Capitolo 38

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<<Rispiegami cosa cazzo ti ha detto>> urlò Jason con la voce attutita dal casco, superando di gran lunga i limiti di velocità consentiti in tutto lo stato, e anche oltre.

<<Te l'ho detto Jason, che l'hanno accerchiata ma non mi ha fatto nomi, non so di chi stesse parlando nè dove possa essere! Per giusto a quest'ora dovrebbe aver finito l'ultima lezione, che è Educazione Fisica>> riflettei, cercando di dare un senso alle parole frettolose e spaventate della mia migliore amica. Doveva essere qualcosa di serio e grave per renderla così agitata. Ivy non si spaventava con poco, più e più volte si era presa a botte con ragazze in contemporanea, lei sola contro due o tre insieme ... cosa stava succedendo?

<<In meno di due minuti saremo lì, stai tranquilla>> mi rispose, ed io rimasi in silenzio. Provai a contattare Erleen, ma non rispondeva ne ai messaggi ne alle chiamate. 

Entrammo nel parcheggio scolastico, pieno di studenti che si affrettavano sui loro mezzi o che uscivano a piedi dal perimetro per tornare a casa. Scesi dalla moto frettolosamente, e quasi incespicai nei miei stessi piedi, ma fortunatamente trovai una mano a sorreggermi, mentre Jason era impegnato a parcheggiare la moto e a spegnerla. Scott si parò davanti a me, allarmato come lo ero io.

<<Ha chiamato anche te?>> gli chiesi, leggermente scocciata dalla sua presenza. 

<<Chi doveva chiamarmi?>> mi chiese confuso.

<<Scusa, perché hai quest'espressione preoccupata allora?>>.

<<Perché sto aspettando Erleen da dieci minuti buoni per tornare a casa, ma non risponde alle mie chiamate. L'avete vista?>> chiese, spostando lo sguardo da me e Jason. 

Sentivo l'ansia crescermi nel petto e allarmata guardai Jason, senza riuscire a dire altro. Infatti, fu lui a spiegare la situazione a Scott. <<Amico, ci ha chiamati Ivy, ci ha detto di essere in pericolo, poi è caduta la linea e non siamo più riusciti a contattarla, inoltre ci ha detto di non essere riuscita a contattare tua sorella>> spiegò, davanti al volto pietrificato di Scott. 

<<Dobbiamo trovarle>> si limitò a dire Scott, mentre la scuola andava svuotandosi. <<Dividiamoci>> disse, e senza aggiungere altro si allontanò da noi. 

Istantaneamente mi avviai verso la palestra, ma Jason mi fermò tenendomi dal polso. <<Non ti lascio andare da sola>> esclamò, guardando dritto dietro di me.

<<Devi andare ad aiutare Scott, io me la cavo da sola>>.

<<Non esiste>>.

Era inutile mettersi a discutere con Jason in quel momento, stavamo solo sprecando minuti. Scrollai le spalle e cacciai la presa dalla sua mano, ero troppo nervosa in quel momento. Superammo il parcheggio ed il giardino, ed entrammo nell'androne principale della palestra, svoltammo a destra nel corridoio che si diramava in due vie, lo spogliatoio dei ragazzi e lo spogliatoio delle ragazze.

<<Io vado da qua>> esclamammo entrambi, indicando rispettivamente lo spogliatoio delle ragazze io e lo spogliatoio dei ragazzi lui. <<Ci vediamo qua, il primo che trovi qualcosa che urli>> disse, mi ammiccò e proseguì.

Andai avanti anche io, senza preoccuparmi di fare rumore e iniziai a chiamare a gran voce Ivy. La porta dello spogliatoio era aperta, ma dall'interno non proveniva nessun rumore. 

<<Ivy!>> urlai di nuovo, e a quel punto un piccolo tonfo rimbombò fino alla mia posizione. Il suono proveniva direttamente da uno degli armadietti, così iniziai ad aprirli uno ad uno e a chiamarla di nuovo, finché una nuova serie di colpi fece si che individuassi il punto esatto da cui provenivano.

Incompresi ~The Misunderstood Series Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora