<<La prossima volta che mi gioco la scuola David mi caccia fuori di casa>> sentenziai, sedendomi accanto ad Ivy. Quella mattina avevo fatto tardi, dato che la sera prima mi ero addormentata tardi.
Al mio rientro a casa David si accertò che fossi sana e salva e andò a letto, senza proferire parola.
<<Eppure non hai fatto niente di che>> sussurrò lei in risposta, alzando le spalle.
<<Infatti, appunto!>> borbottai. <<Credo che non mi sopporti nemmeno lui>> mi lasciai sfuggire e lei mi guardò con aria sospettosa. In genere non parlavo mai di mia madre e del suo abbandono, o di come potessi sentirmi. Conoscevo Ivy dalle medie, lei era la persona che sapeva tutto di me, sapeva anche della malattia di mia madre, che spesso si rifiutava di prendere le medicine e quindi stava via per giorni. Poi un giorno se ne andò definitivamente, e questo convinse sempre di più David a portarmi a vivere con lui a Wilminghton. Era da un po' che faceva pressioni a mio padre, ma lui non ne era per niente d'accordo all'inizio. Ma poi, che fare? Dopo l'abbandono definitivo di mia madre si era buttato a capofitto nel lavoro, e l'alternativa migliore per me era andare con David, per tutti.
<<Se vuoi parlarne, sono qui>> sussurrò Ivy, stringendomi il ginocchio. Mi sentivo come se avessi un costante peso sul petto che volevo liberare, ma non sapevo come fare; era più semplice tenerlo lì, nascosto da tutti e ignorarlo, così scossi la testa e lei annuì. Questa era una parte di Ivy che adoravo; non faceva pressioni per farmi parlare, c'era e basta.
Cambiammo aula al termine della lezione e andammo in quella di matematica. La professoressa White iniziò a consegnare le verifiche corrette che io ovviamente non avevo svolto perché quel giorno mi ero assentata. Che novità. La guardai male quando passò di lato a me per consegnare il compito ad Ivy che sbuffò.
<<Ho preso C+. Sean mi ammazza>>.
<<Dobbiamo farli iniziare ad uscire insieme a Sean e David, non trovi?>> le dissi, affondando la testa tra le braccia adagiate sul banco.
<<Sì, così se da soli sono dei rompipalle, figuriamoci insieme>> sbottò.
<<Sean non ha altra scelta. David può rimandarmi a casa quando vuole>> risposi senza pensarci. Non volevo autocommiserarmi, non era nel mio stile, soprattutto con Ivy. Io avevo i miei problemi, ma lei non aveva una madre perché era morta e un padre che come mia madre l'aveva abbandonata. Cos'era peggio? Avere una madre che sceglie di lasciarti o non avere una madre che purtroppo non aveva potere decisionale sulla sua scelta?
<<Signorina Cooper, la mia lezione l'annoia?>> chiese la professoressa, riportandomi alla realtà del momento. La guardai confusa e lei mi rimproverò.
<<Stia composta, può dormire la sera a casa non in aula>> esclamò piccata.
<<Peccato che la sera sia troppo impegnata a girovagare per la città in cerca di libri perduti>> sussurrò una voce alle mie spalle che mi fece girare di scatto.
Jason mi guardava, soddisfatto della sua battuta. Solo Ivy parve sentire la sua esclamazione, perché gli altri ragazzi erano intenti ancora con le loro cose.
Cosa voleva dire quel riferimento ai libri perduti? Cosa ne sapeva lui?
<<Signorina Cooper, sto ancora parlando con lei>> esclamò con voce ancora più infastidita la professoressa White.
Sbuffai innervosita. <<Cosa vuole fare, chiamare di nuovo mio fratello?>> le chiesi, senza riuscire a fermarmi.
Lei non rispose, ma corrugò le labbra in una linea dura. <<Bene>> aggiunse poi, dopo aver compilato un foglietto. Lo strappò e lo adagi al limitare della cattedra.
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Incompresi ~The Misunderstood Series
Romance> esclamò, inchiodandomi con i suoi occhi profondi. I suoi capelli erano sparati in tutte le direzioni, per quante volte ci aveva passato le mani in mezzo. L'ombra di un sorriso aleggiava sulle sue labbra, evidenziando ancor di più la fossetta sul m...