<<Rispiegami cosa cazzo ti ha detto>> urlò Jason con la voce attutita dal casco, superando di gran lunga i limiti di velocità consentiti in tutto lo stato, e anche oltre.
<<Te l'ho detto Jason, che l'hanno accerchiata ma non mi ha fatto nomi, non so di chi stesse parlando nè dove possa essere! Per giusto a quest'ora dovrebbe aver finito l'ultima lezione, che è Educazione Fisica>> riflettei, cercando di dare un senso alle parole frettolose e spaventate della mia migliore amica. Doveva essere qualcosa di serio e grave per renderla così agitata. Ivy non si spaventava con poco, più e più volte si era presa a botte con ragazze in contemporanea, lei sola contro due o tre insieme ... cosa stava succedendo?
<<In meno di due minuti saremo lì, stai tranquilla>> mi rispose, ed io rimasi in silenzio. Provai a contattare Erleen, ma non rispondeva ne ai messaggi ne alle chiamate.
Entrammo nel parcheggio scolastico, pieno di studenti che si affrettavano sui loro mezzi o che uscivano a piedi dal perimetro per tornare a casa. Scesi dalla moto frettolosamente, e quasi incespicai nei miei stessi piedi, ma fortunatamente trovai una mano a sorreggermi, mentre Jason era impegnato a parcheggiare la moto e a spegnerla. Scott si parò davanti a me, allarmato come lo ero io.
<<Ha chiamato anche te?>> gli chiesi, leggermente scocciata dalla sua presenza.
<<Chi doveva chiamarmi?>> mi chiese confuso.
<<Scusa, perché hai quest'espressione preoccupata allora?>>.
<<Perché sto aspettando Erleen da dieci minuti buoni per tornare a casa, ma non risponde alle mie chiamate. L'avete vista?>> chiese, spostando lo sguardo da me e Jason.
Sentivo l'ansia crescermi nel petto e allarmata guardai Jason, senza riuscire a dire altro. Infatti, fu lui a spiegare la situazione a Scott. <<Amico, ci ha chiamati Ivy, ci ha detto di essere in pericolo, poi è caduta la linea e non siamo più riusciti a contattarla, inoltre ci ha detto di non essere riuscita a contattare tua sorella>> spiegò, davanti al volto pietrificato di Scott.
<<Dobbiamo trovarle>> si limitò a dire Scott, mentre la scuola andava svuotandosi. <<Dividiamoci>> disse, e senza aggiungere altro si allontanò da noi.
Istantaneamente mi avviai verso la palestra, ma Jason mi fermò tenendomi dal polso. <<Non ti lascio andare da sola>> esclamò, guardando dritto dietro di me.
<<Devi andare ad aiutare Scott, io me la cavo da sola>>.
<<Non esiste>>.
Era inutile mettersi a discutere con Jason in quel momento, stavamo solo sprecando minuti. Scrollai le spalle e cacciai la presa dalla sua mano, ero troppo nervosa in quel momento. Superammo il parcheggio ed il giardino, ed entrammo nell'androne principale della palestra, svoltammo a destra nel corridoio che si diramava in due vie, lo spogliatoio dei ragazzi e lo spogliatoio delle ragazze.
<<Io vado da qua>> esclamammo entrambi, indicando rispettivamente lo spogliatoio delle ragazze io e lo spogliatoio dei ragazzi lui. <<Ci vediamo qua, il primo che trovi qualcosa che urli>> disse, mi ammiccò e proseguì.
Andai avanti anche io, senza preoccuparmi di fare rumore e iniziai a chiamare a gran voce Ivy. La porta dello spogliatoio era aperta, ma dall'interno non proveniva nessun rumore.
<<Ivy!>> urlai di nuovo, e a quel punto un piccolo tonfo rimbombò fino alla mia posizione. Il suono proveniva direttamente da uno degli armadietti, così iniziai ad aprirli uno ad uno e a chiamarla di nuovo, finché una nuova serie di colpi fece si che individuassi il punto esatto da cui provenivano.
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Incompresi ~The Misunderstood Series
Romansa> esclamò, inchiodandomi con i suoi occhi profondi. I suoi capelli erano sparati in tutte le direzioni, per quante volte ci aveva passato le mani in mezzo. L'ombra di un sorriso aleggiava sulle sue labbra, evidenziando ancor di più la fossetta sul m...