Lo guardai intensamente, mentre quelle parole entravano insistentemente dentro la mia testa e davano l'impressione di voler rimanere lì impresse ancora per molto tempo.
Lui ricambiò il mio sguardo, ancora più perplesso e inebetito di me per le parole che aveva pronunciato.
Questo dimostra che non te le sei immaginata semplicemente perché sei ubriaca.
"Ho solo bisogno che tu salga su questa moto e che tu stia con me".
Forse aspettava una risposta, forse dovevo dire qualcosa, fare qualcosa, qualsiasi cosa...
<<Jason... >> sussurrai, spostando faticosamente lo sguardo dai suoi occhi.
<<Non riesco... Non posso salire... >> mormorai, e lui emise un suono che era tra un imprecazione e uno sbuffo.
<<Allora fai quello che ti pare Destiny, non te lo chiederò un'altra volta. Stai con questi coglioni, sai che me ne importa, rimani con la tua testardaggine e la tua infantilità...>>
Mi misi le mani sulle tempie quando mi inveì contro, cercando di trovare le parole giuste per non far saltare su le molle del suo cervello, che probabilmente erano sempre sull'attenti.
<<Intendo che non riesco a salire da sola sulla tua moto, brutto idiota, perché sono troppo ubriaca>> sbottai, interrompendolo. Lui mi guardò stranito, come se non avesse capito le mie parole. Poi un sorrisino indecifrabile comparve sul suo viso, allungò un braccio verso di me e mi aiutò ad issarmi sulla moto.
Allacciai volutamente e prepotentemente le mie mani attorno ai suoi fianchi e le strinsi quando lui accelerò all'improvviso.
<<Dove stiamo andando?>> gli chiesi, vedendo sfrecciare gli alberi intorno a noi.
Lui scosse la testa. <<È un semplice giro>>.
Dopo di che restammo entrambi in silenzio. Forse con la consapevolezza che avevamo entrambi pronunciato qualche parola di troppo, qualche parola che ci ci aveva "scoperto" più del dovuto.
Si fermò al limitare di una stradina deserta, vicino alla costa, e lentamente si tolse il casco. Si girò verso di me e distrattamente slacciò anche il mio.
<<Non riesco a capacitarmi del fatto che stavi per fumare dell'erba. Con degli sconosciuti, sei una ridicola ipocrita>> sbottò, guardandomi dritto negli occhi.
<<Sono affari miei quello che faccio o meno>> replicai, evitando accuratamente di guardare i suoi occhi; in quel momento, quella poca lucidità che mi era rimasta poteva andare a farsi fottere se solo mi fossi lasciata distrarre dall'azzurro dei suoi occhi.
<<Però critichi me, che lo faccio! Critichi chiunque lo faccia, persino Ivy, ma soprattutto me>> esclamò, scendendo dalla moto.
Alzai il mio sguardo dal sellino in pelle sul quale stavo delicatamente scorrendo le mie unghie mangiucchiate, e lo guardai male. <<Ero ubriaca. Sono ubriaca. Volevo solo...>> mormorai, cercando una giustificazione valida al mio comportamento anche se sapevo che non c'era. Cosa volevo fare? Perché stavo arrivando a fumare dell'erba con degli sconosciuti, quando ero già ubriaca persa? Non riuscivo a capire nemmeno io cosa stavo facendo, ma Jason aveva ragione in quel momento.
<<Trovare una via di fuga alternativa da quello che hai qui dentro?>> mi chiese lui avvicinandosi a me e tamburellando con le sue dita sulla mia fronte. Gli scostai la mano con un piccolo sbuffo e alzai gli occhi al cielo.
<<Una cosa del genere>> borbottai.
Improvvisamente lui ridacchiò. <<È per questo che mi sballo>>.
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Incompresi ~The Misunderstood Series
Romance> esclamò, inchiodandomi con i suoi occhi profondi. I suoi capelli erano sparati in tutte le direzioni, per quante volte ci aveva passato le mani in mezzo. L'ombra di un sorriso aleggiava sulle sue labbra, evidenziando ancor di più la fossetta sul m...