Capitolo 5

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<<Destiny>> disse Ivy per la decima volta, mentre ci spostavamo nell'aula di matematica e prendevamo posto nei banchi.

<<Cosa c'è?>> le chiesi seccata. Quella mattina non ero proprio dell'umore adatto, mancavano ancora diverse ore alla fine delle lezioni e avevo fame.

<<Si può sapere dove hai la testa oggi?>> mi chiese sbuffando.

<<Al cibo>> borbottai.

Ma non era vero.

Cioè insomma, in parte si, la mia mentre era costantemente rivolta al cibo. Ma ero anche rivolta con i pensieri a Jason. Alla rabbia con cui colpiva quel muro la sera prima, l'indifferenza glaciale del suo sguardo quella mattina.

<<Il ragazzo nuovo ti sta fissando>> sussurrò al mio orecchio Ivy, ed io la guardai incuriosita. Lei indicò impercettibilmente il ragazzo dietro di lei, sulla destra, e vidi Jason intento a scrivere qualcosa sul cellulare.

<<Il ragazzo nuovo>> sussurrai a mia volta. Ecco perché non l'avevo mai visto. Era la prima volta che lo vedevo in aula con me, probabilmente Matematica Applicata era l'unico corso che seguivamo insieme.

<<Come fai a sapere che è nuovo?>> gli chiesi, spostando immediatamente lo sguardo.

Lei alzò gli occhi al cielo, seccata. <<Dee, l'hai mai visto prima d' ora? No, quindi è un ragazzo nuovo in questa città>> spiegò lentamente, come se stesse parlando con una deficiente.

Be', un po' lo sei.

In realtà l'ho già visto Ivy, ben tre volte.

E avrei preferito evitare quegli incontri.

Lo guardai di nuovo, senza farmi notare né da lui né da Ivy.

Indossava una camicia blu sopra dei pantaloni beige e hai piedi aveva delle costose scarpe firmate. Il profumo di buona qualità riuscivo a sentirlo fin dalla mia posizione.

Per quale motivo mi stava fissando prima?

E perché non mi aveva salutata, quella mattina?

Insomma Destiny! Cosa volevi che facesse? Vi siete scontrati un paio di volte e non vi siete stati simpatici a vicenda, punto. Poi ognuno ha la sua gerarchia sociale a scuola, ed è evidente che tu e lui non apparteniate alla stessa.

<<Signorina Cooper>> esclamò una voce nasale, che mi fece sussultare. La professoressa White si era avvicinata al mio banco e richiamava la mia attenzione. La guardai, ritornando lentamente alla realtà.

<<Vuole venire alla lavagna a svolgere l'esercizio sullo studio delle funzioni? Così potrà spiegare anche al ragazzo nuovo fin dove siamo arrivati con il programma>> disse, abbassando leggermente gli occhialini sul naso.

Ce l'avevo io due cosine da spiegare al nuovo arrivato!, pensai tra me e me.

Mi alzai controvoglia senza rispondere e mi avvicinai alla lavagna bianca. L'esercizio che la professoressa aveva segnato non era facile, ma potevo farcela.

Presi il pennarello e iniziai a scrivere prima l'appartenenza della funzione e poi la sua derivata prima, ragionando meticolosamente sui calcoli.

Quei momenti, quando svolgevo quei compilcati esercizi, erano gli unici momenti in cui la mia mente non se ne andava a zonzo per fatti suoi.

<<Bene>> si limitò a dire la professoressa alle mie spalle, quando finalmente finì tutti i passaggi. Io nel frattempo ricontrollavo quello che avevo scritto. <<Qualcuno non ha chiaro qualcosa? Signor Morris?>>.

Incompresi ~The Misunderstood Series Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora