Desideri

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14 luglio 1462

Dieci giorni di cure ininterrotte e come ulteriore terapia tanta aria sana di mare, avevano reso Tilla più forte e contribuito a farle tornare appetito e man mano che i giorni passavano la bimba aveva ritrovato anche la gioia di giocare e correre all' aria aperta.
La visione di quegli istanti sarebbe stata descritta da qualsiasi persona come idilliaca.
Tilla stava coi piedi nudi sul prato sul retro della loro casa e correva e rideva di cuore cercando di acchiappare una farfalla tutta bianca.
Emma era seduta poco distante sul prato, con i capelli sciolti, libera da tutto ciò che potesse infastidire oltre la mente anche il corpo ,senza nessun laccetto o corsetti o camicie abbottonate fino al collo...ed era il ritratto della serenità.
Osservava la sua piccola che stava guarendo ,ormai stava bene si,non correva più nessun pericolo e giocava felice.
Sentiva ogni tanto i suoi buffi risolini e gridolini di stupore e felicità nel rincorrere quel bellissimo insetto colorato.
Ed Emma rideva,sorrideva...e poi ancora rideva e sorrideva, pensando che non esisteva cosa più bella che godere appieno di ogni istante della vita dei propri figli.

"Amore quella piccola farfalla sembra più furba di te !!"

Tilla si voltò appena udì la voce della mamma e abbozzò un piccolo musetto incapricciato
che fece ridere Emma di cuore ,quel buffo faccino era così divertente e meraviglioso da osservare! Poi allargò le braccia con un sorriso acceso e luminoso,incitando la figlia a correre da lei.

"Vieni dalla mamma adesso!!Ho bisogno di tanti bacini!!"

Da li a pochi minuti sarebbe passato Emanuele come ormai faceva ogni giorno e lo avrebbero atteso lì sul prato, godendosi ancora quella splendida e serena giornata.

E il medico infatti,che era sempre stato puntuale e scrupoloso non tardò ad arrivare ,ma appena i suoi occhi videro la scena tra madre e figlia così teneramente sdraiate sull' erba ,fermò il suo cammino intento ad osservare quella donna così forte e coraggiosa che pareva non esser propensa a farti abbattere dalle avversità. Una donna molto avvenente ...una donna troppo avvenente per poterle stare così vicino. Una donna che non avrebbe mai potuto far parte della sua vita e il giovane medico ne conosceva fin troppo bene le motivazioni.

"Toglitela dalla testa Emanuele."

La sua era una famiglia appartenente ad un nobile casato ,un nobile lignaggio e mai avrebbero concesso di rendere ufficiale un legame con una donna simile. E lei? Lei e la sua strana famiglia, lei figlia di un semplice uomo che non possedeva un titolo ...e che molto probabilmente ,si vociferava conducesse  uno  stile di vita totalmente diverso dai suoi predecessori.

"Emanuele toglitela dalla testa ,non devi immaginare che profumo possano avere i suoi capelli e quale sensazione paradisiaca sia sfiorare le sue labbra , non è troppo licenzioso quello che stai immaginando dentro la tua testa? Tremerebbero le mie mani al solo pensiero che sia io a farle scivolare lungo i fianchi quella veste ...?"

Avanzò verso di loro ,scacciando i suoi pensieri torbidi e contrastanti verso quella femmina che pian piano le occupava la mente e notte e giorno non faceva altro che desiderare di averla accanto . Nessuno dei due immaginava che la notte i loro stessi desideri vagavano nell' oscurità senza mai incontrarsi ,restando inappagati.

Non sapeva il giovane medico che anche le notti di Emma avevano dato spazio al suo volto che sempre le era stato accanto e che era riuscito coi suoi modi gentili a farle ritrovare una piccola luce dentro il suo giovane cuore già troppo provato dalle beffe della vita.

E mentre i pensieri di entrambi si mescolavano nell' aria e danzavano insieme Emma si voltò e non appena si accorse della presenza di Emanuele si alzò dal suolo ,e lui con un sorriso e le braccia protese prima verso Tilla si avvicinò e le abbracciò...staccandosi però quasi subito da quel gesto fin troppo naturale per poi dare un bacio sulla fronte della piccola. Si rallegrò parecchio constatando lo stato visibilmente buono della bambina.
"La trovo più colorita ed il respiro è meno affannato, Emma continua così e falle sempre prendere tanta aria di mare ."

Emma gioì sentendo quelle parole...non aspettava altro che udirle per avere conferma di quello che i suoi occhi stavano vedendo ogni giorno ,dopo la malattia della figlia. "Sapevo di potermi fidare ciecamente di te!" con un impeto che stupì anche lei gli si protese con foga abbracciandolo stretto.

Per tutta risposta Emanuele le accarezzò i lunghi capelli neri, cercando di restare lucido ,cercando di smettere di continuare a vederla distesa su quel prato insieme a lui , cancellando la visione di come potesse essere perfetto il suo corpo accarezzato dalle sue mani...

Lo richiamò alla realtà la curiosità di Tilla che frugava dentro la sua bisaccia e ringraziò il cielo che la piccola fosse presente in quel momento . Ne approffittò dunque e lasciò ad Emma delle creme alla menta che avrebbero aperto durante il riposo notturno,  le vie respiratorie alla bimba dandole le ultime raccomandazioni .

"...tranquilla Emma e mi raccomando, non trascurarti .Se dovessero venir meno le tue forze nessuno potrà accudire la tua piccola."

Non potè fare a meno di notare il luccicchio negli occhi della donna e Dio solo sapeva quanto avrebbe  voluto mandare al diavolo ogni convenzione e,attirarla verso di sè e baciarla senza freni... Emma gli sorrise facendo sue più che mai le parole del medico,e speranzosa ,attendeva che gli eventi potessero evolversi e darle ancora qualche sprazzo di felicità.

30 luglio 1462

"Ci siamo .Di nuovo, un altra volta.
Sta capitando ancora, sapevo che sarebbe successo.
In riva al mare i miei piedi vengono accarezzati dall acqua.
La sabbia mi fa stare comoda quando mi siedo a pochi passi dalla limpida distesa.
Mi chiedo sempre la stessa cosa.
"Mare quanto sei infinito? Hai un inizio? Una fine... hai anche una fine? Io non lo so. Posso scoprirlo?"
Ed ecco... è proprio in quel momento che mi si illumina il viso.
Scoprire.
Non so nulla di quello che esiste al mondo.
E tutto quello che non so io voglio conoscerlo.
Ecco.
Sta cambiando di nuovo il vento ed io chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dai nuovi odori che esso mi porta ...e quando li riapro  la scena è cambiata, è diversa.

Ora il vento muove queste acque che prima erano chete e limpide, rendendole agitate, facendole sbattere contro gli scogli del molo, creando schizzi rinfrescanti che arrivano sul mio viso.

Allora mi rialzo, il mare come sempre mi ha parlato e un altra volta seguirò il suo richiamo."

Prima di andare via Emma si voltò un altra volta verso il mare,ringraziandolo mutamente,pensando che se fosse partita per un pò, quello che  non avrebbe potuto avere, e che desiderava con tutta se' stessa e che aveva le fattezze di Emanuele ,forse al suo ritorno si sarebbe trasformato solo in un flebile, malinconico ricordo...forse nulla di cosi' assurdamente bello avrebbe potuto realizzarsi.
Forse.












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Rose Nere  [PRESTO IN CARTACEO !]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora