<<Destiny>> disse Ivy per la decima volta, mentre ci spostavamo nell'aula di matematica e prendevamo posto nei banchi.
<<Cosa c'è?>> le chiesi seccata. Quella mattina non ero proprio dell'umore adatto, mancavano ancora diverse ore alla fine delle lezioni e avevo fame.
<<Si può sapere dove hai la testa oggi?>> mi chiese sbuffando.
<<Al cibo>> borbottai.
Ma non era vero.
Cioè insomma, in parte si, la mia mentre era costantemente rivolta al cibo. Ma ero anche rivolta con i pensieri a Jason. Alla rabbia con cui colpiva quel muro la sera prima, l'indifferenza glaciale del suo sguardo quella mattina.
<<Il ragazzo nuovo ti sta fissando>> sussurrò al mio orecchio Ivy, ed io la guardai incuriosita. Lei indicò impercettibilmente il ragazzo dietro di lei, sulla destra, e vidi Jason intento a scrivere qualcosa sul cellulare.
<<Il ragazzo nuovo>> sussurrai a mia volta. Ecco perché non l'avevo mai visto. Era la prima volta che lo vedevo in aula con me, probabilmente Matematica Applicata era l'unico corso che seguivamo insieme.
<<Come fai a sapere che è nuovo?>> gli chiesi, spostando immediatamente lo sguardo.
Lei alzò gli occhi al cielo, seccata. <<Dee, l'hai mai visto prima d' ora? No, quindi è un ragazzo nuovo in questa città>> spiegò lentamente, come se stesse parlando con una deficiente.
Be', un po' lo sei.
In realtà l'ho già visto Ivy, ben tre volte.
E avrei preferito evitare quegli incontri.
Lo guardai di nuovo, senza farmi notare né da lui né da Ivy.
Indossava una camicia blu sopra dei pantaloni beige e hai piedi aveva delle costose scarpe firmate. Il profumo di buona qualità riuscivo a sentirlo fin dalla mia posizione.
Per quale motivo mi stava fissando prima?
E perché non mi aveva salutata, quella mattina?
Insomma Destiny! Cosa volevi che facesse? Vi siete scontrati un paio di volte e non vi siete stati simpatici a vicenda, punto. Poi ognuno ha la sua gerarchia sociale a scuola, ed è evidente che tu e lui non apparteniate alla stessa.
<<Signorina Cooper>> esclamò una voce nasale, che mi fece sussultare. La professoressa White si era avvicinata al mio banco e richiamava la mia attenzione. La guardai, ritornando lentamente alla realtà.
<<Vuole venire alla lavagna a svolgere l'esercizio sullo studio delle funzioni? Così potrà spiegare anche al ragazzo nuovo fin dove siamo arrivati con il programma>> disse, abbassando leggermente gli occhialini sul naso.
Ce l'avevo io due cosine da spiegare al nuovo arrivato!, pensai tra me e me.
Mi alzai controvoglia senza rispondere e mi avvicinai alla lavagna bianca. L'esercizio che la professoressa aveva segnato non era facile, ma potevo farcela.
Presi il pennarello e iniziai a scrivere prima l'appartenenza della funzione e poi la sua derivata prima, ragionando meticolosamente sui calcoli.
Quei momenti, quando svolgevo quei compilcati esercizi, erano gli unici momenti in cui la mia mente non se ne andava a zonzo per fatti suoi.
<<Bene>> si limitò a dire la professoressa alle mie spalle, quando finalmente finì tutti i passaggi. Io nel frattempo ricontrollavo quello che avevo scritto. <<Qualcuno non ha chiaro qualcosa? Signor Morris?>>.
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Incompresi ~The Misunderstood Series
Romansa> esclamò, inchiodandomi con i suoi occhi profondi. I suoi capelli erano sparati in tutte le direzioni, per quante volte ci aveva passato le mani in mezzo. L'ombra di un sorriso aleggiava sulle sue labbra, evidenziando ancor di più la fossetta sul m...