Sfrecciavo con la mia moto per le vie quasi deserte della città. La strada era bagnata per via della pioggia, ma nonostante ciò non intendevo decelerare. Ero troppo incazzato. Con Destiny, con Tyler, con Beverly, con mia madre. Ma soprattutto con me.Ero un coglione e non potevo biasimare Destiny che scappava, come sempre, via da me. Lei era una tosta, una dura e pensavo che questo sarebbe potuto bastare per mantenere un equilibrio, anche se precario, finché non avessi preso una decisione.
Ad una scelta io c'ero arrivato, e volevo dirglielo, ma quando l'avevo vista andare via con Tyler, avevo realizzato più che mai che non c'era nessuna decisione da prendere; lei non era stata mia, e non avrebbe potuto esserlo mai.
La piccola bolla di illusione che si era creata tra noi era esplosa così come si era creata, in un attimo.
Mentre correvo sulla mia moto, senza una meta precisa, ripercorsi con la mente tutti gli eventi di quella sera, dopo che avevo salutato Dee e mi ero diretto negli spogliatoi.
Mi diressi negli spogliatoi con un sorriso ebete sulla faccia. Ci provavo a cancellarlo, a fare una faccia seria e normale, ma il pensiero della serata con Dee, del suo bacio, di saperla sugli spalti a guardarmi, mi rallegrava. Provai l'impulso di mandarle un messaggio, di farle sapere che qualsiasi punto avrei segnato sarebbe stato dedicato a lei. Ma lei non aveva con se il cellulare. Sulla soglia degli spogliatoi c'erano alcuni ragazzini che comodamente aspettavano l'inizio della partita. Ne chiamai uno a caso.
<<Ei, tu!>> esclamai, dirigendomi verso il ragazzo butterrato. Lui spalancò gli occhi, si girò indietro sperando che stessi parlando con qualcun altro e poi deglutì. <<Senti coso, ho bisogno di un favore>>gli dissi, e senza aspettare una risposta presi un foglio che avevo nel borsone, ne strappai un piccolo angolo e ci scrissi sopra qualche parola. <<Sugli spalti c'è una ragazza bellissima, bassa, con i capelli castani e delle ciocche azzurre leggermente sbiadite. Puoi consegnargli questo? Attento, potrebbe mordere. No, non scherzo>> dissi tutto d'un fiato, poi mi voltai e ancor più divertito di prima entrai negli spogliatoi.
L'atmosfera non era delle migliori, ma cercai di non farmi guastare l'umore, ma dovetti sforzarmi di non pensare a Dee.
Scott era seduto su una panchina, già pronto per giocare, ma non sembrava intenzionato a proclamare alcun discorso di incitamento per la partita.<<Ehi amico>> gli dissi, mentre mi cambiavo. Mi sedetti accanto a lui e gli poggiai una mano sulla spalla. Appena mi avvicinai sentii un pungente odore d'alcool. Scott aveva bevuto prima di giocare, e non era un buon segno. <<Forse è il caso che tu non giochi, stasera>> gli dissi, innervosendomi. Come aveva potuto essere così stupido da bere prima della partita?
Lui mi guardò male, ma non rispose. Cercai con gli occhi Tyler, per avere un po' d'aiuto.
<<Ha ragione lui, Scott. Non sei in ottima forma>> disse Tyler, avvicinandosi a lui. Scott continuò a rimanere in silenzio.
Sbuffai e mi alzai, continuando a prepararmi. Di lato a noi, due nostri compagni stavano mormorando qualcosa. <<Certo che se è in questo stato per quella squilibrata, deve esserci qualcosa in più tra di loro di qualche semplice scopata>>.
<<Ma tu ci pensi? Scott ed Ivy, non credevo fosse possibile...insomma, parliamo di Ivy la matta>>.
<<Esatto,qui non si tratta più di questo consueto piano, vanno in malora tutte le regole così...>>.
A quel punto non riuscii a trattenermi. <<Sapete cos'altro non è possibile? Giocare con tutti gli arti rotti. Perciò se ci tenete a rumene integri, uscite immediatamente da qui e andate a riscaldarvi>>. Così fecero.
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Incompresi ~The Misunderstood Series
Romance> esclamò, inchiodandomi con i suoi occhi profondi. I suoi capelli erano sparati in tutte le direzioni, per quante volte ci aveva passato le mani in mezzo. L'ombra di un sorriso aleggiava sulle sue labbra, evidenziando ancor di più la fossetta sul m...