di nuovo. Come sempre, senza motivo.
Goditi la serata con il bel fusto, Dee. Non farti rovinare sempre ogni cosa da quest'ansia immotivata. Reagisci!
<<Va tutto bene?>> mi chiese Jason, avvicinandosi a me. Indietreggiai ancora istintivamente, ma annuii.
Scrollai la testa impercettibilmente e mi avviai verso l'entrata del luna park, con Jason che mi guardava di sottecchi.
Quella sera avevo lo sguardo perso, arrabbiato e i suoi lineamenti erano contratti. Cosa gli era successo?
<<Perché eri nel bosco anche tu?>> gli chiesi, mentre ci buttavamo tra la folla.
Lui scrollò le spalle. <<Ero andato ad aggiungere altri bersagli, gli altri erano ormai inutili>> spiegò, guardando avanti a se.
Arrivammo vicino a tre o quattro bancarelle. Erano dei furgoncini molto grandi, pieni di peluches piccoli e giganti. Sul ripiano foderato davanti a noi c'erano diverse pistole ed anche qualche fucile.
Il mio sguardo cadde sul forgoncino di lato a noi, anch'esso zeppo di peluche e ragazzi che sparavano intorno. Notai una ragazza molto bella, che guardava il fidanzato sparare per lei le lattine e vincere un enorme peluche. Ma c'era qualcosa di sbagliato, in quella coppia.
Lei non lo guardava quasi mai negli occhi, sembrava sempre assorta con il pensiero chissà dove, chissà a chi. Lui la guardava più come se lei fosse un oggetto, un qualcosa da possedere a tutti i costi.
<<Vuoi lo zucchero filato, Julie?>> gli chiese. Era un bel ragazzo, alto con la barba e i capelli biondi ma non capivo come potesse stare con una come lei. Si chiamava proprio come la mia Julie, l'amica di Jen, e proprio come lei sembrava destinata ad un ragazzo ricco, di buona famiglia e composto. Tutto il contrario di quel tipo. Chissà cosa c'era sotto e chissà perché lei stava dietro ad uno come lui.
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Incompresi ~The Misunderstood Series
Romance> esclamò, inchiodandomi con i suoi occhi profondi. I suoi capelli erano sparati in tutte le direzioni, per quante volte ci aveva passato le mani in mezzo. L'ombra di un sorriso aleggiava sulle sue labbra, evidenziando ancor di più la fossetta sul m...