L' inizio della fine.

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24 DICEMBRE, vigilia di Natale.

Tutto brillava nella tenuta Rosseau in vista della grande cena della vigilia.

Tutto era impeccabile, perfetto e tutti erano al loro posto.

Forse non proprio tutti e questo ovviamente non sfuggì al sempre vigile Tolomeo.

"Qualcuno di voi sa dirmi dove si trova Sara? Non ha finito di lucidare gli argenti e fra poche ore arriveranno gli ospiti. "

"Non affannarti troppo vecchia cornacchia. Sara non è qui. "

Il capo della servitù si irrigidì non appena udì la voce della futura Contessa, nonché sua padrona...la padrona di quella casa che mal sopportava ,ed Emma parve leggere quel pensiero di sdegno dentro gli occhi privi di luce dell' arcigno anziano.

"Non crucciarti ...è reciproco...tutto reciproco."

Lo spiazzò, come amava fare ogni qualvolta le si presentava l' occasione. "Ebbene mio caro Tolomeo" iniziò con un tono quasi solenne "mi duole comunicarti che dovrai cercare qualcun altro per lucidare questi benedetti argenti , Sara è ora una ragazza libera per mio volere. " Gli girò attorno con le mani dietro la schiena. " Oppure potresti occupartene tu. Dopotutto...sei l' unico SERVO che vedo girare tutto il giorno per la casa senza mai combinare nulla. Che ne dici ? Ti solletica l' idea di adoperarti ogni tanto anche tu per la tua padrona? "

Condusse i suoi passi verso il tavolo dove tutte le posate erano state riposte con cura su una tovaglia. Prese un coltello e ritornò da Tolomeo parandosi davanti a lui e interponendo la lama in mezzo ai loro visi.

"A me non sembra affatto lucido, anzi ."

"Mia Signora permettetemi di ricordarvi che io non sono un semplice servo bensì il capo della servitù, scelto e e nominato dal Conte stesso."

Emma gli sorrise a pochi centimetri dal naso. "Bla bla e ancora bla. Sei un servo come tutti gli altri per quel che mi riguarda. Sei un gradino più in alto è vero, ma sai è come dire che sei uno straccione con i vestiti meno logori degli altri tuoi simili."

Tolomeo raccolse tutta la calma che poteva, di certo mancarle di rispetto gli sarebbe costato molto caro

chinò quindi il capo in segno di assenso e prese a svolgere l' umile lavoro sotto gli occhi di Emma che mostrava intanto un ghigno soddisfatto.

"Bravo vecchia cornacchia. Rendi orgoglioso di te il tuo padrone."

In quel momento quando decise di abbandonare la stanza silenziosamente dietro di lei sopraggiunse Raniero poggiando le mani sulle sue spalle. "Tolomeo puoi andare, farò chiamare più tardi qualcuno che si occupi degli argenti."

Il capo servitù abbozzò un sorrisetto soddisfatto. "Come desidera il Conte". Emma lo osservò lasciare la stanza e lo fulminò con lo sguardo.

La porta si chiuse dietro le loro spalle e le mani di Raniero passarono dalle spalle al collo della futura moglie serrandosi in modo leggero intorno ad esso.

"Cosa succede? Quando la smetterai di fare la guerra a quel pover' uomo ?"

"Mandalo via. Non lo sopporto. Rende fastidiosa la vita alla tenuta , mi segue ovunque... non mi lascia mai in pace. Contesta tutto ciò che dico o che faccio. Mandalo via altrimenti mi vedrò costretta a fare di testa mia." La bocca di Raniero si avvicinò al suo orecchio. "Farai di testa tua come hai già fatto con Sara?"

"Esattamente. Vedi...io non sono migliore di te Raniero ... questa è una considerazione dovuta ora che ci rifletto. " Scosse la testa con leggerezza, sollevando con noncuranza un sopracciglio. "Si. L' ho mandata via, esclusivamente per il suo bene. Sono la Signora di questa casa. Posso decidere e disporre della servitù tanto quanto te."

Rose Nere  [PRESTO IN CARTACEO !]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora