Capitolo 23

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Mi svegliai sentendo nell'aria un profumo che non era il mio e con una gamba che schiacciava le mie. Saltai su, guardando Jason dormire tranquillamente nel mio letto.

Ci eravamo addormentati entrambi.

Ma dai? Tu stia ancora dormendo, mi sa.

<<Jason>> esclamai a bassa voce, iniziando a scuoterlo. Erano le 6.00 di mattina, avrei potuto dormire ancora un po' prima dell'inizio delle lezioni, ma Jason non poteva continuare a stare nel mio letto! 

Perché no? Almeno prenditi qualche minuti per guardarlo. Quando mai l'hai visto così rilassato? Insomma, è bellissimo. Non trovi?

<<Jason!>> ripetei, stizzita. 

Cosa avrei potuto fare per scacciare via quei pensieri intrusivi? Non ci volevano proprio.

Però dovevo ammettere che era davvero bellissimo ...

Jason aprii finalmente le palpebre. Mi guardò a lungo, cercando di capire cosa stesse facendo nel mio letto. Lo volevo capire anche io! Insomma, se ne poteva anche andare una volta che aveva visto mi fossi addormentata!

Si alzò e si stiracchiò ben benino, sbadigliando sonoramente. Poi si girò a guardarmi di nuovo, con il viso rilassato. <<Buongiorno>>.

<<Buongiorno un cazzo>> sbottai, nervosa. Mi alzai e andai ad aprirgli la porta-finestra. <<Devi andartene, già abbiamo rischiato ieri sera, non sono disposta a rischiare anche stamattina>> spigai, tamburellando il piede contro il pavimento. Lui guardò l'orologio al suo polso e imprecò.

<<Cazzo, è tardi>> sbottò, alzandosi talmente veloce che mi stupii il fatto che non ebbe un giramento di testa improvviso.

<<Le lezioni iniziano tra tre ore>> dissi, alzando gli occhi al cielo. La sua espressione serena era sparita, lasciando spazio solo ad uno sguardo nervoso e irrequieto. 

Quello sguardo mi riportò a quello arrabbiato della sera prima. <<Perché sei venuto qui, ieri sera? Cosa è successo?>> gli chiesi, mentre si rimetteva le scarpe.

Non rispose, si avvicinò a me e infine mi oltrepassò, arrivando sul balconcino. Mi fece un piccolo sorrisino, poi scosse la testa. <<Niente che né io né tu possiamo cambiare>> sussurrò, poi con un altro sorriso, stavolta amareggiato, mi diede le spalle e se ne andò.

Rimasi a guardarlo finché non finì la scalata dal mio balcone, aggrappandosi alla grondaia, poi attraversò il giardino e infine scomparve alla fine della via.

Bene. Se dopo il bacio ero confusa, adesso lo ero ancora di più. 

Era inutile rimettersi a letto, ero più che sveglia. Andai a farmi una doccia e poi tornai in camera, per rivestirmi. Indossai un paio di shorts di jeans scuri, una maglia altrettanto scura a mezze maniche e le mie vans. Asciugai i capelli distrattamente, ripensando alla sera prima.

Jason aveva dormito nel mio letto, con me. Se mi avvicinavo al letto, ero in grado di sentire ancora il suo profumo. Le mie ciocche azzurre contrastavano con i miei capelli scuri, e mi piacevano un sacco. 

Lasciai i capelli sciolti in morbide onde e scesi di sotto. David era sveglio e già fasciato in uno dei suoi completi per il lavoro. La giacca posata sullo schienale della sedia, seduto a sorseggiare una tazza di caffè mentre leggeva il giornale. Mi avvicinai e mormorai un saluto, andando a prendere la caraffa del caffè e versandomene a mia volta in una tazza.

<<Buongiorno, Dee. Sai cosa mi stavo chiedendo?>> disse, senza alzare gli occhi dal giornale.

<<Fino a dove arriverà l'aumento del riscaldamento globale e se tutti i ghiacciai della terra si scioglieranno davvero, provocando un aumento degli oceani fino a sommergerci tutti?>> gli chiesi retorica, tutto d'un fiato. Lui alzò gli occhi dal giornale, sbattendo confusamente le palpebre.

Incompresi ~The Misunderstood Series Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora