27 marzo 1462
Durante quei tanti mesi Emma fiorì in tutta la sua femminilità e una nuova luce splendeva sempre nei suoi occhi. Fu un periodo sereno e tranquillo in cui assaporò ogni istante della vita di sua figlia ,in cui ogni sorriso ed ogni lacrima di Tilla le marchiavano il cuore con dei segni indelebili. La sua famiglia viziava la piccola ( cosa inevitabile) mentre l ' unico rammarico era il costante pensiero che suoi genitori ormai defunti non avevano mai avuto la fortuna di essere nonni. E così un nuovo anno iniziò sereno e ricco di emozioni materne ed appunto la giovane Lepore ,nel fiore dei suoi 24 anni assaporò appieno ogni aspetto dell'esser madre e ci si dedicò completamente ,dimenticando persino di pensare a sé stessa perchè le importava solo del benessere della sua piccola. Era quello lo scopo della sua esistenza ormai.
Tilla cresceva forte e sana, da qualche giorno aveva preso ad andare a gattoni ed aveva sviluppato una spiccata curiosità verso tutto ciò che brillava e luccicava.
Molto stoicamente e con una buffa espressione concentrata cercava di afferrare qualsiasi oggetto le capitasse davanti senza sapere ovviamente se potesse questo causarle del male fisico o se tali oggetti potessero essere pesanti o leggeri.
Emma quella soleggiata mattina di marzo si pettinava i lunghi capelli scuri che avrebbe poi raccolto ,quando i suoi occhi verde scuro furono catturati immediatamente verso la sua destra e vide riflessa dallo specchio la bimba che prontamente si allungava per afferrare la sua spada posata ai piedi del camino.Sgranò gli occhi e si girò subito"Nooo amore ...quella no...!!" scattò in direzione della bimba che aveva appena afferrato l impugnatura argentata ma quelle piccole braccia tremarono al grido della madre e così
lasciò subito la presa girandosi verso Emma scoppiando spaventata in un pianto disperato .In modo premuroso ,la sua mamma la prese in braccio e la baciò...asciugandole le lacrime.
"Amore scusami se ti ho spaventata. Per quelle cose..avrai ..ehm...tempo!Troppo presto ora..."
Scoppiò a ridere e uscì sul prato a godersi l aria primaverile e a far giocare con i "giochi" ..quelli veri ,la sua Tilla.
1 luglio 1462
Tilla finalmente compì il suo primo anno di vita ,e qualche giorno dopo ,molto precocemente muoveva i primi passi, all' inizio insicuri e incerti per poi passare alla fase della corsetta azzardata che finiva quasi sempre con la bimba che cadeva sul pavimento. "Ancora qualche giorno e acquisterai sicurezza .Nella vita si cade sempre piccola mia, la cosa importante è sapersi rialzare sempre."
Ma qualche giorno dopo improvvisamente e apparentemente senza motivazione alcuna la sua bambina iniziò ad essere svogliata ,fiacca ,a giorni irrequieta
a tal punto da rendere Emma preoccupata,
per cui ,senz' esitazioni mandò a chiamare il medico di famiglia Emanuele che ogni mese si recava a far visita alle due per accertarsi che la crescita della bimba fosse regolare.
La teneva in braccio,mentre parlava con Lia,dicendole che era urgente chiamare subito il medico.Tilla era diventata anche inappetente e mentre osservava quel visino mogio Emma capiva che questo non era normale. La osservava preoccupata cercando di stuzzicarla con qualche manicaretto ,quel poco che sapeva cucinare lo proponeva come se fosse la cosa più deliziosa mai cucinata.
"Bambina mia sforzati ,devi mangiare qualcosa ...guarda la mamma ti ha preparato la focaccia d' avena morbida morbida che ti piace tanto...su mangia."
Nulla.Con un gesto del braccio Tilla allontanava il piattino e si rimetteva nel suo piccolo letto dando le spalle alla madre.
"Ma che ti succede piccola mia?"si sdraiò accanto a lei,tastandole la fronte,ma era fresca. Ogni tanto la bimba dava qualche colpetto di tosse che finiva con lievi rantoli ,come se le mancasse il respiro e ad ogni colpo Emma temeva sempre di più che la sua piccola avesse contratto una brutta malattia. "Ma quanto ci metti medico??"
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Rose Nere [PRESTO IN CARTACEO !]
Ficción históricaESTRATTO "Emma...perdonami, so che puoi capirmi. Uno come me ....presto otterrò il titolo di conte, io non posso legarmi a te .Vorrei...vorrei..." Emma lo spinse verso il muro costringendolo a guardarla. "Abbi il coraggio Emanuele!!Pronunciale qu...