Un soffio di vita

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Il forte odore del suo stesso sangue le salì alle narici, vi era riversa su di un lato ,i suoi capelli corvini erano intrisi del liquido rosso oramai secco in vari punti del viso e delle mani ma ancora vivo nelle ferite più profonde.

Diede un conato di vomito ancor prima di riuscire ad aprire le palpebre. Sentiva freddo, l' umidità quella notte era scesa sul suo corpo intirizzendo ancor di più le membra martoriate e mettendo a dura prova le sue  forze ormai logore. Tutto intorno era ancora buio.

Non riusciva a muoversi e i suoi occhi non volevano obbedire al comando impartito dal cervello, quello di aprirsi, e pian piano scivolava nel dolce pensiero di abbandonarsi del tutto fino a lasciarsi morire.

E di nuovo dopo pochi attimi l' oscurità imprigionò la sua mente fino a che non sentì più nulla.

Un dito.

Mosse solo un dito.

"Vik, Vik..." I suoi occhi finalmente videro l' alba che illuminava un nuovo giorno e la luce debole dell'astro che lento saliva nel cielo diede una flebile speranza. Ma era in gioco una scommessa : Emma sarebbe sopravvissuta fino a vederne il tramonto?

"Non voglio morire. " la voce uscì in un soffio cosi leggero che lei stessa faticò a sentire ma la volontà di non lasciarsi andare era più forte del dolore.

Riuscì con grande sforzo ad apoggiare tutto il peso del corpo su di un gomito e sollevò lo sguardo ansiosamente in cerca dell' amico lupo, sapeva che

era troppo debole per potersi sollevare e andare a cercarlo e la sua vista ancora annebbiata non le era certo d' aiuto.

Provò a chiamare ma chi avrebbe mai sentito il fievole e debole sibilo di una mezza moribonda?

Respirando con affanno provò a trascinarsi poco più avanti, verso il punto in cui tenere foglioline umide davano forma ad un piccolo prato.

Fu poco dopo che riuscì a scorgere il corpo di Vik riverso al suolo sopra una pozza di sangue. Cominciò a tremare e

piangere silenziosamente "no...no... Vik ti prego no." Era lontano soltanto pochi passi ma le sarebbero serviti svariati minuti per poter raggiungere l' amico che sperava non l' avesse lasciata per sempre... non poteva lasciarla anche lui.

A denti stretti si trascinò con tutte le poche forze rimaste nella sua direzione cercando di dissimulare il dolore che ogni movimento le procurava ...e faceva dannatamente male ...il dolore era tale da impazzire e avrebbe voluto urlare e dimenarsi, ma non lo fece, trattenne gli spasmi, e tremante arrivò finalmente accanto a Vik.

Lo scosse leggermente e subito volle constatare se ancora respirasse.

Il lupo aveva una fisicità importante ed ora così inerme al suolo sarebbe stata un impresa impossibile girarlo supino per poter appoggiare un orecchio sopra il petto, per poter udire se ancora ci fosse un soffio di vita in lui.

Provò allora con fatica a tastare un polso, ma in preda al dolore lancinante che le procurava la ferita all' altezza dello stomaco non riusciva a trovare la piccola arteria che conduceva il flusso del sangue al cuore di Vik .

Chiuse le palpebre riprendendo fiato e posò la fronte sul dorso del suo amico, piangendo silenziosamente.

"Ti prego, fà che sia ancora vivo."

Sollevò poi il viso sporco di sangue, il viso di una giovane donna bagnato di lacrime, sudicio di terra, segnato dal dolore e con la poca veemenza che le restava sibilò "Vik, perchè non ti svegli?? Svegliati...Vik, ti prego ,sono io... guardami!" Lo osservava nella speranza di ricevere anche un piccolo segno di vita.

Rose Nere  [PRESTO IN CARTACEO !]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora